Sorridente e smagliante anche senza il body della ritmica. Una campionessa che ha conquistato podi mondiali, orgoglio azzurro e abruzzese, Fabrizia D’Ottavio protagonista della conviviale Panathlon al Meeting Hotel di Sulmona, parla del suo percorso da ex ginnasta, ora consigliere in Federazione Italiana. Una carriera, la sua, costellata da tante vittorie e traguardi dentro e fuori la pedana, ma anche di tanti sacrifici. Un palmares ricco: campionessa italiana categoria Allieve nel 2001 Vice campionessa italiana Senior, bronzo alle Gymnasiadi in Francia, nel 2002 entra ufficialmente nel Team Italia, Giochi Olimpici Atene, argento, 2005 Mondiali Baku 1 oro, 2 argenti, nel 2006 Europei Mosca con 2 argenti, 1 bronzo, 2007 Mondiali di qualificazione Patrasso 3 argenti.
Com’è arrivata la scelta di questo sport?
E’ stato in realtà un incontro casuale. Allora non conoscevo ancora la ginnastica ritmica, non se ne sentiva parlare molto. Avevo cinque anni quando andai a vedere con mia madre una gara di ritmica al Palatricalle di Chieti e rimasi colpita da queste ginnaste e dallo sport. Ho cominciato nella mia città Chieti, poi è arrivata la convocazione nazionale nel 2001 e il trasferimento a Desio, giorni intensi scanditi da allenamento, studio, anche di sera, la vita vissuta con le altre ragazze della squadra, insieme, fuori e dentro la pedana
Esercizi, allenamenti, uno sport di abnegazione e sacrificio
Si, tanto sacrifico e anche qualche rinuncia, ma allo stesso tempo tanta passione, determiazione e pazienza. Uno sport che richiede precisione nell’esercizio che deve essere pulito, in cui bisogna raggiungere quasi la perfezione, quindi tante prove, tante ripetizioni, allenamenti prima delle gare anche di 8 ore al giorno, certo il tempo libero era poco. Tanti insegnamenti però e la perseveranza sempre in tutto il percorso. Uno sport che dà molta disciplina anche nella vita, che aiuta a capire e gestire vittorie e sconfitte, che dà autocontrollo ed insegna ad ottimizzare i tempi
La vita da ex ginnasta ora consigliere federale, ci descriva questo passaggio
E’ stato strano trovarmi dall’altra parte, da ginnasta a consigliere federale una veste completamente diversa ma con un fondamentale filo di continuità un’opportunità per capire, rappresentare le necessità degli atleti in Federazione, a livello sportivo personale, un modo per essere vicina a loro avendo vissuto in prima persona la vita da ginnasta.
Uno sport di luccicchii e bellezza ma anche di tanto rigore
Si, siamo tutte in questi body con glitter, pailletes, belle, ma dietro c’è tanta concentrazione, determinazione, nell’esercizio, nella gara. Siamo piccole guerriere pronte con tanto lavoro e fatica dietro a dare il massimo. Certo però non come dei robottini, da qualche anno infatti viene dato molto peso all’interpretazione alla musicalità. E per una ginnasta la musica è una parte essenziale, attraverso la musica, l’esercizio deve comunicare emozioni. L’alimentazione sana, anche qui qualche rinuncia ma voglio ribadire che il fisico, il corpo di una ginnasta ritmica è un magro salutare non parliamo di malato o costrizioni o altro.
La vita di squadra e alle atlete di oggi cosa consiglia?
Si vive in squadra come azzurre, insieme non solo negli allenamenti ma anche nella vita di tutti i giorni a casa. Il lavoro di gruppo, l’unione, capire e migliorarsi, assorbire, valutare le criticità, i punti di forza, lavorare bene per un obiettivo, la forza è proprio nella squadra, lo stare insieme per un traguardo, questo dà ancora più valore nello sport. Penso alla vittoria sraordinaria del mondiale quando abbiamo battuto per la prima volta le russe, ginnaste che per noi rappresentavano la perfezione. Alle piccole atlete voglio dare il mio augurio e il consiglio di non scoraggiarsi mai e realizzare i propri sogni, perseveranza questo si sempre, in un percorso in cui non si può volere tutto e subito ma guadagnare l’obiettivo.
Anna Spinosa
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