I lavori sono di fatto sospesi, qualche passaggio da finire sul tetto ancora, ma sostanzialmente nella sede del liceo classico di piazza XX settembre a Sulmona si prospetta uno stallo del cantiere. Il lotto per l’adeguamento sismico della struttura è infatti pressoché concluso e le chiavi non vengono riconsegnate solo perché sull’edificio, chiuso dal 2009, si deve avviare il secondo lotto, quello “funzionale”, che permetterà cioè alla scuola di tornare ad essere scuola: impianto elettrico e antincendio, cambio dei sanitari e rifiniture varie.
I soldi ci sono: 2 milioni di euro che la Provincia ha stanziato il mese scorso come promesso, per lavori che non dovrebbero costare più di 1,4 milioni. Perché questo finanziamento si trasformi in “cemento e cazzuola”, però, occorrono alcuni passaggi burocratici che, se si vuole riaprire a primavera o anche a settembre 2024, devono essere adempiuti con celerità.
Innanzitutto, è necessaria una variazione al Piano triennale delle opere pubbliche del Comune, con la quale cioè recepire il finanziamento della Provincia e autorizzare i lavori. E qui il primo problema: per fare la variazione è necessario il voto del consiglio comunale che, nel silenzio dell’estate afosa, sta consumando una crisi politica che non gli permette sulla carta di avere i numeri.
Poi, una volta approvata la variazione (non vogliamo pensare che qualcuno voglia mettersi di traverso), bisognerà commissionare il progetto e quindi decidere come procedere: se con gara d’appalto, che comporterebbe comunque tempi abbastanza lunghi, oppure con un affidamento in continuità alla ditta che ora sta operando sul liceo (la Salvatore e Di Meo) che permetterebbe se non altro di non smontare le impalcature già montate.
Quindi si dovrà passare alle opere e ai collaudi, dell’uno e dell’altro lotto, per poi restituire le chiavi alla dirigente scolastica ed eseguire il trasloco, anche questo da non sottovalutare, dato che libri e banchi mancano in piazza XX settembre da quasi quindici anni.
Sette mesi potrebbero essere sufficienti in una città “normale”, ma specie sulle scuole l’esperienza a Sulmona raccomanda prudenza a scetticismo.
Il regalo per il Dies Natalis numero 2067, insomma, al momento resta in forse. Sperando che almeno gli studenti possano tornare in centro storico a settembre del prossimo anno.
Ci vorranno ancora almeno un paio di anni, sicuro al 100 x 100..dico almeno..
Quando finiranno i lavori i miei figli saranno lontano da questa città senza orgoglio e amor proprio
Ecco qua, con mio sgomento,
che quest’amministrazione,
c’ha promesso il cambiamento,
non ha fatto granché azione.
Quel progetto, ad esempio,
era stato già incartato
da chi era prima “scempio”,
a sentir l’elettorato,
e doveva esser soltanto
eseguito a bella posta
senza lavorarci tanto
omettendo sol la sosta.
Ed invece, ecco qua:
quella sosta ora c’è stata !
Chissà quanto durerà ?
Ma si sa chi l’ha causata !
L’ha causata, dice il testo,
chi ha promesso grande azione
e ora genera il contesto
di una somma frustrazione
sia del suo elettorato
ch’a promesse ha creduto
sia al popol sfortunato
che da sempre qui ha vissuto.
Ricordiamo, quando al voto,
che a chi piace chiacchierare
spesso fallirà in toto
quando andrà ad amministrare.
Preferiamo sempre, e pure,
non promesse spesso urlate
ma sostanza e coperture
alle grandi chiacchierate !!!
Pasquino, grande poeta!👍
Poemi e poesie…!!! Speriamo non aprano mai come scuola questo edificio in vecchia muratura, è sismicamente pericolosissimo, molto vulnerabile.