“Licenziamento ritorsivo”, colpo di scena al Cogesa: non sussiste la giusta causa contro il Cda

E’ un colpo di scena quello che arriva dalla cancelleria del tribunale dell’Aquila che, dopo tanta attesa, ha emesso la sentenza relativa al caso Cogesa.

Un colpo di scena perché i giudici hanno considerato legittima la delibera di revoca adottata il 30 dicembre scorso dall’assemblea, legittimo il numero legale, legittima la convocazione, legittima la nomina (e quindi validi gli atti) di Franco Gerardini, ma non hanno riconosciuto la giusta causa per il “licenziamento” dell’ex consiglio di amministrazione, arrivando a sostenere che la revoca del Cda abbia avuto “una valenza ritorsiva e quindi abusiva del diritto” nei confronti dello stesso Cda che, in pratica, sarebbe stato “punito” per il fatto che quindici giorni prima aveva aperto lo stato di crisi senza avvisare l’assemblea. Stato di crisi, specifica il tribunale, che era solo nelle competenze degli amministratori aprire.

Una sentenza non senza contraddizioni, nella quale si evidenzia un possibile stato di crisi e di insolvenza della società, tanto da trasmettere gli atti alla procura della Repubblica per le opportune determinazioni, ma che riconosce il corretto operato degli amministratori nel gestirla, scaricando di fatto tutte le responsabilità della mancanza di liquidità sull’insolvenza dei Comuni.

Tutte le doglianze espresse nella delibera di revoca del Cda, secondo i giudici, sono immotivate: l’apertura dello stato di crisi è esclusiva prerogativa dell’organo amministrativo e quindi l’assemblea non andava avvertita; il ritardo nell’approvazione dei bilanci 2020 e 2021 è dovuto al ritardo della perizia sul Tmb e a quello della produzione dei Pef da parte dei Comuni (tra cui quello di Sulmona); il piano di risanamento già c’era (quello di tre anni prima) e il Cda si era uniformato ad esso, né, dicono i giudici, i ricorrenti “hanno fornito prova dell’inadeguatezza del piano predisposto dal precedente organo amministrativo” e poi, sostengono i giudici, non è vero che il Cda, di fronte ai quattro indicatori di crisi segnalati dai Revisori, sia rimasto inerte: invitando i Comuni a pagare i debiti, cercando una transazione con Asm e proponendo le nuove tariffe, poi non approvate dall’assemblea.

Infine sul rapporto di fiducia: deve essere valutato su elementi oggettivi da allegare alla delibera, cosa, sostengono, che non è avvenuta.

Il conto delle spese legali a carico dei soccombenti, ovvero il Comune di Pratola e Cogesa, mentre nella sostanza il Cda dovrebbe riavere indietro lo scettro della governance di Cogesa. Il cui disastro economico-finanziario e gestionale, a questo punto, non si sa da chi sia stato causato.

Per la partecipata si preannuncia un’amministrazione controllata mentre l’assemblea prevista per oggi è stata rinviata: Gerardini, a questo punto, non ha titolo per presiederla.

26 Commenti su "“Licenziamento ritorsivo”, colpo di scena al Cogesa: non sussiste la giusta causa contro il Cda"

  1. Non sono esperto di diritto e non sono neanche in grado di farmi un’opinione personale sulla vicenda e sulle specifiche responsabilità dei singoli soggetti. Doveva tuttavia essere un semplice servizio che si è trasformato in una questione intricata che non mi appassiona minimamente.
    In fondo si trattava di gestire un servizio pubblico, la raccolta e smaltimento rifiuti, per taluni comuni: nulla di più! Ed eccoci invece con l’ennesimo caso in Italia di mala gestione, di soldi pubblici bruciati e servizi deficitari. Accade nelle piccole realtà, come nelle grandi città; accade in qualunque settore dei servizi: i trasporti, la sanità, la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti.
    Si ha una sensazione di sfacelo, di decadenza e anarchia da basso impero.

