Marelli, intero stabilimento in sciopero per gli addetti Albasan

L’intero stabilimento Marelli a fianco dei lavoratori Albasan, in sciopero da due giorni, con il terzo, domani 26 marzo, che vedrà incrociare le braccia anche da parte dalle tute-blu. Le RSU FIM-FIOM hanno proclamato l’astensione dai lavori per tre turni della giornata: dalle 10 alle 14; dalle 18 alle 22 e dalle 2 alle 6. Protesta e presidio, che avverrà fuori ai cancelli dello stabilimento peligno, per una cassa integrazione al 70% (a differenza dell’intesa trovata tra Albasan e dipendenti, fissata al 50%) non ancora liquidata dall’Inps, e per quei contratti a chiamata che non migliorano la situazione dal punto di vista del precariato.

“Passiamo ai fatti e alla protesta”, annuncia il sindacalista della Cgil, Andrea Frasca, ancora in attesa di ricevere risposte dalla Regione per un incontro sulla vertenza. “Abbiamo richiesto anche un tavolo regionale – prosegue Frasca -. La situazione rimane ancora molto delicata”.

Una vicenda rovente da giorni, nonostante la ditta di Cassino abbia ricevuto l’appalto a cavallo tra il 2024 e il 2025. Meno di due settimane fa, il 12 marzo, l’Albasan ha disertato un incontro cruciale, programmato da oltre due mesi. Un’assenza mal digerita da Filcams Cgil e la UilTrasporti, che non hanno risparmiato parole al veleno contro l’azienda che, a detta delle RSU, avrebbe “dimostrato di disprezzare il confronto sindacale”.

Domani, intanto, l’intero impianto si paralizzerà per sostenere anche i 444 dipendenti della fabbrica peligna, che da luglio 2024 hanno sottoscritto un contratto di solidarietà che incatena i lavoratori alla riduzione lavorativa (e salariale) del 45%. Oltre al presidio davanti ai cancelli della fabbrica peligna, le organizzazioni sindacali hanno proclamato quattro ore di sciopero per turno lavorativo.

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