La pec del Comune è arrivata ieri in piena notte, come i “ladri”. E se non l’incasso, alla proprietaria dell’Osteria del Tempo Perso, in Vico del Vecchio, il Comune ha rubato certamente la serenità. Una comunicazione ufficiale nella quale si annunciava un preavviso di diniego all’autorizzazione, già concessa dall’ufficio patrimonio, ad occupare il suolo pubblico per i prossimi cinque anni. Tavoli e sedie che accolgono clienti, residenti e turisti, durante le calde estate sulmonesi, insomma, non potranno più essere allestiti in Vico del Vecchio. E questo nonostante, appunto, lo stesso Comune avesse già dato il via libera per un’autorizzazione quinquennale, spingendo la proprietaria del locale a fare una serie di investimenti. “Decine di migliaia di euro – racconta Elisa Colella – con tanto di fideiussioni bancarie e il pagamento di 2mila euro a stagione per l’occupazione di suolo pubblico”. Di più: l’Osteria lo scorso anno oltre ai tavolini lungo il vicolo, ha allestito (con autorizzazione annuale) anche uno spazio con una quarantina di coperti in uno slargo che si trova alla fine della strada (strada chiusa, tra l’altro, che termina in un piazzale di sosta privato): qui oltre a tavoli, sedie e fioriere, la proprietaria per non avere problemi ha anche acquistato un piccolo appartamento che affaccia sullo slargo. Altro investimento, osteggiato da alcuni residenti che hanno fatto un esposto e persino affisso un cartello su una finestra che vi si affaccia chiedendo scusa ai clienti per i cattivi odori provenienti dagli scarichi. Non proprio un invito a cena.
Ma se paradossale appare il diniego in sé su un’autorizzazione già concessa, ancora più lo sono i motivi: il Comune, infatti, non ha perfezionato la pratica – che avrebbe dovuto avere il via libera dal Suap (sportello unico per le attività produttive) – perché, proprio a seguito dell’esposto, è stato calcolato che lo spazio che resta lungo il vicolo è di 2,20 metri, anziché i 2,50 metri richiesti dal codice della strada. Misure non derogabili, a quanto pare, nonostante – è qui sta il paradosso – l’ingresso del vicolo sia di 2,20 metri. Come se un’auto, una volta entrata nel vicolo, insomma, potesse per qualche misterioso principio fisico lievitare lungo il tragitto.
“Gestisco questa attività da 24 anni perché quando ero ancora una ragazza ho deciso di investire in questa città – continua Elisa Colella – abbiamo un locale che dà lavoro a sette persone, che è rinomato e apprezzato, che partecipa attivamente all’organizzazione di eventi come il Munatgninjazz. Lavoriamo per rendere la città e il centro storico più accogliente e bello per turisti e non. E questo è il ringraziamento”.
La vicenda, probabilmente, non finirà però “a cantina”: la Colella è decisa a far valere infatti le sue ragioni anche in sede giudiziaria.
24 anni?? Locale aperto da altre persone non proprio 24 anni fa!
Mi sembra paradossale che, in una città invasa da dehors che intralciano il passaggio o sembrano un bivacco improvvisato, i tavolini di Vico del Vecchio, che hanno dato un pò di vita e di dignità ad un angolo altrimenti abbandonato e muto, siano un problema per qualcuno. Spero che il Comune ragioni sull’opportunità di dare spazio ai soliti demolitori per toglierlo a chi fa (bene) il suo lavoro. In bocca al lupo Elisa!
Che il comune aiuti tutti ristoratori ed operatori che offrono servizi a Sulmona ….
Specie quelli di qualità ….ho portato molti miei amici in visita a Sulmona in questo posto e tutti sempre rimasti molto contenti .
Sono sempre gentili e cortesi a mio parere offrono un servizio di livello che va assolutamente tutelato .
Sulmona vive di turismo non possiamo permetterci di ostacolare chi investe per rendere questa città attrattiva e competitività anche sotto il punto di vista enogastronomico!
Ottima idea portare dei turisti a mangiare VISTA CESSI dei comuni cittadini.
