Marelli, l’appello dei sindacati alla politica per la crisi del comparto automotive

I sindacati suonano i campanello d’allarme. Le notizie del settore automotive non sono delle più rosee per l’Abruzzo e, nello specifico, per lo stabilimento Marelli di Sulmona. Sulla fabbrica sulmonese pende da mesi la spada di Damocle, con 462 dipendenti che dormo sonni tutt’altro che quieti. Non rassicurano neanche le parole di Marco Marsilio. Il presidente della giunta regionale ha sì ribadito la centralità dell’ex Sevel di Atessa, che influenza la produzione dello stabilimento sulmonese, ma ha anche sottolineato il momento difficile per l’intero settore.

Da qui l’appello dei sindacati, in un comunicato congiunto di Cgil, Cisl e Uil. “Le poco confortanti notizie del settore automotive – si legge – preoccupano e non poco anche i lavoratori dei servizi collegati. Invitiamo le Istituzioni e la Comunità locale a prestare attenzione anche a coloro che, con il proprio lavoro, garantiscono, insieme ai dipendenti diretti, il buon funzionamento dello stabilimento, ma che troppo spesso vengono dimenticati e lasciati ai margini delle trattative”.

Lo scorso luglio la sottoscrizione, tra sindacati e azienda produttrice di componenti, per i contratti di solidarietà fino all’agosto del 2025. Il contratto è valido per i 462 dipendenti dello stabilimento peligno, già in cassa integrazione per l’intero fermo estivo. Invariate le turnazioni con 17 turni per gli addetti alla manutenzione e 15 turni per gli altri operai. Insomma, una situazione già precaria sulla quale aleggiano sempre più le nubi di Stellantis. Le voci di una fuga dall’Italia sono sempre più insistenti, nonostante le parole rassicuranti dell’Ad Tavares.

“A seguito delle difficili problematiche che il settore automotive sta affrontando in questo periodo e in considerazione delle ripercussioni sullo stabilimento Magneti Marelli di Sulmona, intendono porre attenzione sulla situazione che tutto l’indotto sta affrontando – spiegano i sindacati – Ad oggi i lavoratori dell’appalto multiservizi si trovano a dover usufruire del Fondo di Solidarietà per fronteggiare i tagli dei servizi che la committente ha predisposto, cercando, allo stesso tempo, di garantire una buona qualità del servizio”.

8 Commenti su "Marelli, l’appello dei sindacati alla politica per la crisi del comparto automotive"

  1. Le solite buone notizie.

  2. Sindacoooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooo muvt, jamm’mo.

  3. ANDATE A PIANGERE A GIORGIA MELONI E GIORGETTI VISTO CHE GLI AVETE VOTATI IN MUTANDE è POCO ANCHE QUELLE VI DEVONO TOGLIERE

    • Perché invece con gli altri si stava meglio?
      Ma famm lu piacer..

      • Decisamente meglio

      • e cosa vuol dire questo giustificare chi oggi che era già presente in passato come giorgia meloni ministro dell’ultimo governo berlusconi che ci ha mandati al default con monti e company hai ragione si stava peggio pure prima peccato che negli ultimi trent’anni ci sono stati i vari fitto meloni salvini galan la russa gasparri l’elenco è lungo perchè chi governava prima con il pregiudicato berlusconi oggi siede ancora li nonostante i 30 anni di fallimenti collezionati fammelo tu un piacere visiona un qualsiasi libro di storia d’italia degli ultimi 40 anni poi mi dici

  4. E il consiglio comunale perde tempo a discutere di una cena di pesce e dei pettegolezzi vari ed eventuali

  5. La verità ogni tanto | 17 Settembre 2024 at 13:23 | Rispondi

    Capisco che fare lo scaricabile è il passatempo preferito a destra, ma per correttezza: ” Dei 3906 giorni trascorsi fra il 16 Novembre del 2011 e il 22 Ottobre del 2023 quelli sorretti da una maggioranza di centro-sinistra sono stati il 13%, cioè i 536 giorni del governo Gentiloni.
    Allargando il calcolo al Movimento 5Stelle che solo recentemente si è collocato a sinistra e considerando i 527 del Conte 2, si arriva a un totale di 1063 giorni, cioè un quarto (27%) dell’intero periodo.
    Nei restanti 2843 giorni, cioè per il 63% del periodo, partiti di destra o di centro-destra sono stati al governo”
    Capisco che è molto comodo ed
    evidentemente utile, ma pur raccontando una mille volte una bugia, non può diventare verità.

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