Le vetrine per celebrare l’8 marzo, l’iniziativa de La Diosa

Le dimostrazioni di inclusività, di uguaglianza, di valori condivisi, sono profondamente significative perché sono l’unico modo per combattere coloro che cercano di limitare i diritti e reprimere le voci di dissenso. Ad affermarlo è l’Associazione La Diosa che per il periodo dell’8 Marzo ha lanciato a Sulmona una propria iniziativa.

“Abbiamo deciso di accendere i riflettori su tutte quelle notizie, positive e negative, che hanno avuto come protagoniste le donne e che non hanno ricevuto attenzione dai media, social e in generale i mezzi di comunicazione più popolari – scrive La Diosa -. In segno di fiducia nel futuro della nostra città, di solidarietà alle attività commerciali del Centro Storico e nella speranza di poter tornare presto a passeggiare guardando le vetrine, abbiamo chiesto disponibilità a 14 negozi che addobberanno le proprie vetrine con uno dei 14 manifesti che riportano una delle notizie positive o negative. Sulmona e i suoi commercianti hanno aderito con entusiasmo e calore e confidiamo proprio in questa fiducia che tutti ci hanno dimostrato per raggiungere l’obiettivo di far conoscere, sensibilizzare, avvicinare tutti al mondo delle donne, dei loro successi ma anche dei soprusi che devono sopportare. Dal cuore della città il dialogo continuerà sui social (pagina facebook  e Istagram)in cui settimanalmente saranno postati gli stessi manifesti. A chi vorrà, chiediamo di condividere i messaggi al fine di raggiungere il più alto numero di persone”.

I negozi che hanno aderito all’iniziativa sono il Conad di via Mazzini e via Sallustio, la gelateria Di Silvio, Cocco pellettrie, Whiteandmore, Donna In, Bar Europa, Antonelli abbigliamento, Artigianato artistico abruzzese, Hobby foto, Fruscio, Capriccio di Silvia, Blu eyes, Piccadilly.

Continua l’associazione: “Si è appena concluso un anno di pandemia in cui la donna ha dimostrato certamente di avere risorse sconosciute ai più che le hanno permesso di dividersi tra smart-working e figli, di barcamenarsi tra DAD e lavoro, di essere protagoniste di scoperte e cambiamenti importanti. Eppure il 2020 e, a seguire, il 2021 è stato il periodo in cui abbiamo contato più femminicidi, in cui abbiamo accolto più donne per violenza domestica, in cui registriamo più donne che hanno perso il lavoro. Tutto questo sta a significare che è sempre la donna che paga il prezzo più alto. Ed è questa la notizia che dovrà echeggiare nella giornata che celebra la donna, soprattutto quest’anno in cui poco saremo distratti da corse a improbabili regali e prenotazioni al ristorante”.

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