La notizia era stata anticipata dal Germe, ma ora è diventata ufficiale con il deposito, questa sera, di una denuncia querela da parte della famiglia dell’infermiera del San Raffaele risultata positiva al Covid e che ha con molta probabilità contagiato anche i genitori.
Con l’accusa di lesioni personali colpose, infatti, i legali della famiglia della ragazza, Armando Valeri e Alessandro Margiotta, hanno chiesto alla procura della Repubblica di Sulmona di sequestrare la cartella clinica della paziente proveniente da Bergamo e dalla quale si presume “con altissima probabilità” sia arrivato il contagio nella clinica. Non solo: la richiesta è anche quella di acquisire tutte le bolle di acquisto e di consegna dei dispositivi di protezione individuali acquistati dalla San Raffaele, perché, si sostiene nella denuncia-querela, gli operatori non erano stati né avvertiti, né adeguatamente attrezzati per fronteggiare un caso a rischio.
La storia l’abbiamo già raccontata: la paziente, una settantaquattrenne di Teramo he era ricoverata a Bergamo per un intervento chirurgico, era stata trasferita alla San Raffaele il 10 marzo scorso “quando già erano in vigore le stringenti misure di spostamento dalle zone rosse, tra cui Bergamo – sostengono i legali – e questo senza che vi fosse una motivata necessità né di residenza, né di salute, visto che la clinica effettua riabilitazione”.
Non solo: secondo la querela la donna era arrivata in clinica già con evidenti sintomi di Coronavirus e la cosa non sarebbe stata segnalata né al personale, né alle autorità sanitarie.
Nella denuncia, formalmente sporta dal fratello dell’infermiera, si sottolinea come la stessa non avesse avuto altre possibilità di contagio se non quella nell’ambiente di lavoro e ancor di più i genitori che non si erano mai mossi di casa.
La richiesta dei legali è anche quella di prendere immediati provvedimenti, vista anche l’emergenza e il pericolo di ulteriore diffusione del contagio (anche se la paziente in questione è stata già trasferita a Chieti), tanto più che la paziente era stata visitata anche all’ospedale di Sulmona senza precauzioni.
Bravi…ottima iniziativa
Finalmente, avanti così, scavate scavate. La verità deve per forza uscire fuori!
inammissibile una svista (aver permesso l’ingresso in clinica di una paziente proveniente
da zona rossa) così grave da parte di una clinica privata… avrebbero dovuto rispettare protocolli sanitari nel rispetto dei pazienti e soprattutto del personale dipendente… ormai il danno è fatto… non ci resta che pregare
Appunto, il Covid19 è un virus pauroso e pericolosissimo solo per i cittadini che guardano la TV e guardando la TV hanno creato queste spaventose opinioni. Altrimenti per i medici e gli addetti ai lavori è un normale malanno che in due settimane i medici all’ospedale di Chieti,con semplice studio, riescono a curare facilmente con un efficace farmaco sperimentale.Se i medici a Sulmona prendono i COVID19 allora vuol dire che i medici tra dì loro sanno che lo possono curare , soltanto che non lo dicono al popolo che continua a farsela sotto.
Ma che cazz stai a di. Infatti dall’inizio covid in Italia sono morti 10000 persone.
Appunto, dall’inizio Covid19 in Italia sono morte sessantamila persone per saldo naturale ,soltanto che la TV ti ha prospettato questi diecimila in prima pagina come morti speciali quando sono nella media annuale, tanto la credulità popolare è una miniera d’oro ben nota.Le tre maggiori commedie di Molière riguardano i medici, figursti.
Difatti hanno un comportamento scientifico tra di loro sapendo che una qualsiasi epidemia virale la contrastano che n le conoscenze in loro possesso,mentre hanno un comportamento finanziario verso il popolo ignorante e lo lasciano nella paura per cavarci denaro ,con appalti di urgenza, macchinari,assunzioni, pagamento di straordinari, ed ogni altro malaffare. Quindi se fanno arrivare i Covid19 a Sulmona,tra di loro sanno chiaramente quello che fanno.
Il popolo non ha studiato, perciò paga pegno come tutti gli ignoranti.
Bravi, andate avanti, avete il supporto di tutti. Un vero attentato alla popolazione peligna. Mi meraviglio di come la direzione generale di Roma non abbia sollevato dall’incarico qualcuno. Ne vale la reputazione della struttura stessa.
Tranquilli , questi sono potenti non li tocca nessuno, men che meno la nostra magistratura che usualmente è forte con i deboli……..
Non succederà niente.
Con Margiotta è Valeri…non penso !!! alzeranno i sederi dalle sedie!!!
Anche se margiotta è valeri sono dei bravi avvocati, state tranquilli che anche i vertici hanno il meglio del foro e sono protetti dal poltrinificio della politica. Quindi finirà tutto in una bolla di sapone.
Che tempismo gli avvocati… ma credo che in un’emegenza nazionale. Dove il 60 per cento è asintomatico non ha senso fare questa richiesta di fascicoli. Non potranno mai dimostrare che il contagio è avvenuto li. E di questo passo, a ritroso, denunciamo il governo cinese…mi sembra solo una causa pubblicitaria per gli avvocati.
Ma cosa sta dicendo, l’hanno scritto anche i giornalisti che la paziente di Bergamo presentava sintomi da covid già da diverso tempo e nessuno si è prodigato a fargli il secondo tampone. Io vedrei pure se ci sono gli estremi per una bella denuncia di pandemia colposa.
GIORGIO parlo per cognizione di causa. tra un mese questa storia sarà finita e ci dimenticheremo di questo cazzo di virus
Frekete che cognizione di causa che ha. Fra un mese ti devi stare accorto al contagio di ritorno