Lo hanno ricostruito in 3D l’eremo di Sant’Onofrio in modo da renderlo accessibile ancora prima di salirci su. Un progetto che i ragazzi dell’istituto d’istruzione secondaria Ovidio hanno presentato ieri a Roma nell’ambito di Unesco Edu insieme ad oltre 2mila studenti provenienti da 19 regioni d’Italia, ognuna con il proprio progetto. Per l’Abruzzo la scelta è ricaduta sull’eremo che campeggia al di sopra dell’Abbazia di Santo Spirito al Morrone, lì dove il papa del gran rifiuto Celestino V vestiva i panni a lui più consoni di Pietro da Morrone.
Un progetto condotto da Unesco Giovani per promuovere i patrimoni materiali ed immateriali grazie al sostegno economico del ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca. Uno tra i più significativi progetti attualmente attivi nella scuola italiana, ha affermato Paolo Petrocelli, presidente del comitato giovani della commissione nazionale italiana, che si è mosso tra la conoscenza delle diverse realtà e l’elaborazione di progetti da realizzare concretamente sui rispettivi territori con l’aiuto di partner pubblici e privati ed il tutoraggio dei giovani di Unesco. Un progetto che risponde a quel “principio di cittadinanza attiva” secondo il ministro Valeria Fedeli e a favore del quale “la scuola deve fornire a studentesse e studenti gli strumenti di conoscenza e le capacità critiche per potersi misurare sia con la bellezza e il valore del patrimonio culturale, sia con le responsabilità di conservazione, tutela e salvaguardia che ne derivano”.
Tra creatività, senso critico, capacità di innovazione, ha ribadito il ministro, passano gli strumenti e le possibilità per promuovere il territorio, in questo caso effettuata attraverso la “rete” di Unesco Giovani che per arrivare alla conclusione di questa parte di progetto ha interagito direttamente con gli studenti. Comprendere l’organizzazione mondiale ed i suoi programmi internazionali è stato il primo tema di una serie di lezioni frontali, insieme ad incontri che hanno coinvolti diverse professionalità. Nel caso dei ragazzi dell’Ovidio di Sulmona, guidati dal comitato abruzzese presieduto da Massimo Stringini, il progetto ha visto la partecipazione di Hi-Storia, del Parco Nazionale della Majella, Il Bosso, AmbeCò e Majambiente, che ha prodotto, nei fatti, il modello plastico ed interattivo dell’eremo in 3D.
Simona Pace
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