La guardia resterà alta, “non indietreggeremo neanche di un millimetro, nonostante la chiusura del Com, resteremo in forza ancora a lungo in Valle Peligna”. Il prefetto Giuseppe Linardi rassicura la popolazione nell’aula consiliare del Comune, dove oggi ha tenuto un incontro pubblico con il sindaco, il procuratore capo e il comandante dei carabinieri, al termine di una ricognizione in elicottero sui luoghi della devastazione.
Immagini che resteranno impresse nella memoria di chi le ha registrate, “perché vederlo dall’alto fa tutto un altro effetto”, hanno detto i passeggeri del velivolo dei carabinieri-forestali.
Il prefetto ha spiegato che l’esperienza del Morrone deve far ripensare tutta la macchina della protezione civile e del sistema antincendio: “Una lezione che sarà utile per il prossimo anno – ha detto – perché fortunatamente con l’arrivo delle piogge la stagione degli incendi è destinata a depotenziarsi. Ne ha parlato anche il premier Gentiloni e chissà che questo territorio, come ha suggerito il presidente della Regione, non possa ospitare un centro di protezione civile, data la sua alta vulnerabilità”.
Un segnale quello di oggi che ha voluto far sentire la vicinanza delle istituzioni, nel timore, espresso dal sindaco Casini “di uscire ora dai riflettori e della smobilitazione della macchina dei soccorsi”. Ora che è il momento di mettere in sicurezza la montagna e che c’è ancora molto da fare, a prescindere dal paventato rimboschimento contro cui proprio oggi il consiglio comunale ha votato contro.
A proposito di consiglio comunale e di istituzioni: la nota stonata, stridente, è venuta nell’osservare i banchi vuoti dei rappresentanti eletti e di quelli nominati. Compresi quelli che hanno fatto gli studi alti, che negli anni della piacevole formazione universitaria, hanno imparato a distinguere l’inquietudine e l’inquieto, che stigmatizzano (giustamente) la cultura del sospetto, ma non hanno cognizione della cultura istituzionale. Quelli che propongono uno sforzo istituzionale per realizzare i Centri operativi intercomunali e poi non si presentano a ricevere le rappresentanze dello Stato. In aula c’erano solo quattro consiglieri comunali, tre dell’opposizione (Maurizio Balassone, Elisabetta Bianchi e Antonio Di Rienzo), uno della maggioranza (Mauro Tirabassi), oltre al presidente del consiglio Katia Di Marzio, al sindaco Annamaria Casini e alla vice sindaco Mariella Iommi.
Come dire: lo Stato c’era, il consiglio comunale no.
Domani il meteo mette pioggia. Finalmente,ma ora che te ne fai di una pioggia tardiva e beffarda? Comunque forse servirà a spegnere i focolai che ancora insistono dove i Canadair hanno versato tonnellate di acqua per giorni e giorni e quelli sempre là tenaci ed impavidi. Anche questa mattina ci sono. Ce la farà la pioggia, il DOS de D(I)OS. A risentirci a tutti,in altra occasione.