La tuta blu di Babbo Natale

Non ci credono molto a Babbo Natale gli operai della Magneti Marelli di Sulmona: a tavola nelle cene che aprono le feste si parla, non delle lotte da mettere in campo per difendere la tuta blu, ma della cifra auspicata come incentivo per licenziarsi. Con 80/90mila euro accetterebbero, dicono, ma il quesito resta per fare cosa. Che un’attività alternativa, che sia un garage, un ristorante o un lavoro da rappresentante, non varrebbe la pena aprirla qui. In una città e un territorio che la chiusura della principale fabbrica renderebbero privi di appeal e di mercato.

I segnali d’altronde, ora che ci pensano, c’erano da tempo: l’età media del personale è molto alta e non c’è un sostanziale ricambio del “saper fare”, perché in fabbrica, in questa fabbrica, bisogna avere anche un certo know-how. “E poi noi di una certa età non ce la facciamo più in officina – spiegano – c’è bisogno anche di forza fisica, di giovani”.

Oggi che si risparmia sull’accensione del riscaldamento il lunedì mattina, che si riducono le pulizie dei locali e dei bagni, i più anziani ricordano quando in fabbrica non si lesinava sui materiali: “Lo Svitol, ad esempio, te lo tiravano dietro anni fa – raccontano – oggi per averne un po’ ti devi raccomandare”.

Nello stabilimento, intanto, è iniziato lo smontaggio di alcuni macchinari: sono quelli dei semi corner che la Magneti Marelli produceva per la ex Sevel e che da gennaio torneranno ad essere prodotti ad Atessa. “Anche loro stanno cercando di salvare i loro posti di lavoro – ammettono – e che questa azienda non ha mai davvero diversificato. Abbiamo perso commesse e viviamo oggi sostanzialmente solo sulla produzione del Ducato. Ci hanno detto che ci sono commesse fino al 2031, ma sarà davvero così?”.

Il dubbio è legittimo, visto che in un anno, dal 2023 al 2024, la produzione è dimezzata nei fatti e il 2025 non promette nulla di buono.

Certo la crisi dell’automotive, i paletti messi dall’Europa nel rapporto produttivo tra elettrico e termico, l’aumento del costo delle auto e la perdita di potere di acquisto di salari che non sono mai cresciuti, sono tutti fattori che hanno spinto alla deriva. Di fondo, però, è mancata una strategia industriale del Paese e del territorio.

Quella della Magneti Marelli ha tutta l’aria di essere l’ultima versione delle crisi che hanno travolto l’industria del territorio: la lenta agonia della Finmek, della Sitindustrie, della Tonelli, dell’Ace…

Anni di cassa integrazione, di viaggi della speranza e di lotte, per le quali oggi non sembrano esserci neanche più forze e speranza.

Questa mattina il sindaco Gianfranco Di Piero ha convocato i lavoratori della Magneti Marelli in Comune e a loro ha dedicato un pensiero ieri in occasione dell’accensione dell’albero e delle feste di Natale.

Ma a Babbo Natale, loro, non credono più.

10 Commenti su "La tuta blu di Babbo Natale"

  1. Andrebbe anche aggiunto che a quelle poche attività che volevano aprire gli è stato fatto capire che non erano gradite perché per qualcuno, forte dei suoi studi sul webbe, erano inquinanti o affini.
    D’altronde per alcuni possiamo campare di aria (pulita per non dire fritta) e di strutture ricettive (b&b e affitta camere) cose su cui non campano neanche campioni mondiali del turismo di massa.
    Bene lo,scenario auspicato da novelli economisti ed ambientalisti del,webbe si sta piano piano verificando vedremo se sarà roseo come lo descrivevano altrimenti dallo spopolamento passeremo allo,svuotamento della zona con gli stessi novelli economisti ed ambientalisti a spiegarci di chi è la colpa

    • Potrebbe definire a quali attività e a quali ambientalisti fa riferimento?

      • Impresa smaltimento medicinali che poi ha aperto a Termoli e ora ha quasi 100 dipendenti … per citarne una.
        Ambientalisti del webbe se ha letto bene…. Quelli che si informano alla sacra fonte dell’informazione non di regime

  2. Il mondo sta cambiando. Non c’è più bisogno di tutta questa manodopera industriale, le macchine ormai fanno quasi tutto il lavoro manuale, con l’ intelligenza artificiale fanno quasi tutto il lavoro d’intelletto. Sulla Terra siamo troppi e tutti i leader mondiali sanno che stiamo x arrivare al collasso. L’ unica soluzione è la riduzione drastica del numero della popolazione mondiale. Infatti guarda caso stanno cercando in tutti i modi di portare nuovamente il mondo alla guerra mondiale perché dopo di essa come la storia ci insegna susseguono anni di ricostruzione infrastrutture, edifici e nuova economia. È orribile da dire lo so…..
    Però qualcuno che lo dice ci deve pur essere….

    • Paura e delirio a Sulmona | 9 Dicembre 2024 at 08:10 | Rispondi

      Che le macchine fanno tutto il lavoro manuale e l’Ai quasi tutto il lavoro intellettuale è una falsità smentita da qualsiasi studio nazionale ed internazionale nonché Basta guardarsi attorno e non solo a Sulmona ma in generale. Il resto è puro delirio complottista. E onestamente non se ne sentiva la mancanza. Ps ma non era il covid lo strumento utilizzato da loro per ridurre la popolazione mondiale?
      Fatevi le passeggiate invece di vivere chiusi in casa in realtà parallele fatte di deliri e complotti

    • Tutta colpa dei rettiliani

    • Questo lo hai letto dal libro dei terrapiattisti e scie chimiche

  3. Quale sarebbe il complotto? Non ho capito.
    Ho semplicemente scritto che l’ umanità è già arrivata in più occasioni a punti di stallo e recessione dell’ economia globale e ogni volta la soluzione è stata la guerra, basta un semplicissimo libro di storia delle elementari per capirlo.
    Il complotto quale sarebbe?

    • Nell’ordine i robot e l’Ai che sostituisce l’uomo (smentita da ogni studio nazionale e internazionale nonché dai fatti)
      Che diamo alla collasso dell’economia mondiale (siamo a un punto di svolta non al collasso)
      Non so che libri di storia legge lei ma le guerre mondiali nessuno le ha mai messe in correlazione con alcun collasso economico o demografico (come lascerebbe intendere lei)
      Basta elencazione dei complotti ?

  4. Valle peligna una grande casa di riposo…..

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