  2. Cogesa erga sum | 18 Aprile 2023 at 14:16 | Rispondi

    E come volevasi dimostrare. Le sentenze si rispettano e non si considerano anomale perché non rispettano i propri desiderata. Perché quelli legittimati a giudicare lo hanno fatto il resto è fuffa

  3. Cogesa erga sum | 18 Aprile 2023 at 14:17 | Rispondi

    E come volevasi dimostrare. Le sentenze si rispettano e non si considerano anomale perché non rispettano i propri desiderata. Perché quelli legittimati a giudicare lo hanno fatto il resto è fuffa

  4. Bravo il sindaco con un anno ha fatto un guaio appresso all altro e mo con questi altri e quattro fa i sfragelli complimenti

  5. Dura lex sed l’ex | 18 Aprile 2023 at 14:27 | Rispondi

    Mesi e mesi di campagna mediatica poi arriva il tribunale e mette nero su bianco le responsabilità le colpe le negligenze dimostrando come la narrazione che molti hanno fatto della vicenda era faziosa e di parte. E ora? Si può far finta di rimandare sorpresi si può provare ad alimentare sospetti e complotti ma i fatti rimangono e qui qualcuno dovrà dare risposte, per le scuse bisogna essere onesti intellettualmente ma l’onestà intellettuale in questa vicenda non è mai esistita

  6. bene,benissimo,tutti a casa,chiudere immediatamente il carrozzone,imporre ai comuni debitori il pagamento di quanto dovuto poi cedere le quote al valore reale ad una delle migliori aziende in economia circolare,in rete tutte le classifiche delle eccellenze italiane,naturalmente tutte le informazioni,reports,approfondimenti,studi,analisi,ecc,ecc addirittura : chi,cosa,come,quando, perchè sull’organizzazione di un’azienda che si propone in economia circolare gestione rifiuti,e’ tutto nero su bianco,basta solo copiare,nulla da inventare,e, soprattutto normali responsabili,le Leggi ordinano: amministrare come un buon padre di famiglia ,non ci vuole un “Albert”,basta una persona capace ovvio con specifici meriti per raggiunti risultati,o no?

  7. Ed ora quei pochi Sindaci che hanno votato il 30 dicembre dovrebbero dimettersi a mio parere.

  8. Adesso si dovranno pagare i danni, moneta contante. E chi paga? Certo non il sindaco ma i poveri cittadini. Vergognatevi incapaci

    • Cosa c’entra in questa storia il tribunale dell’Aquila? Il tribunale compwtente deve essere quello di Sulmona..e cmq ,bando alle ciance,il cda responsabile di questo sfacelo deve andare a casa definitivamente e fare posto a chi è competente

      • Del suo commento ne risponderà di fronte le autorità competenti. Perché il tribunale competente, non spetta a lei stabilire quello che è, ha stabilito che il cda non ha colpe. Vediamo cosa deciderà circa le sue affermazioni. Rosicate pure ma dopo aver rosicato vi toccherà anche pagare

  9. Il giochetto vi è costato caro. Avete parlato e sparlato per mesi ora ci ha pensato la legge a chiarire, mi pare evidente che l’amministrare non è di vostra competenza.

  10. Figuracce Peligne | 18 Aprile 2023 at 14:58 | Rispondi

    Secondo il giudice quindi il Cda ha fatto bene il suo lavoro e Gerardini non poteva essere nominato! Magari se l’articolo narrava questa storia si toglieva quell’altra di faziosità che lo contraddistingue! Quando si perde è giusto ammetterlo, anche se a perdere sono gli amici….. complimenti (ironico) ai sindaci di sinistra e al comune di Pratola…. che hanno rimediato questa figuraccia! Certo un bello smaccò per la Di Nino che un Margiotta abbia fatto vincere la causa al Cda! No comment sul sindaco di Sulmona che rimedia l’ennesima figuraccia! E ora che la Scoccia passerà a Forza Italia in vista delle regionali mi viene da ridere….. certo avrà tutto l’interesse a far rimanere questa amministrazione considerato i guai che combina e gli insuccessi che infila uno dopo l’altro!… vogliamo Proietti al comando! Ahahahah

  11. Nella sentenza si legge, stato di crisi,dissesto finanziario, tutti i documenti dal 2018 alla PROCURA DELLA REPUBBLICA. Ogni cittadino intellettualmente onesto conosce come è stato gestito il COGESA negli anni.

  12. I capponi di Renzo, i capponi di Renzo. Non ci sono altre parole.I capponi di Renzo.

  13. Tutto molto più semplice
    Il sindaco di Sulmona non e’ adatto !! Cavallo sbagliato carissimi
    Dovrebbe avere la dignità delle dimissioni spontanee ma ha mostrato anche tracotanza e arroganza perciò occorre suggerirgli di andare a casa dopo simili prove di incapacità .

