Sarà pronta per Natale la nuova collezione di abbigliamento firmata dal noto pittore informale Silvio Formichetti per conto di Diva Boutique. “Un modo per sperimentarsi a 360 gradi” secondo Formichetti, da sempre pronto alle sfide e ad abbinare la sua arte a diversi soggetti. Nota è la Vespa Piaggio ora visibile nel museo di Pontedera e recente, invece, un’altra sperimentazione commissionata da una sartoria napoletana che ha applicato un suo quadro ad una giacca, un pezzo unico al quale potrebbero aggiungersene altri.
“Un modo per creare situazione di marketing” commenta il pittore, ospite qualche anno fa della Biennale di Venezia con la segnalazione del premio nobel Dario Fo. L’idea di una linea di abbigliamento, però, non nasce ieri, bensì quattro anni fa con la prima linea di maglie e t-shirt dove i quadri prescelti sono stati serigrafati su tessuti adatti. Quello che è stato fatto, in pratica, da parte di questi imprenditori intenzionati a lanciare la linea “Informale di Silvio Formichetti”, è stato acquistare un quadro del pittore per poi utilizzare un particolare da riportare sull’abbigliamento. Il prossimo esperimento per l’artista, da sempre attivo nella comunicazione “creativa” del suo “brand”, è quella di lavorare sulla sua Ape Piaggio a tre ruote in un progetto particolare che coinvolge anche altre persone.
Momenti di soddisfazione per Formichetti che non risparmia una dura critica al territorio, alla morte dell’arte sul territorio. Si riferisce il pittore in particolar modo al bimillenario ovidiano e al Premio Sulmona. “Il bimillenario non è stato organizzato come si doveva- racconta-, io sono stato invitato ad allestire una mia mostra personale finanziata al 95% dal sottoscritto. Ho creato un’intera mostra, mi sono occupato del catalogo, dell’ufficio stampa che ha portato il bimillenario sulla stampa nazionale e l’organizzazione mi ha messo a disposizione solo il service”. Due pesi e due misure secondo l’artista pratolano che rivolge lo sguardo anche al Premio Sulmona secondo lui verso la decadenza: “Ho esordito con il Premio Sulmona, che ora sta morendo perché vengono contattati sempre i soliti critici con il solito giro di artisti, mentre ci sono nuove personalità nell’ambito della critica che potrebbero dare tanto”. Non proprio l’approccio giusto per riportare la manifestazione all’antico splendore insomma.
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