Da ventuno giorni continuano a pulire palazzo San Francesco senza nessuna autorizzazione e senza nessun contratto. E, verosimilmente, senza poter ricevere uno stipendio. Non che gli altri, quelli autorizzati, siano stati liquidati tutti, ma almeno fino al 31 ottobre scorso i lavoratori della Coop 2001 avevano titolo ad imbracciare scopa e straccio e se si facevano male, almeno, c’era una copertura assicurativa.
Ora no, non più: è quanto si è scoperto in queste ore dopo l’intervento del nuovo assessore ai Servizi Stefano Mariani che ha sciolto un nodo che neanche i sindacati sembra conoscessero. E cioè che il famoso passaggio dalla Coop 2001 alla nuova cooperativa Puritas, come aveva stabilito la gara, non solo non c’è mai stato, ma non ci sarà mai.
Motivo? La Puritas non ha ottenuto l’affidamento definitivo dell’appalto, perché si è appreso non essere in regola, al momento dell’affidamento, con i requisiti richiesti dalla legge.
L’appalto, a quel punto, sarebbe dovuto passare al secondo classificato che è la Coop 2001, previa ulteriore verifica dei requisiti. Ma a palazzo San Francesco nessuno si è interessato, né per il nuovo affidamento, né per regolarizzare, nelle more di questo, la posizione dei dipendenti. C’è solo una mail, inviata dall’ex assessore Mario Sinibaldi il 31 ottobre scorso nella quale si chiede alla Coop 2001 di proseguire nel frattempo il lavoro, ma la comunicazione non ha alcun valore giuridico, non avendo l’assessore potere di firma, che invece la legge Bassanini, non proprio approvata ieri, riserva solo ai dirigenti o funzionari. Tant’è che con una comunicazione alla Coop 2001 il Comune ha avvertito la cooperativa che non aveva titolo ad operare, ma ai lavoratori nessuno lo ha riferito (né nessuno ha impedito loro di entrare a palazzo).
La situazione è destinata a rimanere tale fino a quando qualche dirigente non si prenderà la briga di firmare una proroga, un contratto, un affidamento. Ma la cosa non è affatto così facile, anche perché non è facile trovare personale in Comune in questi giorni, con tre dirigenti su quattro in malattia e diversi funzionari lo stesso.
Meglio non va, anzi va molto peggio, per gli altri lavoratori addetti ai servizi, quelli della Satic per intendersi che da lunedì scorso non sono più in servizio per la manutenzione, bollettazione, ecc. Qui la proroga o la gara il dirigente facente funzione, è cioè il segretario comunale Francesca De Camillis (in sostituzione al dirigente in malattia Amedeo D’Eramo), non ha proprio intenzione di farla, in base al principio che da gennaio scorso tiene prigioniera la città e nonostante il parere richiesto all’Anac. Problemi di mansioni affidate alle cooperative che sarebbero incompatibili secondo la segretaria con le disposizioni di legge, perché si confonderebbero con le attività svolte dai dipendenti comunali.
Il risultato è un Comune paralizzato, dove, anche fisicamente, non si vede nessuno.
“Questa è una situazione che dobbiamo in qualche modo sbloccare – commenta l’assessore Mariani – la città non può restare senza servizi fondamentali, se ci sono dubbi e perplessità sulle gare e i servizi alle cooperative si dovrà procedere con assunzioni a tempo determinato”. Anche qui facile a dirsi, più difficile a farsi: le mansioni svolte dai dipendenti Satic sono il frutto di una lunga esperienza e attività in Comune, mettere personale nuovo significherebbe dover ricominciare tutto da capo.
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