Due risposte, tardive e insoddisfacenti, arrivano dal Governo ad altrettante interrogazioni sullo stabilimento Marelli di Sulmona, l’una a firma del Movimento 5 Stelle e l’altra a firma del Partito Democratico. A portare avanti la causa dello stabilimento peligno sono i due parlamentari abruzzesi che siedono tra i banchi dell’opposizione: Gabriella Di Girolamo e Michele Fina.
Le risposte date dal ministero, alle interrogazioni della scorsa estate a seguito dello sciopero nazionale dei metalmeccanici, non hanno soddisfatto i due senatori. Un resoconto di cose note (come la riduzione degli esuberi in vista del 2024) per le quali il governo Meloni non può rivendicare i meriti, in sintesi. Sul futuro e il destino dell’impianto, invece, tutto tace.
“E’ il futuro che da sempre preoccupa i tanti lavoratori della Marelli di Sulmona, e di futuro il governo non ha affatto parlato nella sua risposta di oggi – spiega la Di Girolamo -. Nella mia replica ho chiesto al governo maggiore impegno e attenzione e di pianificare per quanto possibile delle strategie future che tengano conto delle numerose variabili in campo”.
“Io – conclude la senatrice – continuerò a fare la mia parte e mi adopererò con tutti i mezzi a mia disposizione, come fatto finora, per tenere alta l’attenzione sulla questione”.
“Sullo stabilimento Magneti Marelli di Sulmona la risposta del governo non ci soddisfa – spiega Fina nella replica in Aula a Fausta Bergamotto, sottosegretaria alle Imprese e al Made in Italy -. Continueremo a seguire la questione per tenere alta l’attenzione. E’ dovere delle istituzioni accompagnare questa fase per non lasciare indietro nessuno e per farlo occorre una vera strategia che non è contemplata nella risposta interlocutoria dell’esecutivo. Occorre una politica economica che riesca a cambiare la produzione senza permettere che si perdano posti di lavoro anzi, creandone di nuovi. E’ tempo di affrontare questa discussione, anche in Parlamento”.
Nell’interrogazione al ministro Adolfo Urso, depositata nel luglio scorso nei giorni della protesta sindacale, si chiedeva conto delle iniziative per la tutela della produzione e dell’occupazione nello stabilimento di Sulmona e nell’indotto.
Fina ha ricordato nel suo intervento che il prossimo anno alla Magneti Marelli “sono previsti cento esuberi. C’è stato un sensibile contenimento visto che inizialmente ne erano previsti 135 e fa il paio con la chiusura del contratto di solidarietà: notizie apparentemente positive ma che non devono far abbassare la guardia. I dati positivi di questi giorni sull’occupazione sono determinati da periodi di recupero che sono stati caratterizzati da risparmi, né può rassicurare l’annuncio di presunte nuove produzioni visto che non vi è chiarezza e che queste sconterebbero la grave carenza di manutenzione dello stabilimento peligno. Si sono già registrate pesanti contrazioni della produzione e si è patito il rallentamento della fornitura di semiconduttori nel periodo della pandemia. Nel corso dello sciopero del 10 luglio ero ai cancelli della fabbrica e ho avuto modo di ascoltare le lavoratrici e i lavoratori, ma non c’erano esponenti del governo e della maggioranza. Il consiglio è di seguire questa e altre questioni analoghe con maggiore attenzione”.
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