Era il 2006 quando durante i lavori alla rete fognaria, gli scavi, portarono alla luce una domus romana. Con la sorpresa del ritrovamento (sorpresa di un patrimonio consapevole, data la storia della città) Sulmona si preparava alla sua area archeologica in Largo Salvatore Tommasi così, con un progetto come nelle foto di InAbruzzo di previsione dell’opera diurna e notturna dotata anche di illuminazione. Progetto poi finito sotto terra, altro che museo
Oggi o meglio ieri, Largo Salvatore Tommasi è così. Qualcosa è stato perso per strada, forse più di qualcosa, quello che resta è una scena che ben si coniuga al degrado, all’inciviltà e all’abbandono, tutto sotto le luci affievolite del pieno centro storico. Bottiglie a terra, altre debordano dal secchio, non solo vetro, cartacce, coppette di gelato, la fontanella rotta, piante ingiallite e cadenti, decorazioni spaccate e pericolose.
Un quartiere fantasma, come sottolinea la cittadina che ha scattato le foto nella tarda serata di ieri. Immagine purtoppo nitida della Sulmona discinta che presenta il conto di una movida maleducata e di una città che fa fatica ad essere presentabile. Tutto intorno è silenzio e puzza di urina, così come quella puntuale all’angolo del povero teatro Caniglia, che risale pesantemente nelle giornate estive. Un centro che continua a sfoggiare non di certo la veste migliore, nonostante le danze del tursimo di giugno siano aperte e gli occhi dei turisti già presenti da un pezzo.
Ad assistere imperterrite al monnezzaio e sudiciume oltre ai residenti e alle attività commerciali, la biblioteca di Ovidio chiusa, così come il liceo Classico, depositarie oltre che di testi, libri e ricordi di straordinaria bellezza di uno gap spazio temporale davvero difficile da recuperare. Nella Sulmona città d’arte e di bellezza.
Anna Spinosa
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