Le ragioni di un nastro

Comunicato stampa, taglio del nastro e giacca di ordinanza: quella di ieri è stata una giornata “memorabile” per i sulmonesi che dopo mesi di attesa e anni di disagi, sono tornati a poter percorrere addirittura viale della stazione. Si, d’accordo, i lavori non sono proprio finiti, l’asfalto è da completare, i marciapiedi non sono previsti ancora nel progetto e poi resta quella fastidiosa buca aperta sul ponte, più una voragine a dire il vero, ma fin quando qualcuno non ci cade dentro chi se ne accorge.
L’inaugurazione fatta ieri dal vice sindaco/assessore ai Lavori pubblici Nicola Angelucci e dal presidente Saca Luigi Di Loreto, con tutti ma proprio tutti gli addetti ai lavori, per la riapertura dell’arteria cittadina non è stata proprio una genialiata comunicativa e la Rete c’ha messo poco a trasformare quella forbice in un boomerang.
“Ho tagliato l’erba in giardino, che devo fa’ l’inaugurazione” ironizza il socialista Massimo Carugno e a seguire tutto il sarcasmo che i social possono scatenare. E sta bene l’altro assessore, quello al “gas” (delega vera, di cui si cerca ancora di comprendere il senso) e alle partecipate, Stefano Mariani, a spiegare che non si tratta solo di rifare l’asfalto ma di mettere fine ai continui allagamenti della zona con un’opera di ripristino fognario.
Per i cittadini, scatenati su Facebook, si tratta di una “passerella inutile”, di una “messa in scena ridicola”, perché insomma si inaugurano le opere nuove e non quelle di ordinaria o straordinaria manutenzione. Che sempre manutenzione è.
L’assessore però va capito, almeno un po’ di indulgenza: perché senza neanche un’opera pubblica fatta, né iniziata in questi due anni (se si esclude la piattaforma ecologica) c’era il rischio di farle arrugginire quelle forbici e che la giacchetta d’ordinanza passasse fuori moda. Ora poi che la sovrintendenza ha fatto capire che anche l’altra opera (che nuova non è), quella della scalinata di Santa Chiara, non sarà possibile aprirla ufficialmente nei tempi sperati (il 18 luglio) dall’amministrazione comunale. Qualcosa bisognava pur inventarsi per far sentire che c’è qualcuno a Palazzo, visto che di scuole neanche l’ombra di un cantiere (a parte l’Isola Felice) e neanche dell’ufficio preposto annunciato a novembre scorso. Del Polo unico poi meglio non parlarne che si riaccendono i fuochi in maggioranza e il ponte di via Gorizia sempre un cumulo di sabbia rimane.
Il settore addetto, il quarto, si è ora dotato di due geometri a tempo determinato, uno tra l’altro con esperienza amministrativa e politica nel Comune di Prezza dove è consigliere comunale, rigorosamente di maggioranza. Chissà che sia sufficiente ad invertire la rotta, perché i poveri cittadini e comuni mortali sarebbero disposti anche ad assistere al taglio del nastro per ogni buca riparata, purché qualcosa si muova in città.
Il taglio del nastro anzi sarà concesso anche per le opere immateriali come la riorganizzazione della macchina amministrativa, questo ectoplasma sconosciuto e dimenticato, che poi sarebbe prodromica ad un Comune efficiente o anche solo normale. Dove le opere si programmano, si finanziano, si realizzano e poi si inaugurano. Dove la manutenzione è manutenzione, e si fa, ordinaria o straordinaria che sia, senza troppi fronzoli, nastri e giacchette.

3 Commenti su "Le ragioni di un nastro"

  1. bene, e’ stata inaugurato un tratto(2.8 Km dei 7 pronti il tutto per solo 7 milioni)) di un’ opera vera;garda by bike,naturalmente giacchette d’ordinanza,utile anche e soprattutto come attrattore turistico,si una pista ciclabile…..noi nel borgo tra vassalli minori,servi,quaquaraqua’,gleba credulona siamo ancora” al fognario”,sicuramente per far ballare i topi,cilatroni incapaci con giacche di ordinanza,altro che efficienza,operosita’,validita’,capacita’,funzionalita’,organizzazione,ecc,ecc ..opera di che?o no?

  2. Ho messo in ordine il garage e cambiato la lettiera del gatto. Mi spetta una targa?

  3. Ma taglio del nastro di cosa? Parliamo di ordinaria amministrazione. Qui a Sulmona pensiamo che le persone mangiano con acqua e cultura o con i gemellaggi. Nessuno che pensa a creare nuovi posti di lavoro ed opportunità…le opportunità si creano solo per chi fa parte del circolo. Fascie disagiate che devono fare ogni giorno i conti con la realtà per cercare di far quadrare i conti a fine mese. Povera Sulmona.

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