Non si fermano le fiamme, bruciano la montagna dei sulmonesi, il rifugio di santi, eremiti e peccatori. Ai piedi del Morrone c’è il silenzio interrotto dal crepitio dei rami che ardono e cadono, c’è il buio squarciato dal bagliore accecante delle fiamme: un magma che scioglie il cuore prima della vista.
C’è una comunità che all’ombra del Morrone è cresciuta e che all’ombra del Morrone vive, una comunità ferita e impotente davanti a quella torcia enorme che con le ceneri si porta via i ricordi, le speranze e il futuro.
I danni sono enormi, incalcolabili e non certo definitivi. Quel che si temeva è accaduto: i due, solo due, Canadair, intervenuti forse con troppo ritardo, non sono riusciti a fermare il fronte dell’incendio sviluppatosi nel pomeriggio e innescato da qualcuno, un piromane che da giorni sta attentando alla natura protetta del Parco della Majella. Il vento e l’assenza di pioggia ha fatto il resto: ha disfatto, per mano di uno o più folli, quello che la natura aveva costruito in decenni.
“Maledetti” è l’aggettivo più usato sui social all’indirizzo dei responsabili o del responsabile di questo colpo mortale inferto al territorio.
Un colpo che, però, era prevedibile e arginabile.
Lo aveva messo nero su bianco il presidente del Consiglio dei ministri, in una circolare indirizzata a tutti i presidenti di Regione il 13 giugno scorso e nella quale, anche in virtù dell’accorpamento dei forestali con i carabinieri, era necessario provvedere “ad organizzare i propri sistemi regionali di antincendio boschivo, in termini di risorse umane e di mezzi terrestri ed aerei, nell’ottica della maggior efficienza possibile al fine di garantire adeguati livelli di risposta, specialmente in quei contesti nei quali esisteva un collaudato e consolidato rapporto di collaborazione con il preesistente Corpo forestale dello Stato”, e dove se non nel cuore dei Parchi.
Dunque “l’opportunità che vi sia sul campo un sistema di squadre per l’avvistamento/sorveglianza e lo spegnimento da terra, da distribuire secondo le caratteristiche del territorio e le previsioni giornaliere del pericolo incendi, con il supporto della flotta aerea regionale antincendio boschivo. Le attività di spegnimento potranno, altresì – scriveva Gentiloni -, essere supportate, come concorso residuale e non primario, con i mezzi della flotta antincendio di Stato coordinata dal Dipartimento della protezione civile, su richiesta delle Sale operative unificate permanenti quando gli incendi risultano non più controllabili con i mezzi comunque messi in campo delle strutture regionali”. E per non sbagliare il presidente del Consiglio faceva anche l’elenco: 16 Canadair CL415 e 4 elicotteri Erickson S64F, oltre agli elicotteri della Difesa e dei vigili del fuoco.
Una rete che in Abruzzo e per gli incendi che da tre giorni stanno devastando il Morrone e la Majella, passando per Monte Mileto, non si è vista.
Nessuna vedetta, due soli Canadair con tempi di rifornimento di almeno mezz’ora e neanche l’ombra di un elicottero la cui efficacia e velocità d’intervento sarebbe stata maggiore in questo caso.
“Ora la priorità è garantire la sicurezza e l’incolumità dei cittadini – scrive l’assessore regionale Andrea Gerosolimo -. Superata la fase dell’emergenza e misurati gli ettari di bosco incendiato, ci attiveremo affinché sia possibile un sollecito rimboschimento anche in deroga alle norme vigenti”.
