
Un ufficio aperto nel cuore del cantiere di demolizione. E’ il resoconto fornito dall’avvocato Catia Puglielli, Coordinatrice Tribunale per i diritti del Malato per la regione Abruzzo, sulla situazione che vive l’ufficio di Anatomia Patologica di Sulmona, che tra muri segnati dalle infiltrazioni e polveri di cartongesso sgretolato, continua la propria attività nell’ospedale di Sulmona.
L’ufficio si trova nell’ala vecchia del nosocomio ovidiano, prossima alla demolizione, al cui interno si è recata per un sopralluogo, questa mattina, la referente territoriale per il Tribunale della Sanità. Nel bel mezzo dei lavori in corso, la sede del personale di Anatomia Patologica resterebbe l’unica non ancora sgombrata dello stabile interessato dai lavori. Tanto che all’interno sarebbe ancora oggi permesso l’accesso al pubblico.
“Non si comprende come sia possibile ancora consentire l’accesso al pubblico in un’area in cui si svolgono lavori di demolizione”, commenta Puglielli.
“Questa mattina insieme ad altre persone ci siamo impauriti nel constatare le mura che tremano – prosegue -. Ne è possibile consentire che il personale sanitario lavori all’interno di un piccolo ufficio pieno di carte, con importanti macchie di umidità e rumori di demolizione che fanno tremare l’ufficio stesso. In poche parole rimane aperto un solo ufficio all’interno di un’area che è stata totalmente sgomberata”.
Quello di Anatomia Patologica è l’unico ufficio ancora “in piedi” dell’intero blocco in demolizione del vecchio ospedale. Uno stanzino per due dipendenti, accerchiato da demolitori ed escavatori al lavoro mentre i medici studiano le carte che li sommergono, tra un muro che trema e fogli che volano dalla scrivania. Sul blocco, inoltre, insiste la direzione sanitaria, a cui la ditta avrebbe chiesto di “traslocare” per proseguire con i lavori, rimanendo all’interno del cronoprogramma. Un trasferimento ancora in stallo, in attesa che arrivi dall’alto l’ordine di servizio.
“Vogliamo sollecitare la direzione generale dell’ospedale di Sulmona ad attivarsi su queste problematiche – conclude Catia Puglielli-. Chiederemo alla Asl di adottare una soluzione tempestiva nell’interesse della sicurezza dei lavoratori sanitari e degli utenti”.
A rincarare la dose ci pensa Anthony Pasqualone, Segretario Generale FP CGIL Provincia dell’Aquila. “Tutto ciò risulta inaccettabile – commenta – in quanto costituisce, di fatto, un serio pericolo per la salute delle lavoratrici dell’utenza che accede a tali servizi. Le lavoratrici e i lavoratori non possono pagare, ancora una volta, lo scotto derivante sia da una programmazione/gestione del tutto inesistente sia dalla totale assenza delle figure dirigenziali di riferimento che pure dovrebbero avere cura delle risorse umane loro assegnate”.
Il segretario della Cgil chiede a gran voce che vengano adottate misure risolutive immediate atte a scongiurare i gravi rischi. “In caso contrario – minaccia la sigla sindacale – ci attiveremo verso gli organi predisposti”.
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