Credono in un modello di partecipazione differente – che nasce dal basso, non calato dall’alto – e considerano il rapporto di fiducia e trasparenza fra istituzioni e cittadini fondamentale. Non stanno dietro alla retorica dei grandi eventi, dove chi ostenta spesso non ha nulla da mostrare e fanno nomi e cognomi dei responsabili della grave situazione politica ed economica che vive la Valle Peligna. Per questo il comitato Sulmona Città Aperta stamane ha pensato di convocare “L’altra Fonderia Abruzzo”, una conferenza stampa in segno di contrapposizione all’evento organizzato dal Governatore D’Alfonso –Fonderia Abruzzo – che si tiene oggi e domani all’Abbazia Celestiniana.
“La regione è complice della spoliazione continua che subisce il territorio” dice Flora Giovannetti di AltreMenti Valle Peligna. “Non partecipiamo a Fonderia Abruzzo perché riteniamo fondamentale la trasparenza. La gestione che ha avuto la Regione sulla vicenda APC è stata a dir poco opaca, ad un Consigliere Comunale di Sulmona sono stati persino negati gli atti di chiusura della struttura.” Ma Giovannetti se la prende anche con il Governo nazionale che sconta, a suo dire, “un deficit di trasparenza sui tagli alla sanità, sulla volontà di chiudere il tribunale e sul gasdotto Rete Adriatica e la Centrale di compressione gas che la Snam vuole impiantare a Sulmona”. Infine chiede a D’Alfonso che si faccia carico di “una strategia organica di messa in sicurezza e di risanamento del territorio, attraverso una rimodulazione delle risorse esistenti”.
Il luogo scelto per la conferenza stampa non è casuale, ma è proprio il piazzale antistante l’Agenzia di Promozione Culturale che resta chiusa per volontà della Regione dal 16 maggio. A Questo proposito Davide Cacchioni, anch’egli del collettivo AltreMenti Valle Peligna sottolinea che “ieri è stato pubblicato un comunicato stampa di D’Alfonso che preannuncia la riapertura dell’APC nei locali della sede Inps di Sulmona proprio in seguito ad uno rilasciato da Sulmona Citta Aperta segno che le formiche possono smuovere l’elefante”, e aggiunge “non ci accontenteremo però di una ‘biblioteca zoppa’, la vera sfida è la creazione di una biblioteca integrata del territorio. Ma non ci fermiamo qui, la vera sfida adesso è quella di riportare l’attenzione sulla biblioteca comunale, chiusa dal 2008”.
Fra gli ospiti illustri della Fonderia di D’Alfonso ci sarà anche il Ministro per la Coesione territoriale e il Mezzogiorno Claudio De Vincenti, “uno dei più grandi sostenitori del gasdotto e della centrale Snam” sostiene Giovanna Margadonna dei Comitati Cittadini per l’Ambiente. “Anche D’Alfonso ha responsabilità in merito perché non ha mai ostacolato il progetto nei modi giusti”. Aggiunge poi “leggo che fra i Caucus di Fonderia Abruzzo ce ne sarà anche uno dedicato al lavoro, finalizzato alla sottoscrizione di un Decreto di Sviluppo del Mezzogiorno con il Ministro De Vincenti, ma già nel 2008 venne firmato un Protocollo d’intesa con il Governo rimasto carta straccia” ritenendo evidentemente inutile questo tipo di soluzioni.
Domenico Capaldo del Comimato Mo’ Bast dichiara che “Fonderia Abruzzo è la dimostrazione dell’enorme scollamento esistente fra D’Alfonso e la Valle Peligna. Si presenta qui dopo i tagli alla sanità, ai trasporti, alla cultura. È il responsabile della mancanza di programmazione politica e dell’emarginazione che la Valle Peligna vive, come dimostrato con il Masterplan.”
Infine un intervento di Giulia Di Rienzo del Collettivo Studentesco Sulmona che a proposito della chiusura dell’APC dice “in città mancano luoghi dove poter studiare. Durante la fine dell’anno scolastico ci siamo ritrovati a studiare in luoghi adibiti allo svago come il piazzale dell’Eremo di Sant’Onofrio o il Parco Fluviale. Negli edifici scolastici gli studenti sono ammassati, in alcune situazioni ci sono anche quattro istituti per edificio. Questa è una città che non mette ragazzi e ragazze al primo posto, condannandoci all’emigrazione”.
Parole forti che lasciano davvero l’amaro in bocca, chissà se ne arriverà l’eco nell’Abbazia Dalfonsiana.
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