  14. a saper leggere | 18 Aprile 2023 at 15:50 | Rispondi

    quindi se ho ben capito i buchi in bilancio e lo stato di crisi si sono generati da soli. Questa sentenza è a dir poco una contraddizione in termini, sconcertante

    • Dura lex sed lex | 18 Aprile 2023 at 16:02 | Rispondi

      Evidentemente non hai ben capito.
      Il buco di bilancio e lo stato di crisi dipendono dai comuni che non pagano e invece di pagare perdono tempo a cambiare governance. Può piacere o meno ma questo stabilisce un tribunale e non un articolo una conferenza stampa o un commento su internet. E adesso forse servirebbe anche più cautela nel lasciarsi andare a opinioni fuori luogo per non trovarsi poi in compagnia dei tanti a pagare il conto di opinioni non veritiere. Capisco che a molti rode ma chi doveva decidere ha deciso e se lo ha fatto contro i desiderata di alcuni non inficia il valore di verità che questa sentenza ha rispetto a molte opinioni che alla fine erano solo tali e spesso faziose. Ps forse sarebbe ora che molti inizino a scusarsi invece di sparlare di complotti

  15. … ridimensionare immediatamente questa discarica… altrimenti chiudetela per il bene del territorio e di chi ci vive.
    La politica tutta, a prescindere dal colore delle magliette, è la sola responsabile di questa situazione… hanno creato “ un mostro” onnivoro di rifiuti.
    Bisogna ridimensionare… e riportare Noce Mattei alla sola raccolta, recupero e smaltimento dei rifiuti del territorio Peligno.
    Com’era in origine… per come è stata pensata e progettata.
    La “transumanza “ dei rifiuti deve essere vietata… per l’alto costo e inquinamento che genera.
    Bisogna avere il coraggio di rimediare agli errori di valutazione fatti… non si può continuare con questo sistema.

  16. Che brutto periodo. La politica si gioca in Tribunale … con i soldi dei cittadini di Pratola. Mah

  17. Che figura di merda dai sindaci ai megafoni ai saltimbanchi ….
    Mesi e mesi di narrazioni ad hoc smerdate e smentite dall’unica cosa che contava, i fatti…
    Si aspettano scuse, e risarcimenti, invece che urla al complotto agli ufo e a quanto altro

  18. Per una volta condivido totalmente le parole di colui che ha scritto che la “transumanza dei rifiuti deve essere vietata… per l’alto costo e inquinamento che genera.”
    Ritengo che, per Legge, i rifiuti andrebbero trattati esclusivamente all’interno della propria provincia, e solo con adeguati termovalorizzatori!
    È recente la notizia che la Svizzera intende bloccare i treni che portano i rifiuti di Roma Capitale in Olanda, dove vengono trattati a costi esorbitanti.
    Se ogni città si bruciasse, ovviamente in forma ecosostenibile, i propri rifiuti all’interno dei propri confini provinciali, con un sistema efficiente di raccolta, differenziazione e trattamento, non vedremmo quegli spettacoli indecenti di rifiuti di ogni genere straripanti dai cassonetti, con topi, gabbiani e persino cinghiali che vi pascolano intorno. Scene di inciviltà che rovinano l’immagine dell’ Italia intera.

  19. Purtroppo da noi, la INCAPACITA’ oramai conclamata dei POLITICI di turno fa si che a sedere sulle poltrone ci siano solo NOMINATI , pseudo ABUSIVI che si fanno chiamare AMMINISTRATORI senza uno straccio di curriculum che ne certifichi le competenze e capacità , senza nessuno che democraticamnente gli abbia eletti, ABUSIVI di POLTRONE RETRIBUITE CON DENARO DI TUTTI , ABUSIVI che NON debbano attestare capacita’ imprenditoriali e MANGERIALI ma solo conoscenze, parentele o convivenze con il POTENTE di TURNO .
    Povera Valle Peligna poveri i nostri figli

  20. … mi ripeto: “ Bisogna ridimensionare… e riportare Noce Mattei alla sola raccolta, recupero e smaltimento dei rifiuti del territorio Peligno. Com’era in origine… per come è stata pensata e progettata.“
    Ecco… tanto per evitare fraintendimenti…

    • Beh, adesso non esageriamo. Ci possono essere casi particolari a seconda del tipo di rifiuto, delle dimensioni del comune, delle sue peculiarità ambientali, geomorfologiche, sociali.. ecc. in cui lo “smaltimento in casa” non è per nulla fattibile o, comunque, non è consigliabile. In tali particolari casi va bene rimanere nell’ambito provinciale, purché con criteri “ecosostenibili” (da intendersi sostenibili ecologicamente ed economicamente).

  21. DIMETTEVI

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