Si parlerà di cooperative di comunità domenica 18 febbraio a Campo di Giove, strumento che sempre più comuni stanno promuovendo per far fronte al problema dell’assenza di lavoro. Si tratta di un “modello di innovazione sociale” in cui i cittadini diventano fruitori e produttori di beni e servizi dando una spinta all’economia e creando allo stesso tempo una sinergia all’interno della comunità, che poi è la cosa più importante.
La teoria si traduce in pratica con la messa a sistema di un circolo virtuoso che deve partire dalle risorse di un comune, dalle attività dei cittadini e delle imprese che operano sul territorio in base al principio della mutualità. In questo senso tutto ciò che viene fuori dal lavoro della cooperativa deve avere un riscontro stabile sulla qualità sociale ed economica della comunità stessa.
L’obiettivo principale diventa quindi la sua valorizzazione, ancora prima del tipo di cooperativa che si va a creare. Al centro c’è, dunque, il capitale umano la cui partecipazione deve essere il cardine principale. E poi ogni comune, ogni comunità la modella in base alle proprie esigenze.
Per Campo di Giove il progetto vuole mettere in “evidenza il bisogno di ottenere una risposta lavorativa partendo dalle valorizzazioni e conservazioni delle tradizioni, risorse naturali, economiche, sociali e culturali presenti nel territorio” si legge nella nota dell’amministrazione. Il primo passo di un lungo viaggio e l’appuntamento di domenica alle 17.30 presso la sala conferenza di palazzo Nanni. A parlarne ci saranno il sindaco Giovanni Di Mascio; Massimiliano Monetti, presidente Confcooperative Abruzzo; Marina Paolucci, responsabile sviluppo Concooperative Abruzzo; Manuela Cozzi, agronoma.
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