I dubbi si sono diradati dopo l’appello della maggior parte dei sindaci abruzzesi che gli hanno chiesto di mettersi alla guida di un vasto schieramento e tentare di ri-conquistare la Regione Abruzzo. Giovanni Lergnini è il terzo candidato in lizza alle consultazioni del 10 febbraio, la conferma è arrivata oggi dopo una nota nella quale lo stesso ex vicepresidente del Csm, spiega le sue posizioni.
“L’appello della maggioranza dei sindaci alla mia candidatura a Presidente della Regione, ha suscitato in me grande emozione ed ha rafforzato la mia responsabilità per la scelta da compiere. Si tratta di una volontà diffusa che non posso ignorare. Per questo mi rendo disponibile a candidarmi. Il mio intento – spiega Legnini nella nota – è di restituire alla comunità abruzzese la fiducia che mi è stata riservata e quindi mettere a disposizione dell’Abruzzo l’esperienza e le relazioni istituzionali costruite in questi anni”. “Non ho mai richiesto o sollecitato una mia candidatura, di cui certamente non mi sfugge il grande rilievo e impegno per i cittadini abruzzesi più che per la mia persona. Ho così voluto ascoltare tantissime persone, non solo quelle politicamente coinvolte, e da ultimo ho letto il contenuto dell’appello e i nomi di coloro che l’hanno sottoscritto”.
“Cercherò di dar vita ad una iniziativa politica che mi consenta di coltivare indipendenza ed inclusività – sottolinea – e che si rivolga direttamente alle donne e agli uomini abruzzesi e alle istituzioni locali. Avverto la necessità di dare forza alla nostra regione con una rappresentanza adeguata ai molti problemi che essa e i suoi comuni cittadini e imprese sono chiamati ad affrontare”.
L’appello a favore di Legnini presidente, d’altronde, porta in calce molte firme importanti, che denotano, a partire da quella del sindaco di Roccaraso Francesco Di Donato, uomo notoriamente più schierato con il centrodestra, la trasversalità della sua candidatura. Per la Valle Peligna ci sono i sindaci di Pacentro, Corfinio, Campo di Giove e Cansano (quelli cioè chiaramente di centrosinistra), ma ad aggiungersi al corso per la candidatura di Giovanni Legnini alla presidenza della Regione sono altri 158 primi cittadini di diversa estrazione politica. Un appello lanciato sul quotidiano Il Centro, che riporta l’intera lista, perchè per i sottoscrittori Legnini rappresenta un “uomo delle istituzioni”, esempio di “serietà e determinazione” e l’unico in grado di “sintetizzare le dinamiche” abruzzesi.
Il rilancio in primis, quello dello sviluppo per permettere ai giovani di restare e tornare; e quindi i servizi essenziali a supporto delle esigenze dei cittadini; l’innovazione, la sicurezza delle infrastrutture, l’ambiente e tutte le altre emergenze che attanagliano la regione, e non sono poche. I sindaci e i loro vice hanno inserito davvero di tutto nell’appello affinché Legnini possa correre alle elezioni del prossimo 10 febbraio: “Rivolgiamo un appello a chi secondo noi può determinare oggi una svolta. La sua candidatura ci rappresenta, e rappresenta la speranza in una Regione forte, autorevole, in grado di attrarre imprese ed investimenti, di migliorare i servizi e la qualità della vita e dell’ambiente, di dare valore al suo territorio e diventare una delle prime Regioni d’Italia e d’Europa”.
S. P.
grande Legno….unica persona seria nel panorama pddino.
Esiste ancora il PD?
La disponibilità di una personalità così affidabile, autorevolezza e credibile è la speranza più forte per l’Abruzzo di questi giorni.
Una raccomandazione mi sento di dargli: ridare autorevolezza alle sue radici politiche, nonostante tutto. Senza farsi travolgere dai “civismi” apparentemente dominanti. Non servono a governare. E gli Abruzzesi hanno bisogno di progetti, prospettive, senso di direzione. In una parola hanno bisogno di un programma e di governo.
all’aruech a tidrill sciassy cardil cadrec a gabon ect a lu piet fort fra
Al di fuori del mini programma indicato a fine servizio, quantomeno il nominativo risponde a una visibilità e notorietà politica da contrapporre all’attuale Governatore Regionale, nonchè andrebbe a riaprire un sfida di spareggio a distanza di 5 anni.
Il difficile è trovare il giusto amalgama politico, diversamente il verdetto finale ahimè è già noto.