Si è prima documentato sulla storia recente e antica di Sulmona per capire chi possa essere la donna di nome Luisa immortalata al centro della rotonda della villa comunale di Sulmona.
E non avendo trovato alcuna traccia di una Luisa legata alla identità storica e culturale di Sulmona, Mario Pizzola ha deciso di rivolgersi all’amministrazione comunale per chiedere spiegazioni sull’opera finanziata dalla Fondazione Carispaq e soprattutto sulla sua dedica. Con una lettera indirizzata al sindaco di Sulmona Pizzola vuole “sciogliere l’arcano” e avere risposte direttamente da chi, avendo approvato il progetto di riqualificazione della villa comunale deve “certamente conoscere l’identità, la vita e le meritevoli azioni” di questa Luisa. Che, a scanso di equivoci, che pure la domanda può ingenerare, non è Taglieri, figlia del presidente della Fondazione che ha finanziato il restauro della villa.
L’arcano in realtà è già sciolto, con una semplice verifica, dal Borgo San Panfilo, autore dell’opera e soprattutto della dedica. A Luisa D’Agostini, figlia di Checchino che alla villa comunale gestiva i giochi, prematuramente scomparsa, portata via da un’emorragia cerebrale nel 2014 che non le ha lasciato scampo e alla quale da sempre il Borgo San Panfilo dedica la gara dei ragazzi.
Non un personaggio “che abbia acquisito particolari benemerenze da parte della città”, tanto da essere ricordata e omaggiata con una dedica in un luogo pubblico, ma di certo una donna rimasta nel cuore di chi la villa la frequentava e che proprio quando venne sostituita la pavimentazione della rotonda, dieci anni fa, era deceduta nel giro di pochi giorni.
Eppure “la legge italiana parla chiaro – ricorda Mario Pizzola- strade, targhe o attestazioni pubbliche possono essere dedicate solo a persone che si siano distinte nel campo delle scienze, della cultura, delle arti, della politica dello sport o per le loro iniziative di carattere sociale, assistenziale, filantropico e umanitario”. E allora chi sarà questa donna la cui dedica è accompagnata da un piccolo cuore rosso?
Ma questo non è l’unico dubbio da sciogliere per Pizzola che chiede anche come mai, nella stessa rotonda l’acronimo S.M.P.E. sia diventato Salus Mea Pamphilus Est. Con buona pace del Sulmo mihi patria est del grande poeta Ovidio, lui sì parte della nostra storia e della nostra identità culturale.
Anche qui, però, Pizzola è poco documentato: l’acronimo si riferisce al motto di San Panfilo che è presente anche sul gonfalone del Borgo.
Resta in attesa di risposte Mario Pizzola preoccupato per la villa comunale di Sulmona che “oscillando tra una dependance ecclesiastica e un giardino di Nosferatu con alberi capitozzati”, con Luisa e il suo cuoricino rischia di diventare irriconoscibile. Ma la polemica sembra essersi trasformata in un boomerang.
Smettiamola di fare i pierini ed i farmacisti in servizio permanente effettivo. Certe “energie” se messe al servizio della collettivita’ potrebbero essere una risorsa.
Ma chi ha autorizzato sta cosa (qualsiasi significato essa avesse)?
No, perché se è stato il Borgo a chiederla ed ottenerla occorrerebbe una motivazione congrua in relazione all’interesse della collettività. Se no il primo che si sveglia in questa città è autorizzato a comportarsi come “ilmarchesedel Grillo”….io so io e voi non siete un….
Prima di tutto la lapide in ricordo esiste prima dei lavori della fondazione, sta là da anni, e il fatto che qualcuno se ne accorge oggi dimostra l’attaccamento per la villa a scoppio ritardato così come le inutili polemiche. Inoltre la stessa lapide è stata pagata dal borgo e non dai contribuenti che invece pagano spesso il prezzo delle azioni senza fondamento scientifico dei polemizzatori da tastiera e I signor no. Ed evidentemente qualcuno la ha autorizzata. Trovo vergognoso questo attacco verso il ricordo di una persona che evidentemente per una comunità cittadina ha avuto la sua importanza e ha lasciato un ricordo.
Non è un abuso edilizio.
Pa e chi valuta la congrua motivazione? Voi sul web? La polemica è di cattivo gusto e decisamente mal posta. E paragonarla al marchese del Grillo è una stupidaggine. Qua chi si comporta da marchese del Grillo è qualcun altro che pretende sempre di stare dalla parte del giusto per partito preso. Perché pizzola non chiede lumi delle aiuole in stato di degrado, degli escrementi dei cani non raccolti, dello spazzamento discutibile, della mancata manutenzione del verde (e per una volta che si decidono a farlo lui lo blocca).
Parlate di cose che non sapete non vivete domandare è lecito ma senza certe volgarità verso una persona scomparsa che svolgeva un servizio “pubblico” sicuramente più utile delle vostre inutili polemiche
Chi fa sbaglia …chi non fa non sbaglia mai !
A Sulmona rompete l anima alle migliori ditte e opere del territorio
Se si spendessero energie per fare altro anziché andare sempre a cercare il pelo nell’uovo sicuramente sarebbe meglio. Purtroppo è questa la mentalità di una gran fetta dei sulmonesi.
Secondo me veramente pensava fosse dedicato alla figlia di Taglieri senza sapere però che quella cosa esiste da anni e con la fondazione non ci azzecca nulla è stata pagata di tasca propria non con i soldi dei contribuenti.
Vuole togliersi lo sfizio, bene lo ha fatto vediamo cosa risponde il comune.
Intanto ha fatto come alcuni commentatori una figura squallida per una polemica volgare. E ha anche dimostrato quanto conosce e ci tiene alla villa comunale di cui si erge a difensore a tratti, cioè quando deve interrompere un servizio che la villa comunale aspettava da 15 anni e per chiedere lumi su una cosa che esiste da anni. Intanto lui continua beatamente a inquinare l’aria cittadina con una astra degli anni 90 che in molte città italiane neanche potrebbe più circolare. Ma si sa l’inquinamento che fa male è solo quello che garantisce visibilità
Questa sull’Opel Astra è un capolavoro!
Hahahahaaha
Forse Mario Pizzola ha un’Astra degli anni 90 perchè nella vita, piuttosto che pensare al proprio arricchimento personale ( che gli sarebbe riuscito bene date le sue qualità intellettive e culturali), si è sempre interessato del bene comune e della salute e dei diritti delle persone, specie di chi vive a Sulmona…a proposito: è assurdo affermare “Perché Pizzola non chiede lumi delle aiuole in stato di degrado, degli escrementi dei cani non raccolti, dello spazzamento discutibile, della mancata manutenzione del verde” ( il punto interrogativo non è stato messo)… se solo chi scrive conoscesse quella sola parte della vita di Pizzola dedicata alla tutela dell’ambiente non credo avrebbe mai fatto una polemica del genere; lui non si “erto a difensore”, come scrive qualcun’altro, Pizzola la natura la ha difesa davvero e non so quanti di coloro che qui hanno polemizzato lo hanno mai fatto. Guido