Forza Elisa, non arrenderti.
Per il comune: e forza, sta lavorando e porta buon immagine alla città, concedetevi questa autorizzazione
La solita cieca burocrazia che non si riesce a governare in alcun modo.
Quando il funzionario di turno afferma:”e chi se la prende la responsabilità?” Non c’è più nulla da fare…..
Salvo però a distribuire premi di produzione a pioggia …….
Non capisco, se il vicolo è già largo 2,2 metri, mettendoci i tavolini quanto resta?1,4 metri? E se deve passare un mezzo di soccorso? Bisogno attendere che venga sgomberata la via?
L’imbocco del vicolo è largo 2.20m. Con i tavoli o senza un mezzo di soccorso non riuscirebbe comunque a passare .
il vicolo, all’ingresso lato Corso, è largo 2,20m poi si allarga, ed i tavoli sono in un punto dove, nonostante la loro presenza, resterebbero ancora liberi 2,20m. Quindi se l’ambulanza entra nel varco iniziale da 2,20m, potrà certamente proseguire anche dove sono i tavoli, visto che la larghezza resta 2,20m.
A Pratola è diverso. Da noi l’occupazione è gratis, puoi mettere i tavoli dove ti pare e piace anche in mezzo alla strada senza chiedere niente a nessuno, puoi mettere vasi e sedie davanti al portone di casa per il decoro del paese impedendo il parcheggio abusivo delle auto, Poi col tempo l’autorizzazione diventa proprietà privata, un diritto acquisito un’usucapione, i disabili devono fare zig zag tra i banchi, le sedie e i vasi…
…a Pratola non abbiamo questi problemi.
Basta fare le dovute segnalazioni con tanto di fotografia e data certa alle autorità competenti.
Questa amministrazione fa il contrario di ciò che andrebbe fatto. Una città che punta al turismo come può prendere tali decisioni. Capisco le necessità dei residenti, ma il comune dovrebbe essere in grado di trovare soluzioni alternative senza sacrificare gli esercenti..
Se l’imbocco è da due e venti
come può pretender più avanti
più spazio per i residenti
o anche per solo passanti ?
E come può questo comune
vocato a parole al turista
restar così freddo e immune
al grido di fa da apripista ?
La carta è non solo illegittima
ma anche del tutto illogica;
Elisa è l’ennesima vittima
di burocrazia antologica !!!
Perché illogica?e se il comune in autotutela abbia annullato l’autorizzazione per ragioni di sicurezza? Sono cose che non conosciamo. Quello che è certo è che se un vicolo è largo 2,2 metri e mi ci piazzi dei tavolini, quanto resta per passare ad un mezzo di soccorso?
Forse hai letto proprio male:
due e venti è quanto resta,
non larghezza nel totale.
Senti a me, e usa la testa:
la larghezza che rimane
e uguale a quell’imbocco.
Son davvero cose strane
quel che accadono là sotto,
negli uffici dove ormai
non si pensa più alla gente
e si fanno solo guai
senza mai pagare niente.
Perché non fare questi accertamenti PRIMA di concedere l’utilizzo? Mi viene da chiedermi a chi sta pestando i piedi.
Signora Elisa
usa poco olio nella preparazione dei suoi piatti?
A pensar male si fa peccato ma molto spesso ci si indovina.
Prima o poi ci sarà una falciata di tavoli (speriamo senza avventori) per il Corso visto che in pochi metri di larghezza transitano auto , bici elettriche contromano, persone.
Per non parlare di vasi e suppellettili vari messi alla rinfusa lungo la via.
PERICOLOSISSIMO
Non capisco perché ci si debba esporre a tale rischio!?
