Luci al Pallozzi: dieci anni di Ovidiana

A dieci anni sei abbastanza piccolo per poter sognare. Puoi essere astronauta e puoi essere pompiere. Puoi ricercare la tua prima autonomia e allo stesso tempo credere alle fiabe. La tua favola puoi immaginarla, disegnarla sopra un pezzo di carta con gli acquarelli. Se sei bravo puoi anche scriverla su un quaderno. Se sei abbastanza sognatore puoi anche crearla la tua storia. A Sulmona, da dieci anni c’è una storia che qualcuno ha voluto scrivere. Ha preso un foglio bianco e ne ha tinto una metà di rosso. Una copertina tanto semplice quanto attrattiva. E da racconto di campi in terra e reti metalliche a dividere tifosi e calciatori è diventato un romanzo chiamato Ovidiana Sulmona.

E’ l’estate del 2014. La stagione del ritorno biancorosso in Serie D si è trasformata da sogno ad incubo. Un saliscendi nel modo onirico: dalla partita per i vertici della classifica contro l’Ancona alla debacle nel play out contro l’Amiternina. In comune c’è solo il risultato: 0-3. In mezzo ci sono mesi vissuti sulle montagne russe. I sogni di gloria del semiprofessionismo, le dimissioni del direttore Giorgio Bresciani, lo smantellamento della rosa, il manto del Pallozzi ghiacciato prima della partita (rinviata) contro il Matelica e l’arrivo in panchina di Pasquale Luiso. Roba per cuori forti, insomma. E se a mancare, nel gennaio di quell’anno, a un certo punto furono i tesserati, chi ha sempre vidimato la propria presenza tra i gradoni sono stati gli ultras ovidiani. L’annata termina con il ritorno in Eccellenza. Il titolo sportivo del Sulmona 1921, però, è salvo. Il paziente è vivo, ma resta in terapia intensiva.

L’afa di agosto porta avvoltoi in volo e nubi di incertezza sul pallone sulmonese in costante agonia. L’iscrizione in Eccellenza balla sul filo di lana. Qualche giocatore è stato chiamato e inizia la preparazione atletica con il Sulmona Calcio, senza certezze né di titolarità né di categoria. Gli ultras decidono di riconsegnare il cuoio ai valori della città. Prima è una folle idea. Qualche giro di messaggi e telefonate. Poi le riunioni, fino alla sera 22 agosto 2014, quando in un locale a cavallo tra piazza Carlo Tresca e Corso Ovidio vede la luce l’Ovidiana. Dal “settore Prato” al prato, quello del Pallozzi. La rotta da seguire è quella del calcio popolare, già tracciata ad alti livelli in terra d’Albione nel 2005, con la nascita dell’Union of Manchester. Il viaggio inizia dagli impianti sportivi di Pettorano sul Gizio. I primi allenamenti alla fresca ombra del Genzana che si bilancia al caldo favore ricevuto dal progetto di calcio popolare. Tant’è che per allestire la prima rosa agli ordini del mister Panfilo Doria sono stati necessari i provini, per scremare decine di calciatori desiderosi di vestire “l’altro” biancorosso. Perché, intanto, il Sulmona 1921 riprende l’attività agonistica. Ma in città i gradoni li riempie l’Ovidiana, in Terza Categoria, con 1.000 presenti nel derby contro il Pratola. Scenari stravolti in dodici mesi. Gli stadi da migliaia di posti si rimpiccioliscono. Le distanze per le trasferte diminuiscono. Gli avversari non si chiamano più Vis Pesaro e Fano, ma Guido Liberati e Villavallelonga. La passione dei tifosi è inversamente proporzionale al valore della categoria. Fanzine, centinaia di tessere per i soci sostenitori e gradinate colme di sciarpe biancorosse. Roba rara a certe latitudini calcistiche.

Per la promozione toccherà attendere un paio di stagioni. E’ il 7 maggio 2017, quando sul neutro di Fossa un gol di Orazio Alosi regala la seconda categoria ai ragazzi di Leonardo Vujacich. Un anno dopo arriva il grande salto: la promozione in Prima Categoria sfuma ai play-off. L’ascensore del destino, però, porta i biancorossi a piani ben più alti. Si formalizza la fusione con il Sulmona Ofena. Per L’Ovidiana Sulmona si spalancano le porte del campionato di Promozione. Oreste De Deo è il nuovo presidente, e l’obiettivo è sempre lo stesso: sostenibilità e ideali di un calcio popolare che non vuol dire però recitare il ruolo di Cenerentola. Play out vinti contro il Sant’Anna Chieti, poi un terzo posto prima dell’avversario invisibile del Covid che ha congelato ogni campionato, più forte di qualsivoglia categoria. La pandemia poteva essere una condanna, diventa il trampolino di lancio per abbracciare l’Eccellenza nel 2022. Sette anni dopo, tra pozzanghere e pozzolana, il pallone ovidiano è tornato nella massima serie regionale. La strada sulla quale rotola è ancora lunga, ma a guardarsi indietro i chilometri macinati sono già molti. Dalle selezioni a Pettorano agli allenamenti congiunti con la Lazio. Dal derby peligno contro i Nerostellati, a quello contro L’Aquila, con tanto di vittoria in Coppa con le reti di Salas Garcia e Francesco Di Cicco. E poi il carburante della passione: spalti gremiti e città tappezzata di adesivi biancorosso, che hanno scavallato anche i confini regionali e nazionali. Quasi a dimostrare che uno scoglio non ferma la furia del mare.

Oggi sarà tempo di festa nel sacro tempio del “Pallozzi”. Dalle 09:00 a mezzogiorno il mini torneo under 9-10 e under 14-15. Nel pomeriggio spazio ai grandi e alle vecchie glorie, con 6 formazioni miste composte da giocatori attuali ed ex che hanno vestito la maglia biancorossa in questi dieci anni. Dalle 20:00 il pallone e gli scarpini restano negli spogliatoi e la festa si sposta al giardino San Panfilo, in via Crispi 5. La musica dei Vaskomania tribute Band farà da sottofondo alla cena e alle dieci candeline sulle quali soffiare.

2 Commenti su "Luci al Pallozzi: dieci anni di Ovidiana"

  1. MA QUINDI QUEST’ANNO è CONFERMATA L’ISCRIZIONE IN ECCELLENZA?

Lascia un commento

Il tuo indirizzo mail non verrà mostrato.


*