Al centro del cortile le erbacce si sono trasformate in veri e propri alberi, alla biblioteca non si può più accedere dalla porta interna perché c’è troppo guano di piccione, mentre dentro, in quello che una volta era il tempio della conoscenza, l’umidità e la muffa stanno divorando un patrimonio librario di enorme valore. “Abbiamo trovato anche gli armadi delle Cinquecentine forzati” denuncia la preside Caterina Fantauzzi.
A vederlo così, nelle immagini registrate dagli studenti, dopo quasi nove anni nove di abbandono, il liceo classico Ovidio, quello che fino al 2009 animava e dava identità a piazza XX settembre, viene una stretta al cuore. Per chi quelle aule ora vuote, bagnate dalle infiltrazioni, scrostate dal tempo e erose dall’incuria, le ha vissute e ci è cresciuto, è un vero pugno nello stomaco.
Sul palco del Pacifico, chiamata dagli studenti in assemblea oggi, c’è anche la sindaca Annamaria Casini: cappello di lana indosso e sguardo fisso, promette che il suo obiettivo è quello di restituire quella scuola, che lei stessa ha frequentato, alla città e agli studenti.
Ma il dire troppo spesso a Sulmona non coincide con il fare. “Sono anni che ci ripetete e rinnovate le promesse – incalzano gli studenti – non riusciamo davvero a capire come sia possibile che dopo quasi nove anni e con i soldi in cassa, non si riesca a far partire i lavori”.
Tant’è che l’assessore ai Lavori Pubblici, Nicola Angelucci, questa volta non se la sente proprio di dare delle date: “Entro la fine dell’anno consegneremo le integrazione che ci ha richiesto il Genio civile – spiega – e quando ce le ridarà avvieremo l’iter burocratico: progetto esecutivo, gara d’appalto, validazione e lavori”.
Entro l’anno spera di cominciare Angelucci, anche se già si sta pensando ad una variante per aumentare l’indice di vulnerabilità: “Per le scuole siamo all’anno zero. Inutile cercare le responsabilità, siamo tutti colpevoli – continua l’assessore -. Con la riorganizzazione della macchina amministrativa prevederemo un servizio specifico dedicato all’edilizia scolastica. Quella del classico è solo una delle scuole che non riescono ancora a vedere il cantiere”.
Intanto però c’è un patrimonio da salvare: “Oltre ai libri – continua la Fantauzzi – ci sono gli arredi dei laboratori di fisica e scienze che avevamo appena comprato e non abbiamo mai utilizzato. Occorre fare subito un trasloco, specie per i libri, prima che sia troppo tardi”.
Ma potrebbe esserlo già troppo tardi: domani, per questo, l’assessore Angelucci si è impegnato a fare un sopralluogo nell’edificio, per rendersi conto di persona della situazione e per capire cosa si può fare.
Nove anni dopo, l’anno zero.
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