Sono immagini strazianti per chi quei luoghi li ha vissuti e per chi vi è cresciuto, imbarazzanti per una città che sta abbandonando il suo patrimonio storico e monumentale e che lo vede cadere a pezzi, giorno dopo giorno, anno dopo anno. Dieci, in tutto, e qualcosa in più di chiusura e degrado per il liceo classico Ovidio e per l’annessa biblioteca comunale, immortalate dall’alto da un drone commissionato dalla cosiddetta “Fratellanza ortolana”, una ventina di ex – professori, presidi, semplici cittadini- che anche questa mattina sono tornati a vestire i panni degli uomini sandwich lungo corso Ovidio per denunciare lo scempio di inedia e indifferenza che avvolge la sede storica del liceo in piazza XX settembre.
Le foto che guardano dove a nessuno è permesso guardare da troppo tempo, restituiscono plasticamente quello che il liceo è diventato e che dall’esterno, con i muri scrostati e l’orologio fermo, è solo intuibile.
Nel cortile dove gli studenti fino a dieci anni fa spendevano le loro ricreazioni e scattavano le foto ricordo, è cresciuta incontrollata una specie di oasi: un albero al centro e un’aiuola di muschio ed erbacce intorno. Più in là il guano di piccone che ostruisce l’ingresso e le porte, mentre dalle finestre si intravedono i resti di vita e di morte di volatili e animali di fogna e sui muri si arrampicano edere spontanee.
Fuori, in piazza e lungo il corso, la protesta silenziosa della Fratellanza che si dice pronta a bonificare personalmente il sito e con un cartello, in particolare, che, al di là della richiesta di riapertura della scuola, chiede conto delle responsabilità di questo abbandono e degli errori burocratici e progettuali che lo hanno causato: “Chi ha vigilato sulla rispondenza del progetto alla normativa” si legge.
Già perché il progetto di messa in sicurezza della scuola non era quello che doveva essere, insufficiente a raggiungere il livello minimo di vulnerabilità sismica richiesto dalla normativa. E così oggi, dopo dieci anni, mancano all’appello 800mila euro per fare le cose a dovere. Quasi 5 milioni di euro in tutto per restituire alla città il suo simbolo, la sua memoria, la sua biblioteca, il suo liceo.
La Provincia, ha detto, farà il possibile per reperire le somme necessarie, mentre il Comune qualche giorno fa ha provveduto a nominare un nuovo responsabile unico del procedimento nella persona del l’ingegnere Alessio Caputo. Intanto il tempo passa e l’orologio del liceo resta fermo.
è possibile rendere visualizzabili le foto cliccandoci sopra?
Mi riferisco a quelle piccole inserite a metà articolo.
Fatto
Grazie mille!! 🙂
Liceo “Publio lOvidicoldrone”
Liceo “Publio lOvidicoldrone”
Ma sapete qual è il problema del liceo?
Me lo ha riferito un ingegnere che lo ha ispezionato. C’è solo una parete incrinata. Un danno minimo, che a detta del suddetto ingegnere, non ci vorrebbe niente per ripararlo, se solo lo si volesse veramente. Perché il sindaco non fa una visita con l’ing del Comuna?
Così come la Luciana Masciangioli, a vederla da fuori, l’intervento più impegnativo sembra essere il taglio dell’erba.. se il problema del Liceo Classico è una parete, alle elementari forse oltre l’erba va ritinteggiata qualche parete..