Un atteggiamento vergognoso e un trattamento superficiale da parte di Regione Abruzzo. Così l’assessore sulmonese Attilio D’Andrea ha sintetizzato la riunione di oggi con il MISE che ha sancito il definitivo abbandono di Sulmona al proprio destino sul gasdotto Snam. Dopo l’ira dei comitati, che hanno già annunciato di portare il tutto alla Magistratura sentendosi depredati di 15 anni di battaglie, arriva anche lo sfogo del pentastellato D’Andrea, sempre in prima linea nel campo della transizione ecologica.
“Durante la riunione ho focalizzato attenzione per le tempistiche dell’opera – spiega D’Andrea – Noi l’emergenza gas l’abbiamo oggi per quanto sta accadendo in Russia. Gli accordi con il Nord Africa ce li abbiamo oggi, e non tra sei anni. Sempre sulle tempistiche, Snam prima della riunione aveva sempre detto che il gasdotto si sarebbe concluso nel 2034. Oggi, invece, ha anticipato di sei anni annunciando la conclusione dell’opera nel 2028, ovvero quando l’Italia l’utilizzo del gas in Italia sarà in costante diminuzione per l’obiettivo dell’Agenda 2030, che prevende un taglio del fossile obbligatorio del 55%”.
D’Andrea non le manda di certo a dire anche alla Regione, colpevole di aver nuovamente trascurato Sulmona, il Centro Abruzzo e tutti gli interessi del luogo, mandando un semplice delegato del genio civile (con tutto il rispetto) non solo a presenziare al tavolo, ma anche a dare un parere positivo alla costruzione del metanodotto. “Un atteggiamento scandaloso – tuona D’Andrea – con la Regione che ha mandato un rappresentante tecnico invece di un profilo politico. A parte il fatto che la sua delega è arrivata in extremis. Anzi, è spuntata quasi per magia a riunione iniziata. Inoltre, il suo parere positivo è andato contro a quelle che sono state le delibere di giunta dell’ex presidente Luciano D’Alfonso del 2015. Tutto ciò non è regolare, dato che per annullare una delibera di giunta c’è bisogno di un’altra delibera contraria, e non di un parere di un tecnico. Marsilio dicesse apertamente di essere favorevole a quest’opera e spiegasse ai sulmonesi le sue ragioni”.
Inoltre, per quanto riguarda la centrale di Case Pente, il discorso è ancora tutto aperto non solo per lo studio del rischio sismico, ma anche per il fatto che nella zona vi sono reperti archeologici scoperti la scorsa estate, oltre al fatto che quella è una zona frequentata saltuariamente dall’orso bruno marsicano. “Oggi ho ribadito questi concetti alla presenza del ministero della Cultura – prosegue D’Andrea – la Snam dopo il primo accertamento sui reperti archeologici non ha fatto sapere più nulla. La stessa azienda ha detto di voler iniziare comunque gli scavi, e poi spostare la centrale qualora fuoriuscisse qualche reperto. Presuppongo che nel 2022 ci siano strumentazioni adeguate per far emergere dei cimeli senza scavare. Non prendiamoci in giro, i soldi di questo metanodotto potrebbero essere investiti nell’idroelettrico, nell’eolico o nel solare. Qui, invece, parliamo di tutto meno che di transizione ecologica”.
atteggiamento vergognoso della regione o del governo centrale di cui il suo partito è sostenitore? cmq massima stima all’assessore a cui rinnovo il mio sostegno.
Ma l’assessore si è accertato se il metanodotto
Un domani possa trasportare
Anche idrogeno liquido.
Se foste stati lungimiranti il gasdotto già funzionerebbe da tempo invece di dire cavolate come trasportare idrogeno liquido…a -253 gradi
Vi siete chiesti quanto incassa dallo stato la Società nazionale metanodotti? E che resta agli Abruzzesi dello scempio che faranno le ruspe di SAIPEM?