L’hanno trovata la scorsa notte nel territorio del Comune di Campoli Appennino, con un laccio al collo. L’orsa è stata liberata dal personale del Parco, curata e poi rilasciata.
E’accaduto la scorsa notte, il plantigrado è stato rinvenuto nell’area, costretto nella morsa, un cavo d’acciaio tipicamente usato dai bracconieri, che ha causato un’ampia ferita al collo che aveva iniziato a incidere i tessuti sottostanti. Le operazioni di cattura si sono svolte senza alcun problema per l’animale.
Si tratta di una femmina di orso, di oltre 10 anni e del peso di circa 80 Kg. A curare la ferita il veterinario del Parco, che rilevato il quadro è intervenuto con la pulizia e disinfezione e terapia che hanno permesso l’emissione di una prognosi favorevole, risolvibile in 2-3 settimane. L’orsa è stata rilasciata sullo stesso posto della cattura, con intensificazione del monitoraggio foto-video per valutare l’evoluzione.
“Questo episodio è di una gravità inaudita” fa sapere il Presidente del Parco Antonio Carrara che spiega “La pratica di apporre lacci per bracconare animali di grossa taglia è purtroppo ancora molto frequente: l’animale che vi rimane intrappolato muore di solito per soffocamento, per gravi amputazioni o per le estese e profonde ferite riportate. Se da una parte il salvataggio di questa femmina di orso bruno marsicano ci rende orgogliosi e ci spinge a lavorare ancora con maggiore tenacia per la tutela e la conservazione di questa specie gravemente minacciata proprio da cause direttamente o indirettamente legate all’uomo, dall’altra non possiamo non denunciare la necessità di azioni più incisive per prevenire e reprimere la pratica del bracconaggio che mette continuamente a rischio la sopravvivenza degli orsi”.
Era stata segnalata al personale del Parco la presenza di un orso che presentava attorno al collo un cavo d’acciaio. L’individuo era stato filmato dall’associazione “Salviamo l’Orso” nell’ambito della collaborazione con Regione Lazio, durante il monitoraggio della popolazione nelle aree esterne al Parco. Dopo i primi tentativi di avvistamento andati falliti le attività di monitoraggio sono poi riprese in primavera scorsa attraverso l’uso di videotrappole. L’individuo è stato finalmente avvistato durante le attività di conta delle femmine con piccoli alla fine di agosto dai Carabinieri Forestali del reparto di Picinisco e questo ha permesso di intensificare e circoscrivere l’attività di monitoraggio nel corso della quale l’orso è stato nuovamente avvistato e filmato più volte.
Per questo sono stati allestiti diversi siti di cattura e venerdì 23 settembre, la squadra del Parco, composta dal veterinario, dai tecnici del servizio scientifico e dalle guardie del servizio di sorveglianza, si è immediatamente attivata per la cattura, le cui operazioni si sono protratte per sei giorni consecutivi.
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