E no. Il Coordinamento Ciclabili Abruzzo Teramano non ci sta a veder sottratti dal Masterplan 40 milioni di euro, su un totale di 61, dalla rete ciclistica regionale a favore della manutenzione sulla viabilità provinciale. “Che necessita sicuramente di opere urgenti- sottolinea il Coordinamento-, ma con fondi che possono, sicuramente, essere reperiti altrove, anche da altri capitoli dello stesso Masterplan, che è prodigo di nuove infrastrutture, spesso non necessarie o ampiamente differibili”.
Il valore di una rete ciclistica strutturata, d’altronde, è più che certificato, lo dice anche il rapporto Eu Cycling economy (economia europea della bicicletta) che lo stima intorno ai 513 miliardi di euro, mille euro per ogni cittadino in pratica. “Di questi- spiega la nota-191 miliardi di euro sono legati alla salute dei cittadini, 131 alla qualità degli spazi e del tempo vissuto, 63 miliardi di indotto diretto per l’economia, 50 che riguardano gli affari sociali, 30 collegati direttamente alla mobilità, 20 inerenti tecnologia e design, l’ambiente ne guadagna per 15,5 miliardi di euro, ben 10 favoriscono l’integrazione culturale e infine 3 per energia e risorse”. Per chiarire meglio la portata di questo tipo di economia la CCAT afferma “che per ogni euro speso in piste ciclabili ne tornano indietro almeno 5 in benefici diretti (se parliamo di cicloturismo) e circa 70 per quanto riguarda la salute dei cittadini, la decongestione del traffico, la tutela ambientale, la qualità dell’ambiente urbano e della vita, ecc.”.
A questo dovrebbe aggiungersi anche una ulteriore considerazione da approfondire, la possibilità, cioè, di “migliorare lo stato della rete stradale regionale, diminuendo l’uso dell’automobile e, quindi, lo stato di usura delle nostre strade comunali, provinciali e statali” aggiungono gli appassionati delle due ruote che chiedono al presidente della Regione, Luciano D’Alfonso, di tornare sui suoi passi.
In fondo l’Abruzzo, la terra del turismo, sta tornando in auge nell’ultimo periodo proprio per la sua fama di essere una regione bike-friendly. “Non vorremmo che, adesso, si pensasse il contrario” conclude il Coordinamento.
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