La tassa “dell’ortolano”: un ruolo straordinario per coprire i debiti del Consorzio di bonifica

A pagare è sempre “l’ortolano”, perché i debiti accumulati dalle gestioni passate, quelle prima dei commissari, al Consorzio di bonifica Aterno-Sagittario, alla fine ricadranno sugli agricoltori. La commissaria Adele Pietroleonardo ha così presentato alla Regione la sua strategia d’uscita, per cercare cioè di guadare un fiume pieno di debiti. Tre milioni e duecentomila euro per la precisione.

Il problema è che non c’è tempo, né spazio per le dilazioni, perché, come scritto alle associazioni di categoria, “numerose ditte e professionisti che per molti anni hanno effettuato lavori e prestazioni per il Consorzio, non intendono concedere ulteriormente credito all’ente se non vengono preventivamente saldate le fatture da loro emesse e mai pagate”. Con il rischio di paralisi totale, insomma, vista la natura dei debiti.

Così sarà chiesto agli oltre quindicimila utenti iscritti al ruolo un contributo straordinario di cento euro ciascuno: un milione e mezzo di euro che sarà anticipato dalla banca e che sarà coperto in cinque anni dal versamento straordinario richiesto ai consorziati. Un’operazione che si muoverà contestualmente con un piano più ampio di riduzione dei costi esorbitanti (specie per il personale), con il recupero di circa mezzo milione di euro di ruoli non pagati, con l’attivazione, si spera, della centrale idroelettrica di Raiano e l’installazione di impianti fotovoltaici a copertura dei bacini e con un piano di rateizzazione dei debiti sospesi.

Il ricorso al prestito bancario garantito dai consorziati risponde però ad una urgenza immediata di liquidità: oltre ad aver chiuso i rubinetti, infatti, i fornitori hanno cominciato ad avviare anche i decreti ingiuntivi all’ente e questo potrebbe ulteriormente immobilizzare la capacità di contrattazione e flessibilità nella gestione dei creditori. 

A scorrere importi e voci della montagna di debiti accumulata dal carrozzone Consorzio, c’è da rimanere basiti, anche per la natura degli stessi.

Quasi 150mila euro di contributi previdenziali mai versati, 130mila euro di imposte non pagate, 73mila euro di Imu mai versata, come gli 89mila euro di canoni regionali e i 95mila di canoni di attraversamento. Non solo: 621mila euro di energia elettrica in sospeso, 28mila di gas, quasi 4mila di acqua, quasi 16mila di spese telefoniche e poi, ancora, per restare alle voci più consistenti, 527mila euro di manutenzioni non pagate, quasi 160mila euro di spese legali, 100mila ai professionisti, 85mila per acquisto servizi.

Un disavanzo di amministrazione, viene sottolineato, maturato dalle precedenti amministrazioni e passato da 880mila euro del 2016 a 1,3 milioni del 2019 (poi ridotto nel 2020 a 1,2 milioni circa dal commissario).

Di fronte a questi numeri gli agricoltori del Comitato per la difesa dell’agricoltura della Valle Peligna, non hanno potuto far altro che alzare le mani: “Disposti a fare questo sforzo – spiega Elia Polidoro – purché non si aumentino in modo fisso i canoni e che soprattutto si proceda ad un nuovo corso dell’ente, con maggiore trasparenza e legalità”. Con una richiesta aggiuntiva, almeno, fare in modo che chi di dovere tolga il canone a chi l’acqua non la usa, perché proprietario di terreni boschivi o non dedicati alle colture.

Perché insomma c’è ortolano e ortolano.

10 Commenti su "La tassa “dell’ortolano”: un ruolo straordinario per coprire i debiti del Consorzio di bonifica"

  1. Povera valle peligna !

  2. Decenni di amministrazioni clientelari, di incarichi, di assunzioni agli amici degli amici, il tutto sotto il controllo del capomandamento locale.
    Il risultato? Il cetriolo per i consorziati.

  3. E’ possibile una class action dei Consorziati invece di essere sempre degli stupidi ortolani? Che ne pensa Elia Polidoro?

  4. Sarebbe ora di accorpare il consorzio con la Saga, formare un polo delle acque. Si ridurrebero notevolmente i costi di MTZ., di personale, di tutto l’apparato dirigenziale , amministrativo ecc.Un solo consiglio di amministrazione, un solo presidente ecc. L’unica differenza tra gestire l’acqua potabile e l’acqua d’irrigazione differenzia solo nell’eseguire analisi chimiche di potabilità; per il resto le problematiche sono le stesse, tubazioni da DN 25 a DN 600, stesse valvole a Sfera o a Saracinesca, o a Farfalla e quindi stessa MTZ, stesso meccanico, stesso saldatore ecc..

  5. Il Carciofaro | 16 Marzo 2021 at 12:12 | Rispondi

    Ma fate pagare ad amministratori e relativo consiglio. Per quale ragione devono essere gli utenti a farne le spese?

  6. Class action … ed ESPOSTO alla Procura della Corte dei Conti per sperpero di denari della pubblica collettività.
    “ In administranda re pubblica” ( Callistrato).

  7. bene,tutto possibile class action,denunce,Procura della Repubblica,Corte dei Conti,rifiuto del contributo,ecc,ecc tutto gia’ visto,l’avvocato amico del popolo compreso,firme sulla carta bianca e don circostanza inclusi…tutti rimangono ai propri posti/incarichi alcuni promossi primi attori/assessori ,tutti degli incapaci,incompetenti,inutili,quindi che fare? Pedate bene assestate in attesa del lanciafiamme ,subito la legge,o no?

  8. La lista di chi deve prendere i soldi è nell’ elenco dell’articolo ma non vedo i vari amministratori che hanno amministrato provocando questo BUCO…chiedo per il mio prossimo figlio che nascerà…ma loro i soldi gli hanno presi ?

  9. Il Comitato per la difesa dell Agricoltura della Valle Peligna perchè non raccoglie le firme di tutti i Consorziati e presenta un articolato esposto alla procura della Repubblica? Le Vacche ingrassano e gli Ortolani lo prendono ………

  10. Ma questi signori chi li deve licenziare?perché stanno sempre al loro posto?magari pretenderanno subito anche il vaccino,diamo loro astra…zenica…

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