Il nome più che proposto, sarà probabilmente imposto: numeri alla mano i sindaci di centrodestra e civici, tenteranno domani verosimilmente di nominare il nuovo amministratore unico di Cogesa, nonostante i colleghi di centrosinistra abbiano chiesto di tirare il freno e di prendere almeno prima visione del piano di risanamento, depositato ieri dagli advisor, ma non ancora noto.
Il candidato di Biondi e company, è Gabriele Di Pietro, sessantunenne già responsabile di Ecolan, con un passato nella fallita Sogesa e anche ex vicensindaco (in quota Pd) di Bellante, in provincia di Teramo. Perito agrario con lunga esperienza nel settore (oltre ad Ecolan e Sogesa, è stato ad Ecologica di Spoltore e Rieco di Pescara), sarà probabilmente lui a sostituire l’attuale consiglio di amministrazione che, con l’approvazione del bilancio consuntivo 2022 (da 1,8 milioni di euro di buco), termina formalmente un mandato che, in realtà, sarebbe dovuto finire già un anno fa.
Un anno di tensioni e guerre politiche, con nel mezzo una crisi di impresa formalmente aperta e un piano per risanare i conti che ad oggi non è noto neanche ai sindaci. Tant’è che oggi, ha annunciato il primo cittadino di Sulmona Gianfranco Di Piero, le carte saranno richieste direttamente in tribunale dove sono state depositate. L’argomento sarà comunque al centro del controllo analogo, convocato per il prossimo 30 dicembre e al quale sono stati convocati anche gli advisor.
Anche per questo i sindaci di centrosinistra chiederanno all’assemblea convocata per domani di soprassedere alla nomina della nuova governance: anche per capire prima, cioè, quale dovrà essere il destino della società partecipata.
Sul suo futuro, d’altronde, L’Aquila ha lanciato un’opa, oltre che politica, anche societaria: l’Asm, società partecipata del capoluogo, socia di Cogesa con una sola quota, ha infatti presentato una richiesta di acquisto a Pratola Peligna del suo pacchetto di azioni (il secondo più consistente dopo Sulmona) che il Comune peligno ha intenzione di dismettere, come previsto dalla delibera di indirizzi che andrà in discussione in consiglio il 28 dicembre.
Pezzo, pezzo.
…fu domine ripulisti…
Insomma, la morale è che quando nella periferia del Regno(*) i sudditi fanno casini a non finire, poi per forza deve intervenire L’AQUILA REALE a sistemare le cose.
Il COGESA non è che uno dei tanti esempi: fintantoché la gestione è stata mano a Sulmontini e Peligni vi sono stati casini a non finire e voragin abissalii nei bilanci; e adesso arriva L’AQUILA con Di Pietro e il suo staff a dare una regolata.
Praticamente un “jamm’mò” al contrario!
(*) leggi: nelle valli più decentrate dell’immensa Provincia Aquilanaj
Non dica minghiate,come al solito.
Di questo spirito benefattore aquilino non se ne è mai accorto nessuno a Sulmona e dintorni. Al contrario invece è sempre stato molto evidente l’invidioso atteggiamento predatorio del suo borgo nei confronti della nostra bella città, come chiaramente dimostra il caso Cogesa.
E piano piano il disegno si completa. Un ringraziamento ai sindaci sudditi che in questi anni non hanno neanche cercato di capire cosa stava accadendo. Ed ancora continuano ad essere strumento per le strategie di padroni e signorotti, incuranti del loro ruolo a tutela del popolo e del territorio! Centro Abruzzo terra di conquista! Sic!
E alla fine ci teniamo immondizia degli aquilani e perdiamo pure il controllo. Un ringraziamento a chi ha trasformato la piccola realtà in una utility per poi creare questo disastro. Ricordate tutto alle elezioni.
Quindi è stato tutto architettato in modo che L’Aquila usasse la Valle Peligna come discarica personale. A chi ha permesso tutto questo va il mio più profondo disprezzo.