Ok per andare incontro alle attività ma a tutto c’è sempre un limite…se mi si piazza un tavolino sotto la finestra del bagno, che se apro mi vedono, permettete che mi incazzo e pure di brutto…allora signora quando raccontate i fatti ditela tutta per favore …
certo che si, è lecito arrabbiarsi, ma per evitare questo occorrerebbe avere una casa che non abbia finestre aggettanti sulla pubblica via, altrimenti, tavolino, o passante, se si apre la finestra mentre si è in bagno si viene visti. Come se chi abita fuori dal centro abitato si lamentasse di dover prendere la macchina per andare al mercato… so già cosa gli si risponderebbe (giustamente)… Pro e contro, come in tutte le cose.
Se sapevi già la risposta potevi evitare di scrivere..Certo quando hanno costruito la casa dovevano pensare che avanti a quella finestra un giorno l’osteria doveva sistemare un tavolo..ma per favore! Questo significa voler aver ragione per forza..ma è tanto difficile essere obiettivi? A me già che per uscire e tornare a casa devo passare in mezzo a gente che mangia, che beve, che urla darebbe un fastidio enorme considera avere addirittura un tavolo sotto la finestra del bagno..e poi non credo uno o due tavoli significhi la sopravvivenza per l’attività dell’Osteria..l’errore, e pure grosso, lha fatto il comune a concedere la prima autorizzazione.
Ti è stato risposto, che qualsiasi passante potrebbe gettare l’occhio nel tuo bagno. Ecco devi essere tu quello del cartello scusate l’odore 😂😂😂😂😂 tana per te.
Se credi di essere spiritoso sei fuori strada..non sono io quello del cartello perché se lo fossi stato mi sarei messo sul water a fare le mie cose e poi voglio vedere che fine avrebbero fatto le persone sedute al tavolo a mangiare una pizza…fuga generale!! e ora la chiudo qui xché “non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire”..
bene,molto semplice,le regole valgono per tutti,qui sembra la regola: due pesi,due misure,a chi si a chi no,per esempio che dice il piano regolatore edilizio/norme urbanistiche attuazione per la destinazione al lavoro/attivita’ commerciali al di sotto del livello stradale ? Sulla sicurezza seminterrati? Distanze sicurezza , passaggio mezzi soccorso,vie di fuga ecc,ecc, manifestazioni/eventi in generale? Rispetto superficie suolo pubblico occupato/autorizzato? Rispetto autorizzazioni m2 somministrazione cibi/bevande? Normative/requisiti/dimensioni/distanze/sicurezza locali (cucina,sala da pranzo ecc,)destinati alla preparazione,distribuzione,somministrazione/lavaggio ecc, alimenti/bevande?
Normative/sicurezza somministrazione al pubblico di alimenti e bevande street food/feste?sagre/eventi in generale? Normative preparazione alimenti/trasporto in generale,servizio mense compreso? In generale controlli rispetto delle Leggi regolari,validi,uniformi,rigorosi,
precisi,efficaci? Per l’aumento m2/rifiuti Tari? La realta’ dei fatti ci dice che molto probabilmente prevale:a chi si a chi no…o regole uguali per tutti?
Legalita’ diffusa per uscire dalla palude,e basta,o no?
Quando la prepotenza si unisce all’arroganza e alla sete del guadagno ne viene fuori lo SBARACCO SELVAGGIO che l’osteria del tempo perso perpetra da anni in Vico del Vecchio.
Un’eccellenza della ‘ristorazione’ talmente ‘alta’ da vantare numerosi tavoli accatastati davanti alle finestre (anche di servizi igienici) di comuni cittadini.
Poi certo con qualche santo in paradiso e la sopra citata arroganza si arriva a fare tutto, anche creare un notevole disagio a tutti gli abitanti di vico del Vecchio.
Evidentemente la signora ha a cuore più il suo guadagno che il pubblico decoro, certo è che di rispetto per il prossimo ne ha dimostrato MOLTO MOLTO POCO.
Le decine di migliaia di euro sono quelle che probabilmente si metterà in tasca la proprietaria perché di investimento non se ne vede l’ombra.
Enumeriamo:
1 paravento in paglia dal costo di 30€ non di più
1 filo di ferro per legare suddetto paravento alle grondaie di proprietà private terze
2 portafiori in legno per delimitare goffamente la piazzola.
Risultato finale: la discarica di malagrotta