L’allarme del sindacato: “Fuori la scuola dall’autonomia differenziata”

Alle senatrici e ai senatori della Repubblica eletti in Abruzzo e in Molise è rivolto l’appello della FLC CGIL Abruzzo e Molise affinchè si tenga la scuola fuori dalla discussione del Ddl Calderoli programmata per oggi al Senato. “Disposizioni per l’attuazione dell’autonomia differenziata delle regioni a statuto ordinario ai sensi dell’art. 116, terzo comma della Costituzione” questo il titolo di un disegno di legge che ove approvato potrebbe mettere in discussione l’intero attuale quadro dell’ordinamento scolastico italiano.

A preoccupare la sigla sindacale è il processo di “regionalizzazione” che il citato disegno di legge andrebbe ad innescare con la possibilità per le intese regionali di trasformare “le norme generali sull’istruzione”, oggi di legislazione esclusiva dello Stato, in oggetto di legislazione concorrente; con gravi ripercussioni sull’esercizio del diritto all’istruzione e alla libertà dell’insegnamento. Impossibile pensare, secondo la FLC CGIL, di “differenziare le norme sulle finalità della scuola che, al contrario, dovrebbero essere applicabili in tutto il territorio nazionale in modo uniforme”. Ed è negli ordinamenti scolastici, nell’organizzazione del sistema educativo, nell’organizzazione e nel rapporto di lavoro del personale della scuola che i sindacati vedono annidarsi i maggiori rischi, poiché per effetto del Ddl Calderoli sarebbe possibile per una legge regionale disciplinare gran parte degli aspetti relativi all’universo scolastico: dall’istituzione di ruoli del personale alla stipula di contratti collettivi regionali, con buona pace del trattamento economico del personale docente, ATA e dirigenti, dalla mobilità territoriale ai concorsi per il reclutamento, arrivando a minare “la stessa autonomia scolastica costituzionalmente riconosciuta che rischia di essere pregiudicata”.

Un rischio per la stessa democrazia che la scuola con la sua missione di costruzione della cittadinanza, di condivisione di valori e di appartenenza contribuisce a garantire. E che “una scelta regionalistica e territorialistica” potrebbe definitivamente compromettere. Una previsione quella del disegno di legge a firma Calderoli di cui peraltro non si comprende né il senso né la necessità dal momento che già tante sono le funzioni amministrative di cui godono oggi le Regioni in ambito scolastico e oltre le quali “non si può e non si deve andare”.

E se esistono diritti che devono essere riconosciuti, esercitati e garantiti in modo uniforme nell’intero territorio nazionale, il diritto all’apprendimento è uno dei più importanti, base e fondamento dellesercizio della cittadinanza italiana. “Si tenga la scuola fuori dal processo tracciato dal Ddl n. 615 – conclude il comunicato – perchè nella scuola risiede la nostra appartenenza alla comunità nazionale, il nostro orgoglio di essere europei in quanto italiani e italiani in quanto europei”.

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