Il primario cade dalle scale e il reparto di Pediatria dell’ospedale di Sulmona si ritrova in un’emergenza che sembra impossibile da superare. Da oltre due settimane a curare i bambini al Santissima Annunziata ci sono solo due medici sui cinque in pianta organica che con sforzi insostenibili stanno garantendo il servizio, anche quello ambulatoriale, ma che certo non potranno resistere, anche dal punto di vista fisico, ancora a lungo.
Due settimane fa, infatti, il primario del reparto, Massimo Cinque, ha avuto un incidente domestico, riportando la rottura di dieci costole e costringendolo a prendere un lungo periodo di malattia che potrebbe durare anche mesi.
L’assenza di Cinque, ha ridotto così i pediatri dell’Annunziata a solo due unità, essendo una non assegnata e un’altra posizione trasferita in mobilità. Non solo: delle due dottoresse rimaste in servizio, una è pendolare da Pescara, per cui le rimane difficile coprire la reperibilità notturna. Il risultato è un’emergenza conclamata del reparto che invano finora la Asl ha cercato di arginare. All’avviso pubblico esperito non ha risposto nessuno, tanto che l’azienda sanitaria è arrivata a chiedere ai pediatri di base di garantire almeno qualche turno durante il giorno. Richiesta, però, respinta al mittente per problemi legati sia al numero di pazienti che ciascun pediatra sulmonese ha (circa mille ciascuno), sia per ragioni assicurative. Qualche sporadico aiuto è arrivato da pediatri dell’ospedale di Avezzano, ma anche il nosocomio marsicano soffre di carenza di organico. Un’altra strada ipotizzata è stata quella di spostare una dottoressa dal Consultorio, ma anche in questo caso il trasferimento creerebbe problemi al servizio attivo ai Comboniani.
Con una graduatoria bloccata per ragioni tecniche, insomma, l’unica strada per tamponare l’emergenza sembra essere quella di ricorrere alle agenzie interinali, ipotesi che però il nuovo manager Asl, Roberto Testa, non vuole sentire neanche nominare.
Come se ne uscirà è un mistero: di certo una soluzione andrà trovata in fretta, perché ci si avvia verso la stagione del picco influenzale e dei ricoveri connessi e perché i reparto di Pediatria è funzionale a quello di Ostetricia: quel punto nascita, cioè, ancora sospeso tra la vita e la morte che certo non può permettersi di rifiutare un parto per mancanza di assistenza pediatrica.
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