Sarà stato l’anno del ritorno, quello delle radici. O forse la voglia di cercare la vita autentica dei paesi, piuttosto che le spiagge e le vetrine affollate dal turismo di massa. Da Prezza a Bugnara, passando per Introdacqua: grandi eventi e grandi numeri. Quest’anno, forse più degli altri, i centri dell’Abruzzo interno sono stati presi d’assalto dai visitatori. Anzi dai visitatori-padroni. Perché questo, ormai, sembra essere un trend non più passeggero e mordi e fuggi, ma un fenomeno di investimento.
Dopo gli hotel, i bed and breakfast, le guest house e le case vacanze, da qualche anno ormai la nuova moda è quella della “casetta nel borgo”.
Appartamenti, spesso vecchie catapecchie, ad uno o mille euro poco conta, che un’orda di barbari – nel senso di non romani – ha acquistato e sta acquistando per ristrutturarle e farsi così un rifugio “in terra di Augusto”.
Non è solo turismo in alcuni casi, ma un’opa di comunità che, però, la comunità rischia di distruggerla. Perché a lungo andare e a lungo vendere, il rischio è che quei paesi diventino davvero borghi, una specie di villaggi vacanza, finite le quali chi resta raccoglie i cocci. Con la desertificazione e i negozi stagionali, i servizi a singhiozzo, le scuole che chiudono, perché si sa, le vacanze sono vacanze.
E nel villaggio del borgo c’è chi si è organizzato da solo per renderlo più divertente, come ad Introdacqua dove “i barbari” hanno messo in piedi l’Introsounds, un festival vero e proprio di musica e non solo che ha riempito le piazze e il cartellone estivo del paese. Decidendone, in un certo senso, l’indirizzo culturale.
Un fenomeno che il sindaco Cristian Colasante saluta con orgoglio e quasi incredulità: “Quello che sta accadendo ad Introdacqua negli ultimi anni sarà oggetto di studio prima o poi – scrive il sindaco -. Intere famiglie di Inglesi, Irlandesi, Scozzesi, Americani ecc che stanno investendo sul nostro paese nonché molteplici famiglie dai paesi limitrofi. Oltre 60 abitazioni sono state acquistate negli ultimi 5 anni e la richiesta aumenta quotidianamente”.
Ieri, però, il sindaco ha dovuto rincorrere e ricorrere ad una ditta privata per riempire il serbatoio dell’acqua potabile: la siccità e troppe presenze hanno messo in crisi il villaggio. Case che pagano l’Imu comprese.
“È un lucido esempio di neocolonialismo. Le famiglie italiane non possono comprare casa così lasciamo spazio ai nord europei – dice polemicamente Savino Monterisi, scrittore della restanza e nostro collaboratore -. In Italia i salari sono al palo da trent’anni e le case nei paesi restano alla mercé di ricchi investitori soprattutto stranieri. Nel mentre non abbiamo adeguate politiche pubbliche per l’accesso alla casa dei meno abbienti – anzi nei paesi non esistono proprio. Continuiamo a raccontarci che va tutto bene: le case a un euro, i bed and breakfast che prendono il posto degli affitti a lungo termine, il falso mito del turismo che ci salverà. Intanto ragazzi e ragazze se ne vanno e non tornano più e chi vuole farlo è impossibilitato dalla bolla su affitti e vendite che crea proprio l’arrivo di ricchi acquirenti in questione. Nessuno parla più di politiche dell’abitare, dell’accesso ai servizi di base. Stiamo costruendo la morte dei paesi”.
Dall’altra la medaglia dell’economia che diventa iperfagia stagionale, per molti l’unico modo di sopravvivere nella terra di Augusto, dove le ferie se le fanno solo i barbari.
Introdacqua è ostaggio degli anglosassoni. Finché dura…
Finché dura….detto bene !
bórgo s. m. [lat. bŭrgus «castello fortificato», poi «centro abitato», dal germ. *burgs s. f. (cfr. ted. mod. Burg «castello» s. f.) raccostato, nel genere grammaticale e nel sign., al gr. πύργος «torre»] (pl. -ghi, ant. anche le bórgora, f.). – 1. Centro abitato di media grandezza e importanza: Né mi diceva il cor che l’età verde Sarei dannato a consumare in questo Natio b. selvaggio (Leopardi). Treccani.
Perché tanto astio nei confronti delle parole? In questo caso, la parola “borgo” è più autentica di espressioni scellerate come “aree interne” o castronerie simili…
“È un lucido esempio di neocolonialismo. Le famiglie italiane non possono comprare casa così lasciamo spazio ai nord europei”. “barbari”??? “famiglie italiane???
“i barbari” hanno messo in piedi l’Introsounds, un festival vero e proprio di musica e non solo che ha riempito le piazze e il cartellone estivo del paese. Decidendone, in un certo senso, l’indirizzo culturale”
Queste frasi mi ricordano i cinegiornali luce degli anni Trenta.
