Non risponderebbero alle chiamate ma soprattutto non si sarebbero presentati all’impegno per il quale hanno vinto la gara di appalto, quella dell’accalappiamento dei cani. Gabriella Tunno, responsabile del canile sulmonese tuona contro l’operatore che questa mattina era atteso nella struttura, ma che a quanto pare non sarebbe ancora arrivato, nonostante l’emergenza lamentata più volte. Urgenza che vede come protagonisti cani e cucciolate in difficoltà. Cani da trasportare, recuperare, il servizio a quanto spiega la Tunno non sarebbe operativo, racconta infatti di diversi problemi incorsi nei cinque mesi di affidamento, “una gara d’appalto vinta al ribasso” sottolinea. Si rivolge alla Asl “Chiedo una soluzione e massima serietà per il servizio, i cani non possono più aspettare”. Dall’Azienda sanitaria locale rispondono di aver appreso la comunicazione e posto in esame il problema, sono già in corso le verifiche del caso.
Il Tribunale di Palermo con la sentenza n. 3974/2015 ha stabilito che il Comune è tenuto a risarcire i danni provocati dai cani randagi che circolano nel suo territorio.
bene, le priorita’ sono altre,dalle mense nelle scuole,pensionati,malati,svantaggiati,per arrivare alle Famiglie in difficolta’,sotto gli occhi di tutti il dramma della disoccupazione,il disagio per le ristrettezze economiche,dunque ?
Gli amici animali possono benissimo aspettare,le risorse pubbliche innanzitutto per le esigenze,i servizi ai Cittadini…poi nel caso di surplus di bilancio.. comunque sempre nella logica delle priorita’….in mancanza di denari nulla vieta la vendita ai Cinesi,qui tutti vogliono avere il ruolo della Bardot….con il finanziamento pubblico,mentre nei Paesi seri,veri,dove gli amici animali hanno i documenti…i randagi non esistono,nelle strutture, cliniche per l’eventale adozione,trascorsi 6 mesi,ed in assenza di un affido,gli stessi vengono abbattuti…Paesi dove la legalita’ e’ diffusa, animali e “propretari” compresi…
o no?