
L’unione fa la forza, specie quando a concorrere si recita la parte di Davide contro avversari come Golia. Lo hanno capito bene i sindaci dei quattro capoluoghi delle province abruzzesi, che hanno ribadito il proprio sostegno alla candidatura di Pescina a Capitale della Cultura 2025. A gareggiare contro la patri di Ignazio Silone ci sono nomi altisonanti: Agrigento, tra le favorite con i suoi templi, oppure Assisi e Bagnoregio.
Le altre contendenti che parteciperanno alle audizioni pubbliche al Ministero della Cultura il 20 e 21 marzo sono Aosta, Asti, Monte Sant’Angelo, Orvieto, Roccasecca e Spoleto. Le singole proposte saranno illustrate nel dettaglio dai rispettivi rappresentanti in una videoconferenza al cospetto della giuria, così come previsto dal bando. Fuori dalla corsa Sulmona.
La concorrenza è agguerrita, e per questo l’Abruzzo fa gruppo. Si unisce e spinge Pescina, unica rappresentante abruzzese in gara, alla vittoria finale. “Un sostegno doveroso da parte delle nostre città quello a Pescina “Capitale italiana della Cultura 2025” – così Gianguido D’Alberto, sindaco di Teramo e presidente Anci Abruzzo, Pierluigi Biondi, sindaco dell’Aquila e i sindaci di Chieti e Pescara, Diego Ferrara e Carlo Masci – sia per la sua grande storia, a Pescina nacquero il cardinale Mazzarino, lo scrittore Ignazio Silone, sia pure per l’alto valore simbolico che avrebbe il riconoscimento a una località interna dell’Abruzzo, regione culla di culture e di storia millenaria. Sarebbe una bella sfida al rilancio delle nostre zone montane che pagano caro il prezzo dell’isolamento attraverso lo spopolamento e mille altre criticità”.
“Troviamo giusto questo supporto – proseguono -, manifestato da tutti i centri abruzzesi, come giusto che sia da parte di città che hanno una storia antica o recente come le nostre, ma sempre attuale e valorizzata da presenze di elevato valore archeologico, artistico e culturale. Il nostro sostegno è di squadra, come città capoluogo di una regione che deve fare dell’unione la sua forza, soprattutto in nome della scoperta dei territori più aspri geograficamente, ma che hanno storia e bellezza da scoprire e su cui investire per il futuro di chi li abita e per lo sviluppo dell’intero territorio regionale”.
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