L’all-in del centrosinistra

Di tempo ce n’è per sentire i contenuti, progettare programmi, scrivere libri dei sogni. Però finora l’unico sprazzo di politica, pubblicamente esibita, è stata quella che ieri c’è stata nella sede della Cgil, dove i “giovani” del centrosinistra – che giovani non sono, ma che giovani vengono definiti quasi a degradarli ad inesperti – si sono riuniti per guardarsi negli occhi e parlarsi alle menti.

Metodo di lavoro, ma anche azioni concrete al centro del dibattito: dai comitati di quartiere, alle Zone 30, dagli spazi di studio, ai temi dell’ambiente. Concreti, quei giovani uomini, e non più ragazzini, che a quarant’anni ne hanno già venticinque di militanza e attivismo alle spalle, lavori di responsabilità e famiglia, impegno sociale e vita associativa.

Alla loro voglia di essere protagonisti si frappone, più che contrappone, nella coalizione di centrosinistra, la spinta dei “notabili”: capelli e barba canuti, consolidati interessi di potere, strategie del voto spacca-famiglie.

Invita alla mediazione il segretario del Pd Diego Bucci davanti ad una sala affollata, l’unica disponibile in una città dove se non si paga un caffè o un aperitivo, non c’è più modo di riunirsi. E’ il suo compito, dice, quello di trovare una sintesi e “di non far vincere le destre”.

Come se bastassero accordi e vie di mezzo per farlo. Al contrario: il vento in poppa del centrodestra, più simile alla destra, non si combatte con lo stesso vento, quello che unisce spifferi contrapposti: civici e destri, socialisti-liberali post-berlusconiani e militanti-militari al comando del generale del “mondo al contrario”. Quelli a cui danno fastidio anche le domande della stampa.

Non ha capito la sinistra, o una parte di essa, che il gioco delle prossime amministrative, per loro, è un all-in: un tutto o niente e male che va una speranza di ricominciare un cammino.

Non è una sfida impossibile, seppur il vento soffi forte da destra. Nella prima uscita pubblica il centrodestra e il suo candidato Luca Tirabassi, hanno già tracciato la linea della campagna elettorale: una città adottata dai vertici regionali dei partiti che promettono fondi e protezione. E’ una scelta, senza contenuti, ma rassicurante. Impossibile da contrastare, per mancanza di riferimenti e risorse, sullo stesso piano.

Serve al centrosinistra il sapore di una sfida innovativa, della netta discontinuità, non tanto con l’amministrazione Di Piero, ma con il sistema del potere consolidato. Serve qualcuno che entri nel merito della vita quotidiana, che affronti i problemi porta a porta, non solo per chiedere voti, ma per capire e cambiare una città che sembra aver dimenticato anche i suoi bisogni, oltre ai suoi sogni.

2 Commenti su "L’all-in del centrosinistra"

  1. Spero che i giovani uomini di questa storia abbiano il coraggio di seguire la propria strada e di resistere all’offerta di compromessi, che hanno il sapore dell’opportunismo e null’altro. Non si lascino ammaliare da promesse che non saranno mai mantenute. Ci conosciamo bene in questo piccolo villaggio per sapere da che parte sono gli Uomini e da che parte sono gli altri…. Meglio non vincere da liberi che perdere senza aver avuto la possibilità e la libertà di provarci. Se restate fedeli a voi stessi e ai vostri ideali avete già vinto. Io vi auguro di vincere anche le elezioni. I giochini di potere di certi personaggetti sono solo illusioni , nient’altro che illusioni.

  2. Davanti una stanza affollata?…. Ma se c’erano meno di 25 persone….

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