A lavorare ci vanno, nonostante i 6 mesi di arretrato nel pagamento del loro stipendio. Ci vanno con i loro mezzi e sempre con il loro ausilio si muovono per prestare assistenza a chi ne ha bisogno, mettendo nelle loro auto la benzina di propria tasca e senza avere nemmeno un rimborso. I lavoratori del sociale nell’ambito distrettuale della sirentina non se la passano affatto bene. Una assurdità. Ieri a denunciare la questione è stata la Cgil e come un’eco anche il consigliere regionale Pierpaolo Pietrucci, reduci tutti da un incontro avvenuto in Regione.
La situazione è difficile, perché la Regione non paga, e non paga perché il Governo non trasferisce i fondi necessari. Un cane che si morde la coda e che se non fosse per l’abnegazione di chi il mestiere lo fa, e lo fa anche nella speranza che un giorno tutto possa normalizzarsi, l’assistenza domiciliare nella subequana diventerebbe esclusivo appannaggio solo di chi se lo può permettere, alla faccia del diritto alla sanità garantito a tutti.
Da Goriano Sicoli fino a San Demetrio, insomma, a trovarsi in una situazione di forte precariato economico e lavorativo sono circa 20 dipendenti che fanno capo alla cooperativa Leonardo con sede a Secinaro. Ed il futuro per loro non è così roseo perché per il 2018 le previsioni non sono delle migliori, il ritornello è sempre lo stesso e si ripete nel tempo: mancano i fondi. I 20 sono quelli che, per capire, si occupano di servizi domiciliari, assistenza ai non autosufficienti e supporto scolastico. Una buona fetta di bisognosi, ognuno a proprio modo, appesi ad una situazione che solo la politica potrebbe risolvere, quello che spera la Fp Cgil provinciale.
“Un caporalato autorizzato dalle istituzioni” spiega la sindacalista Antonietta Mancone che apre uno squarcio su questa particolare situazione che i dipendenti della cooperativa si ritrovano a vivere. “I lavoratori sono frustrati- racconta- perchè si sentono anche moralmente responsabili nei confronti dei loro assistiti”. Una questione particolare che si muove ed ingabbia i dipendenti su due livelli, affettivo ed economico perchè se da una parte vorrebbero farsi sentire, anche attraverso uno sciopero ad esempio, dall’altra si rendono conto che verrebbe meno quella continuità necessaria a lavorare con le persone nell’ambito sociale. Un labirinto, dunque, che non lascia scampo né uscita. Vittime di questo circolo vizioso sono insieme ai lavoratori anche gli utenti. “Spesso ragazzi diversamente abili che hanno bisogno di supporto nel pomeriggio, anziani soli per i quali gli operatori rappresentano, nel quotidiano, un vero e proprio faro- prosegue Mancone-. L’empatia è fondamentale in questo lavoro affinché gli utenti possano risponderci in maniera positiva”. Un aspetto imprescindibile che non può proprio mancare. Per i lavoratori della Valle Subequana l’ultimo stipendio è arrivato a luglio. “Non si può pensare che siano loro ad anticipare le spese della benzina, poi in un territorio difficile come quello della Valle Subequana”. Un situazione sconcertante che merita una attenzione davvero particolare in un sistema a cui piace definirsi civile, ma qui di “civile” non c’è solo il buon senso di chi assicura il servizio assistenziale, nonostante tutto, quasi fosse una missione personale.
Simona Pace
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bene,il commento non aveva nessun contenuto diffamatorio,pura realta’,tutto verificabile, non fantasie….sicuramente non gradito dai politici,sindacalisti ecc,che raccontano favolose storie,illusioni per sudditi…le evidenze,prove ,sui siti di riferimento,naturalemte non aggiornati…. come le Leggi ordinano…o no?