Torna l’estate, torna quell’odore forte che i residenti delle Marane, da anni ormai, denunciano. Si tratta della discarica di Noce Mattei, un odore vivo tutto l’anno, un ever green, che ovviamente l’estate si fa più presente, vuoi le finestre aperte, vuoi il tempo degli abitanti passato più all’aria aperta.
A novembre scorso c’era stato l’incontro in Comune dove i residenti della periferia sulmonese erano stati rassicurati che si, tutto era in sicurezza e quindi quell’odore non era “nocivo” per la salute umana. Sta di fatto che per i residenti da lì niente più è stato fatto.
Così hanno deciso di costituirsi in un comitato pronto a far rispettare i proprio diritti, per iniziare attraverso un esposto da presentare alla procura. Mentre carabinieri forestale, Asl e Arta sono già stati contattati. Una situazione che non reggono più e che ha costretto alcuni a cambiare abitudini e case, un odore che “stalkerizza” il quotidiano nell’indifferenza dell’amministrazione pare.
Vogliono sapere anche, i cittadini esasperati, se le loro terre sono sane, se i raccolti sono puliti, compreso quell’aglio rosso di Sulmona che viene esportato a livello mondiale. Insomma, oltre alla salute, la preoccupazione comprende anche una buona fetta dell’economia locale.
Secondario, ma non per questo non importante, c’è da capire che fine abbia fatto la riqualificazione dell’area perché di cui doveva occuparsi il Comune. All’annuncio fatto, infatti, non è seguito alcun atto concreto.
E mentre gli uffici della partecipata si sono trasferiti in zona “neutra” ai residenti delle Marane non resta che mettere a punto una linea di difesa e tutela della proprio esistenza.
“Le analisi si fanno – rispondono dal Cogesa -, sono periodiche, ogni tre mesi. Oltre i campionamenti che fa l’istituto accreditato poi ci sono quelle dell’Arta che ovviamente arriva senza avvertire nessuno – sottolineano dall’ufficio stampa della partecipata -, fino ad adesso non sono venuti mai fuori valori preoccupanti, anzi, sono al di sotto di un decimo dei minimi di legge”.
E a spiegazione del cattivo odore: “Certo che col caldo può capitare che si possa sentire maggiormente. Quello che doveva fare Cogesa è stato fatto – aggiunge -. La società versa ogni anno al Comune 200mila euro al comune”, quell’indennizzo grazie al quale si doveva riqualificare la zona appunto. “d ancora: “Non c’è niente di tossico, non ci sono processi di combustione né additivi chimici” concludono dal Cogesa.
Simona Pace
Tranquilli, faranno un comunicato stampa per l’olezzo.
Poi posteranno anche su FB.
E comunque già si sono discolpati… la puzza è colpa del Comune 😲.
Strano che non abbiano incolpato i cittadini che fanno una spinta raccolta differenziata 😀.