Il tanto discusso simbolo della Regione, dopo l’inserimento del Guerriero di Capestrano, racchiude in sé tre colori per altrettanti ambienti che caratterizzano il territorio abruzzese. Il bianco, simbolo della neve sulle montagne. Il verde delle colline e il blu del mare, che così blu non lo è proprio, anzi. Il Sistema nazionale per la protezione dell’ambiente ha decretato che quello abruzzese è il mare più sporco d’Italia.
Solo il 71,9% delle acque della costa abruzzese risultano eccellenti. Un dato che arriva sulla base del monitoraggio effettuato dal personale delle Agenzie regionali e delle province autonome per la protezione dell’ambiente, gli enti pubblici che, insieme a Ispra, formano il sistema.
Non bastano le 14 bandiere blu che nel 2022 l’Abruzzo ha messo assieme, annunciate da un Marsilio tronfio come un record. Anche perché le bandiere blu non tengono conto solo della qualità dell’acqua, ma anche dei servizi balneari offerti. Inoltre, due di queste, sono riferite ai laghi abruzzesi (tra i quali Scanno).
Ma come funziona il monitoraggio delle acque marine? Ogni anno vengono effettuate le analisi su un numero complessivo di 30.000 campioni prelevati nei mari e nei laghi italiani. I dati del quadriennio 2018-2021, pubblicati sui siti delle diverse Arpa/Appa, sul portale acque del Ministero della Salute e dalla Agenzia Europea dell’ambiente, che ha realizzato anche una mappa interattiva, hanno portato al giudizio che resterà in vigore per tutta la stagione balneare 2022: da scarso (meno del 2% dei casi) a eccellente (89%). Con i controlli della balneazione vengono monitorare anche le alghe potenzialmente tossiche, la cui presenza è correlata al riscaldamento globale. I controlli sulle acque di balneazione riguardano anche laghi e (in pochi casi) fiumi, dove alcune regioni raggiungono il 100% di acque eccellenti.
Insomma, il bagno in Abruzzo per quest’anno è meglio evitarlo.
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