Il sindaco Annamaria Casini aggiorna invece sul fatto che le fiamme sono arrivate a 500 metri dalle abitazioni, ma che i vigili del fuoco hanno fatto un allineamento di autobotti e i residenti hanno scavato trincee, tanto che “sembrerebbero non elevati – scrive proprio così – i pericoli di fuoco presso le abitazioni”. Sul campo domani, ma solo domani, alle 6 ci sarà il Dos (direttore operazioni spegnimento) a coordinare i “due Canadair e/o elicotteri – scrive la Casini – e le 5 squadre della Protezione civile della Regione Abruzzo (che si aggiungono alle 16 dei vigili del fuoco già sul posto, ndr). Di concerto con l’Assessore Gerosolimo e il presidente Luciano D’Alfonso è stato richiesto l’intervento di un terzo Canadair”.
Domani sarà un altro giorno, però. Un brutto giorno, di polvere e cenere.
A mettere il dito nella piaga e il silenzio dei notiziari RAI,Mediaset e sky
Con le manovre di depotenziamento attuare fino ora: Ospedale,chiusura carerma,vigili del fuoco,tribunale verso la chiusura…,si ha l’impressione che ci sia la volontà di cancellare dalle cartine geografiche la città di Sulmona.
Ci si sente abbandonati,in esilio senza meta…..
I probabili colpevoli? Basta capire chi ci guadagna da questo scempio e si possono trovare i colpevoli. Società che posseggono Canadair, volontari dei Vigili del Fuoco che incassano 10 E/ora, per un intervento inutile e non adeguato. Togliere i canadair dalle mani dei privati e restituirli all’Aronautica Militare, con zero costi di personale e probabilmente anche di carburante. Politici ogni tanto dedicate qualche minuto anche ai problemi del paese e non soltanto alle vostre poltrone. Vergogna state distruggendo quello che prima di voi era il Paese più bello del Mondo.
ragione da vendere,il sig. Roberto,i sig.politicialtroni hanno gia’ rilasciato dichiarazioni,comunicati,interviste,annunci,note stampa…tutti hanno piani,progetti,l’assessore regionale e’pronto con i finanziamenti….rimboschimento garantito,contratti,consulenze,coop.volontariato,amici,amici degli amici…tutto pagato dai contribuenti…esternalizzazione dei servizi,ricchi premi,bonus,profitti,vantaggi economici
per figli,figliastri,compagni di merenda…prima di tutto gli interessi particolari,privati,
personali…poi,eventualmente,forse,comunque nessuna garanzia per le soluzioni ai problemi della Collettivita’… pisteciclabili dal mare alla montagna,ovvie le ragioni:trasporto dell’acqua…
È giusto che si pensi già al rimboschimento tempestivo in tutti gli ettari di terreno bruciati. Ma vogliamo che si vada in fondo a questa storia trovando i responsabili della provincia e della regione…dei politici…e degli enti locali che hanno permesso che da un principio di incendio diventasse un vero inferno grazie alla loro inettitudine e indolenza nel non reagire tempestivamente per far intervenire tutti i mezzi a disposizione per soffocare sul nascere l’incendio. Hanno avuto una colpa tanto grande quanto quella dei piromani che ha appiccato fuoco a mio avviso!! Per questo pretendiamo i nomi e cognomi di tutti costoro che anno permesso questo scempio ambientale!!! Non vogliamo leggere i nomi di chi si fa bello a chiedere un aereo o un elicottero in più dopo giorni e giorni di fiamme senza che nessuno muovesse un dito… Non vogliamo i nomi di chi si adopera celermente al rimboschimento delle aree colpite… Noi vogliamo i nomi dei responsabili che hanno permesso il dilagare di un incendio infernale grazie alla loro inettitudine nel ricoprire cariche che evidentemente non gli competono!!! Questo è il pensiero che dilaga tra i tanti abruzzesi che vuole vederci chiaro sul perché si è perso tutto questo tempo prima di mettersi in moto per far fronte a un problema che già dal primo giorno si capiva fosse sfuggito di mano e che anche un bambino di 6 anni avrebbe intuito che un solo aereo non avrebbe fatto nulla di fronte a un incendio così vasto e in continua espansione ora dopo ora!!