La transumanza, la tradizionale pratica pastorale di
migrazione stagionale del bestiame lungo i tratturi e verso condizioni
climatiche migliori, è stata iscritta, all’unanimità, nella Lista
Rappresentativa del Patrimonio culturale immateriale dell’Unesco, come rende
noto l’Ansa.
Da oggi, l’Italia acquisisce il primato di iscrizioni in ambito rurale e
agroalimentare, superando Turchia e Belgio. Dal Trentino ad Amatrice,
dall’Irpinia a Puglia i luoghi-simbolici. Il riconoscimento riguarda tutta
l’Italia, dalle Alpi al Tavoliere anche se l’Abruzzo è chiamato in causa in
prima persona grazie al coinvolgimento di Pescocostanzo e Anversa degli
Abruzzi. Le altre comunità emblematiche indicate nel dossier come luoghi
simbolici della transumanza sono: i comuni di Amatrice (Rieti) da cui è partita
la candidatura subito dopo il devastante terremoto, Frosolone (Isernia), Lacedonia
in Alta Irpinia in Campania, San Marco in Lamis e Volturara Appula (il paese
del Premier Conte) in provincia di Foggia, insieme a territori della Lombardia,
la Val Senales in Trentino Alto-Adige, e la Basilicata.
I pastori transumanti, come sottolinea il dossier di candidatura presentato
dall’Italia insieme a Grecia e Austria all’Unesco, hanno una conoscenza
approfondita dell’ambiente, dell’equilibrio ecologico tra uomo e natura e dei
cambiamenti climatici: si tratta infatti di uno dei metodi di allevamento più
sostenibili ed efficienti. Oggi la transumanza è praticata soprattutto tra
Molise, Abruzzo e Puglia, Lazio, Campania, e al Nord tra Italia e Austria
nell’Alto Adige, in Lombardia, Valle d’Aosta, Sardegna e Veneto.
”E’ il decimo riconoscimento per l’Italia in questa lista – sottolinea da
Bogotà il curatore del dossier di candidatura, Pier Luigi Petrillo – e ci porta
il primato mondiale dei riconoscimenti in ambito agro-alimentare, dopo
l’iscrizione nel Patrimonio Culturale Immateriale della Dieta Mediterranea, la
Pratica della coltivazione della vite ad alberello di Pantelleria, l’Arte del
Pizzaiuolo napoletano, della tecnica dei muretti a secco e dei paesaggi
vitivinicoli delle Langhe e del Prosecco”.
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