Captare cinquemila litri d’acqua al secondo dalla sorgente del “Basso Tirino” per trasportarla fino in Puglia. Una sfida che potrebbe affrontare Acquedotto Pugliese, secondo le relazione tecnica elaborata dal Politecnico di Bari e dall’Università di Chieti per conto di Acquedotto Pugliese, a seguito della stipula di una Convenzione nel 2022 del valore di 100.000 euro.
A svelarne i contenuti, questa matti, il Forum H2O svela in una conferenza stampa. Un’onda anomala di acqua da poter trasportare, se paragonata a quella trasportata da ACA in val Pescara, con poco più di tremila litri al secondo captati millecinquecento distribuiti. A conti fatti sarebbe trasferita in Puglia una volta e mezza l’acqua captata attualmente a monte e quasi tre volte quella che viene effettivamente distribuita.
Acquedotto Pugliese guarda all’a sorgente Basso Tirino, nei pressi di Bussi sul Tirino, attualmente sbarrata con il flusso idrico indirizzato in una condotta per produrre energia elettrica. Una sorta di cerchio, dato che l’acqua ritorna poi nel fiume Tirino, e successivamente nel Pescara.
Secondo gli autori della relazione, le indagini geochimiche hanno dimostrato che l’acqua proviene da punti di infiltrazione in alta quota sui massicci posti a monte. Inoltre per il fatto che non sono state osservate significative variazioni climatiche “è possibile effettuare valutazioni rassicuranti in prospettiva circa l’efficacia di un investimento per la valorizzazione di questa sorgente ai fini idropotabili”.
“Il Forum H2O – si legge nella nota stampa diffusa – chiede in primo luogo al Presidente Marsilio e a tutte le amministrazioni di schierarsi in maniera definitiva su questa ipotesi su cui Acquedotto Pugliese sta lavorando da anni con iniziative molto concrete. Servirebbe anche aggiornare il Piano di Tutela delle Acque della regione per scongiurare definitivamente il ripetersi di queste proposte chiarendo che il sistema idrico abruzzese nei prossimi anni, se non decenni, non può permettersi progetti di questo genere. Il presidente della Regione dovrebbe chiarire che in epoca di crisi climatica, è imperativo risolvere la vergogna e lo scandalo delle perdite delle reti colabrodo con il rifacimento delle stesse in un arco di tempo di dieci anni. Servono grandi investimenti? Da tempo ripetiamo che la priorità è l’acqua senza la quale vi è il collasso del sistema sociale ed economico; pertanto invece di pensare a opere faraoniche come il Ponte sullo Stretto, terze corsie autostradali, si torni ai cosiddetti “fondamentali” che connotano una civiltà. L’acqua nelle case e nelle aziende è uno di questi fondamentali”.
Anche perché di rubinetti chiusi, causa siccità, se ne sono contati diversi in ogni angolo della regione. Le perdite fisiologiche di acquedotti moderni sono al massimo del 10%; in Abruzzo si arriva punte del 60%; Acquedotto Pugliese dichiarava nel 2023 il 47%.
“La faciloneria con la quale si pensa sempre a nuove captazioni con ulteriore sottrazione di acqua dall’ambiente è sconcertante – conclude il Forum – perché non fa altro che reiterare l’errore che ha causato il disastro che sta sotto gli occhi di tutti: i sistemi naturali sono finiti e già oggi il nostro impatto su di loro è del tutto insostenibile. Quale logica può avere immettere più acqua, con captazioni e operazioni costosissime, anche di tipo gestionale (basta pensare alla necessità di grandi quantità di energia elettrica per i sollevamenti) in reti di distribuzione colabrodo dove gran parte verrebbe persa invece di rifare le reti recuperando così la quota di acqua che manca nelle case e nelle aziende?”.
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