…..Consumatori- Padroni…Ma, dite sul serio?
Bastasse questo per fronteggiare la desertificazione delle aree interne !
Toccate le corde più profonde e gli inconsapevoli nativi si alterano. Se poi vogliamo parlare degli orari consentiti e dei volumi, in barba alle normative, tutto al mantra di “i love you ” ma anche del “volemose bene” nel paese dei balocchi. I problemi si affronteranno a novembre, forse
Di che vi lamentate? Si è presentata l’occasione per gli eredi di alienare gli immobili inutilizzati e non pagarci più le tasse
Si chiama turismo, che porta ricchezza e smuove l’economia. Non c’è da lamentarsi, ma solo da ringraziare.
Lupus il più direttone chiaro di tutti
Si chiAma Turismo
Guarda che la casa ad un euro la puoi comprare anche tu. Non ti è vietato. Forse preferiresti che quelle case cadessero da sole.
Analisi molto poco lucida di Savino Monterisi “scrittore della restanza e vostro collaboratore”…gli “originari” non comprano casa nei nostri borghi perchè sono diventati invivibili…servizi assenti o lontani km, politica dei Parchi fallimentare (se non per le tasche di chi è all’interno della filiera), assenza di posti di lavoro… un conto è passarci un mese l’anno in questi paesi, un altro conto è sopravviverci
Un articolo per me non condivisibile. Ci sono stranieri che immettono denaro fresco in aree interne ristrutturando immobili decadenti. Frattaroli a Sulmona ha creato un bel giro. Il farmacista verrocchi , miliardario australiano, dopo Sulmona punta pacentro. Alcune di queste coppie ha anche la residenza. Detto questo , non si può pensare che si viva in un piccolo centro perché il lavoro non c’è se non nel grande distribuzione o nelle piccole fabbriche non delocalizzate. Le banche vanno via. Per cui , certamente, si possono fare tanti bei discorsetti ma la negatività che traspare da questo articolo nel 2024 é totalmente sbagliata
Onore e plauso al Sindaco Colasante che aiuta e sollecita l’inclusione di Europei come noi che incrementano l’economia di un comune interno abruzzese destinato allo spopolamento. E’ solo motivo di orgoglio. Condivisione e merito alla critica di Monterisi che sollecita politiche serie e valide per la casa e per i servizi nei piccoli Centri. Le due tesi non si escludono, anzi possono creare sinergie per non fare emigrare i giovani e sollecitare una politica seria ed efficace da parte della Regione nei confronti dell’Abruzzo interno.
Nei piccoli borghi, tutti hanno una casa di proprietà, magari lasciata in eredità dai propri avi, non è questa la problematica, semmai è la mancanza di lavoro la vera causa dello spopolamento e
“ della morte dei paesi “, ineluttabile dopo la crisi artigiane e industriale della Valle dei Peligni.
I turisti, che comprano le case lasciate vuote da chi per necessità ha dovuto emigrare altrove in cerca di un lavoro, sono una manna dal cielo che generano reddito per chi resta.
Affermare il contrario è sbagliato e controproducente, e la più bella “ vacanza” è abitare ancora nei piccoli borghi.
Stanno investendo nei nostri paesi, molti ci vivono per molti mesi all’anno, BENVENUTI a TUTTI e… mille grazie.
Il fenomeno degli acquisti delle abitazioni nei piccoli borghi da parte degli stranieri affonda le radici nella metà degli anni 80 in poi. Pertanto ,non è esploso con la bacchetta magica nell’ arco dì pochissimi anni. Il problema serio ,invece,è che la presenza persone limitata a un solo mese estivo non crea una economica trainante se non per piccolissime realtà quali bar e qualche negozietto di alimentari. Altro problema grave e che i piccoli comuni dell’ entroterra abruzzese sono destinati a ridursi in termini di residenze stabili perché,ad esempio,nella valle Peligna ormai non vi sono realtà occupazionali che possono garantire al giovane un lavoro.
Questa crisi si riverbera anche nei presidi istituzionali che li stanno sopprimendo o declassando creando di conseguenza meno peso contrattuale nella regione Abruzzo o allo stato centrale per gli investimenti nel nostro territorio. Fare dichiarazioni forti quali che la storia si ricorderà dì questa enorme affluenza estiva è un po il canto del cigno di uno che non ha una visione generale sul territorio
AWA NN V ARRABIET GLI ITALALIANI A FURIA D VUTà TUTT QUINT KISS HA RMAST C U PORTAFOJ VUOTO ALL’ESTERO CHE I POLITICI SONO PIù SERI HANNO POTUTO RISPARMIARE ED ACQUISTARE CASE CHE ORMAI GLI ITALIANI NON SO CHIU IN GRAD D CUMPRA KESS è LA VRTA