Nell’ultimo mese, lo confesso, mi sono chiesto più volte il perché Andrea Gerosolimo, oggi candidato a sindaco della città di Sulmona, nicchiasse, per poi alla fine declinare, sull’invito rivoltogli dalla nostra redazione all’evento di ieri al cinema Pacifico.
Alla fine mi ero convinto che Gerosolimo avesse semplicemente paura: lui che con l’oratoria non ci prende molto e che è passato alla storia del consiglio comunale, provinciale e regionale, per il mutismo assoluto. Per la pressoché totale assenza nel dibattito in aula.
Gerosolimo è stato sempre quello che parlava dietro le quinte e più in generale dietro. Le volte che mi sono fermato a parlare con lui nel suo ufficio-bar di via Papa Giovanni XXIII angolo via Salvemini, non è riuscito mai ad affrontare un discorso politico compiuto, senza cioè scadere dopo pochi minuti nel “quello ha fatto questo”, “quell’altro ha la figlia assunta lì”, e ovviamente a vantarsi delle sue doti di stratega nelle campagne elettorali. Qualità, se così si vuole chiamare, indubbia.
Mi sbagliavo, lo ammetto, e ieri nel comizio di chiusura al parco fluviale – cinquanta minuti di politica da bar di cui sopra, con offese e accuse a tutto e tutti (alla faccia della pacificazione) – Gerosolimo ha finalmente spiegato perché non è venuto al Pacifico.
Perché, cioè, a suo dire, io sarei stato “l’ideologo della grande coalizione” che si stava formando qualche mese fa dalla quale però mi sarei a un certo punto tirato indietro e perché, attenzione, indossavamo le calzamaglie. Che lui ad un evento dove si indossano le calzamaglie non poteva certo intervenire. Lui che è sempre così composto e mai fuori dalle righe.
Sul primo punto non c’è alcun mistero svelato da Gerosolimo: come cittadino e come giornalista ho assistito con interesse al dibattito politico che si stava animando in città, partecipando anche ad alcune riunioni, sempre rimanendo un osservatore e non certo un ideologo. Ho seguito con interesse, fin quando si è entrati nel merito delle candidature e delle strategie che, per correttezza professionale, ho evitato di suggerire o condizionare. Questione di stile.
Quello che a Gerosolimo manca. Perché ieri nel suo dialetto identitario, su cui ha costruito la sua campagna elettorale, ha cercato di denigrare, con il tanto criticato (agli altri) stile del “ca da fa tu”, il nostro evento, sbeffeggiando chi, come noi, ha indossato la calzamaglia per rispondere ad una esigenza comunicativa di cui, evidentemente, non ha alcuna contezza. E d’altronde chi non ha mai frequentato un cinema o un teatro, difficilmente capisce il valore e la potenza della rappresentazione scenica. Figuriamoci se comprende il valore di un format che, a parte i suoi addestrati haters, tutti in modo trasversale hanno riconosciuto come originale, elegante, intelligente e piacevole. Decontestualizzare la politica, scomporla e spiazzarla, per ricomporla nel suo senso più profondo, passando per la cultura e il giornalismo e arrivando a disegnare la figura umana e politica dei candidati.
Per farlo ci siamo messi in calzamaglia, certo, che almeno noi ci stiamo anche bene; senza contare che, all’autogol della sua assenza, ha aggiunto quello di offendere indirettamente tutti i figuranti della Giostra Cavalleresca, alcuni anche candidati con lui.
Ora l’ho capito: Gerosolimo non ha partecipato all’evento del Pacifico, non per paura, non solo per paura, ma perché non ha niente da dire. E d’altronde, sempre nel comizio di chiusura di ieri, dove non è uscita neanche una proposta programmatica, ha contestato al candidato Di Piero la grave colpa, non di avere che so comproprietà di beni con società colluse con la criminalità, ma di non saper guidare l’auto pur avendo la patente e che se diventasse sindaco si dovrebbe assumere un autista in Comune. Se non altro, come in “Johnny stecchino”, il problema di Sulmona non sarà più il traffico.
Invitiamo Gerosolimo a rivedersi la puntata di BrancaSulmona alle crociate per prendere qualche spunto politico e amministrativo, nel caso dovesse essere eletto sindaco e magari a fare quello che ieri nel suo comizio avrebbe dovuto fare: rispondere alle domande che gli abbiamo posto.
Non era necessario mettersi in calzamaglia.
Patrizio Iavarone
Il signor G è l’ossessione del signor P. A me che il signor G non piace, non riesce nemmeno di dedicargli, quanto succede, più di 2 secondi della mia giornata. Qualcuno, invece, non ci dorme la notte. Il signor G vincerà, è chiaro a tutti. Sia perché gli altri candidati non si distinguono per doti politiche e comunicative, sia perché certa stampa, parlando sempre e male di lui, non fa altro che riconfermare la sua autorità politica, a prescindere dalle doti oratorie e altri piccoli dettagli. Sono un uomo di sinistra, per questo sabato e domenica resto a casa a bere e mangiare, non essendoci alcun candidato in grado di soddisfare il mio credo politico. E non voto tanto per… il diritto al voto è anche diritto a NON votare. E io esercito questo diritto. Un dubbio mi sorge. In caso di ballottaggio, i voti del pd e delle stelline confluiranno nell’estrema destra dei fratellini d’italia? Oppure verso il tanto odiato signor G? So bene che nessuno riterrà opportuno rispondere alla mia domanda. A proposito, domenica gnocchi al sugo! E comunque, nel medioevo, l’orologio da polso non esisteva.
Beni immobili cointestati con società colluse con la criminalità? Non può essere che questo sia sfuggito all’efficientissima procura sulmonese.
Beni immobili cointestati con società colluse con la criminalità? Come può essere sfuggito alla efficientissima procura sulmonese? Non ci credo.
Bravo Patrizio. Mi sei piaciuto! E non solo al teatro in calzamaglia con i tuoi bravi collaboratori ma anche in questa acuta quanto realistica riflessione.
Il sig. Mangio domenica cambierà il nome in ” non digerisco “
Mangio anche il meno dotato di intelletto capisce che sei di G..tra l’altro non hai nemmeno il coraggio di dirlo apertamente nascondendoti dietro a “uomo di sx” 🤣..magna tranquillo tanto di te ne possiamo fare a meno a Sulmona..
Complimenti al Germe.
Purtroppo come ben sottolineato: ” il coraggio uno, se non c’è l’ha, mica se lo può dare”.
Sarà questo il tanto decantato “civismo evoluto?”
I cetrioli sono più salutari
Non ti curar di lor… Patrizio sei un grande anche in calzamaglia…
Il signor Mangio è chiaramente un sostenitore di G. Non fatevi incantare. Andate a votare e mandiamoli a casa! Loro andranno tutti a votare perché vogliono a tutti i costi arrivare in comune ma sanno che la gente ha le palle piene.
Gomblotto!!! Beata semplicità…
Bravo Patrizio