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Mette i puntini sulle “i” Andrea Crugnale, RSU Fiom, sull’impianto “Marelli” di Sulmona. Non basta il premio produzione (previsto dal CCNL e neanche siglato nel verbale in quanto alcuni target irraggiungibili) per per portare luce in un cielo di nuove che preannunciano tempesta. I numeri reali sono ancor più roboanti dei tuoni, con i lavoratori che in due mesi sono passati da 460 a 444. Sedici persone in meno in appena sessanta giorni. Chi rimane, invece, continua ad essere in cassa integrazione. Il terzo turno, quello notturno, continua a slittare. Nessuna riattivazione, con gli operai costretti a lavorare solo su due turni giornalieri.
Meno lavoro che equivale a una busta paga più leggera, per usare un eufemismo. Il danno al conto in banca è tangibile sia nel breve periodo, con un’entrata in meno di quattrocento euro, sia sul lungo termine con quattromila euro in meno in tasca a fine anno. Resta drammatica la situazione sotto il punto di vista degli esuberi: 147, un numero superiore rispetto a quello dichiarato dodici mesi fa.
“Parlare di premio produzione come se avessimo vinto al gratta e vinci è fastidiosa – spiga Crugnale in un video postato sulla pagina Facebook Fiom-Cgil Marelli Sulmona -. Non è rispettosa nei confronti dei lavoratori. Così come ho trovato non bello leggere un articolo sulla nuova commessa Ducato”.
La commessa attuale, come precisa Crugnale, scadrà nel 2031. Poi il vuoto e l’incertezza. I tuoni della tempesta che si avvicina. “Ad oggi non sappiamo più cosa produrre. Dell’attuale commessa abbiamo una lavorazione che Sevel ha deciso di reinternalizzare: la produzione dei semi-corner e ammortizzatori”.
“Mi auguro che in futuro ci sia più attenzione sulla situazione di Marelli – conclude Crugnale – perché non bisogna dimenticare che dietro un titolo ci sono lavoratori e lavoratrici, che fanno sacrifici e perdono salario”.
Di questa notizia bisogna che Marsilio e Magnacca ce ne rendano conto. Tirabassi pretenda che la “filiera partitica” che lo sostiene offra questioni concretamente vere sulle quali impegnarsi per i consensi da chiedere
Non sarà facile.