A questo punto spero che il sindaco di Pratola, signora con un gran carisma e spesso oltre le logiche degli schieramenti, torni sulla sua decisione di uscire dal Cogesa o almeno di non vendere le sue quote all’Aquila o a chi potrebbe appoggiare il suo progetto
A pensare male spesso si azzecca. Potrebbe essere che l abbandono di geeosolimo al ballottaggio in favore della attuale sindaco faceva parte di un accordo? Potrebbe essere che subito dopo alla saca piazza il suo geeosolimo e nessuno il comune di Sulmona? E oggi al cogesa, dopo che il sindaco di Sulmona ha fatto i disastri gli aquilastri con i civici piazzano il loro ? Ora si parla di di Loreto…
Il sindaco di Sulmona ??? Dimmi dove e quando abbia fatto i disastri o vogliamo nascondere che c’è effettivamente dietro?
E’ chiaro quello che è successo:
-hanno creato volutamente un debito di 1,8 mln di euro;
-hanno fatto credere che Pratola è uscita dal Cogesa quando in realtà non ne ha fatto mai parte;
Il tutto per giustificare l’acquisizione della società da parte della ASM dell’Aquila così come è successo alla DECO diventata di proprietà della ACEA di Roma.
Lo scenario: il tutto avverrà per gradi, prima una piccola quota e poi sarà assorbita totalmente.
E così monnezza in Valpeligna da L’Aquila, Roma e rifiuti campani.
Riporto ancora il bilancio che fino al 2021 era in attivo:
Ricavi €. 18.210.046
Costi €. 18.047.347
Utile €. 162.699
Il capolavoro dei sulmonesi e” compiuto.I nemici acerrimi di Sulmona sono sempre stati i sulmonesi stessi.Il pacco di Natale e’ arrivato puntuale.
Ora allacciamoci le cinture
È si un capolavoro, non solo dei sulmonesi, ma di TUTTI quegli elettori delle regionali 2014, a seguire dei Sindaci soci “CONSENZIENTI” e del “MANOVRATORE” per antonomasia, che nel 2018, anno infausto, e uno dei tanti “Annus Horribilis” poi ripetutisi per tante altre vicende, che INEBRIATI DALL’ACQUSITO POTERE, HANNO DISTRUTTO E PORTATO ALLA ROVINA e che hanno perso il coraggio e la faccia dei bei tempi andati, mantenendo inalterati i loro GIRI DI POTERE.
Ci si deve chiedere… come mai gli aquilani vogliono comprare quote di una società che i peligni dicono stia per fallire??… forse non è proprio così… e vedono le potenzialità di questa società! A questo punto gli altri comuni dovrebbero esercitare il diritto di opzione e chiedere anche loro le quote che Pratola intende dismettere…. Vediamo che succede!
Caro Forse…gli aquilani comprano una discarica lontana 60 km. Anche a perderci è un affare per loro. Noi invece diventiamo la discarica della provincia. Mobilitiamoci tutti per non diventare la pattumiera della regione. Anche pratola ci perderebbe con il via vai di mezzi carichi di letame durante che gli passano davanti. Diciamo NO a questo scempio.
Che Gerry abbia ancora tutto questa influenza in Valle, quando a Sulmona è stato sicuramente bocciato, che svenda il Cogesa all’Aquila per i voti alle regionali a Lady Scoccia, che in Cogesa arrivi Di Pietro e poi magari Ruscitti come DG, ma quando ci vogliamo svegliare e dire no a tutte queste logiche clientelari? Un gioiello nostro trasformato in un colabrodo da regalare? A quanto pagherebbero le azioni i padroni aquilani? E il loro enorme debito quando lo saldano? E il fantastico CDA di Cogesa cosa ha fatto per evitare il baratro? Promuovere i peggiori e nient’altro. Quante domande! Quanto assordante silenzio intorno?
… “ anche per capire prima, cioè, quale dovrà essere il destino della società partecipata.“…
Il destino di questa società doveva e, ancor di più adesso, DEVE essere solo e soltanto uno: quello di essere CHIUSA e LIQUIDATA
E bene farebbero tutti i sindaci locali, a prescindere dal colore della maglietta indossata, a rinsavire e bandire dal territorio qualsiasi tipo di discarica o impianto di trattamento dei rifiuti.
Facciamola finita una volta per tutte: chiudiamo questa CLOACA MAXIMA di rifiuti altrui… mettiamo fine a questo poltronificio e grande DETRATTORE AMBIENTALE che sta rovinando e rovinerà la salute a migliaia di cittadini con l’inquinamento dell’aria che respiriamo, del suolo occupato e del sottosuolo per via della dispersione del percolato.
E i comuni che si riprendessero i dipendenti fatti transitare al Cogesa… o forse è proprio questo che Li spaventa?