C’è chi, anche tra gli addetti ai lavori, la ritiene “una follia”, chi è più cauto, ma non meno critico e chi, invece, reputa il rientro a scuola in presenza lunedì prossimo fondamentale dal punto di vista didattico e piscologico.
Certo è che con i numeri degli ultimi dieci giorni c’è poco da stare tranquilli e con le nuove regole decise dal governo per la gestione dei contagi tra i banchi, il rischio di avviare una scuola a singhiozzi è più che concreto. Tempo una settimana, massimo dieci giorni e saranno molti a dover riaccendere il computer per seguire le lezioni.
“Sono favorevole al rientro in presenza, ma non alla giungla delle norme – dice il dirigente del Polo scientifico, Massimo Di Paolo – così si crea un’instabilità didattica che è dannosa, sia per gli studenti, sia per gli insegnanti: per la chiusura del quadrimestre stiamo avendo enormi difficoltà nell’applicare criteri di valutazione differenti a seconda del tempo trascorso in presenza, piuttosto che in Dad”.
Più categorica la sua collega, Caterina Fantauzzi, dirigente del Polo Ovidio: “Sarebbe opportuno che il riavvio della didattica sia fatto in Dad almeno per le prossime due settimane quando è atteso il picco dei contagi – dice la dirigente -. La Dad è uno strumento emergenziale ed ora siamo in emergenza, non solo per l’alta probabilità di contagiarsi, ma anche per le difficoltà nel trovare sostituzioni per i tanti insegnanti che sono positivi e ancora per i tanti studenti che sono contagiati o in sorveglianza e che decimeranno le classi in presenza già da lunedì. Ho firmato anche la petizione che l’associazione nazionali presidi ha fatto perché si eviti di tornare tra i banchi lunedì: le prossime due settimane, d’altronde, sono quelle di chiusura del quadrimestre e possiamo permetterci la Dad”.
Non tutti a dire il vero, perché se gli studenti del Polo Ovidio possono contare sui mezzi messi a disposizione dalla scuola, c’è una fetta di almeno ottanta famiglie nel Polo scientifico che ha perso il beneficio riconosciuto dal governo per la didattica a distanza: device, computer e abbonamenti dati che fino allo scorso anno erano garantiti per le famiglie disagiate e che quest’anno non sono previsti.
“La cosa che chi non fa scuola e fa le norme non capisce e non vede – ammonisce Di Paolo – e che con la Dad a rimetterci sono le categorie più fragili, quelle che non hanno famiglie strutturate alle spalle e che si trovano a doversi misurare in evidente svantaggio”.
La giungla normativa certo non aiuta i presidi, oltre che un servizio prevenzione che è già molto, troppo, in affanno. Perché le nuove norme che scatteranno da lunedì sono un ginepraio davvero difficile da attuare e in alcuni casi da comprendere in quanto a coerenza logica.
Negli asili nido e scuole dell’infanzia, dove i bambini oltre a non essere vaccinati non indossano neanche la mascherina, le lezioni si interromperanno in caso di un solo positivo per dieci giorni e per tutta la classe.
Nella scuola primaria nel caso di un positivo in classe si applica la sorveglianza (continuando ad andare a scuola) con un test antigenico rapido o molecolare da svolgere subito e da ripetere dopo 5 giorni; in presenza di due casi o più la classe va in Dad per dieci giorni.
Per le scuole medie e superiori con un solo caso le attività proseguono per tutti con autosorveglianza e uso della mascherina Ffp2. La quarantena e la Dad sono previste al secondo caso di positività per i compagni non vaccinati o i vaccinati e i guariti da più di 120 giorni, mentre per gli altri (compreso chi ha ricevuto il booster) continuano l’attività in presenza usando la mascherina Ffp2 e, per loro, la Dad per dieci giorni scatta soltanto al terzo caso di positività in classe, quando cioè si è in presenza in quello che si considera un focolaio.
La verifica del quadrimestre, chissà, potrebbe essere proprio risolvere l’equazione Dad.
Sosteniamo la linea prudenziale assunta e richiesta dai Dirigenti scolastici. A tutela di studenti, famiglie e personale tutto della scuola.
Professoressa Concetta Di Prospero
RSU polo IIS OVIDIO.
Rappresentante peligna
Cisl Scuola Abruzzo e Molise
Se quanto scritto è vero, una domanda andrebbe posta. Perché gli studenti disagiati del Polo Ovidio possono contare sui mezzi messi a disposizione della scuola mentre ci sono ben ottanta ragazzi del polo scientifico che non hanno la stessa possibilità?
Non sarà perché probabilmente l’Ovidio utilizza meglio e per fini didattici le risorse disponibili?
Quindi qualcuno vorrebbe dirmi che nel 2022 c’è gente che non ha internet flat a casa a meno di 25 euro al mese? La stessa gente che si lamenta che non ha device, perché non ha utilizzato il bonus pc per l’acquisto di device? Per la cronaca un tablet da 10 pollici android più che buono per la dad con 130 euro lo si prende su Amazon.
Condivido le parole della Professoressa Fantauzzi, un paio di settimane non nuocciono a nessuno. Chi è contrario venga in aula e si renda conto