La sfida folle degli “zingari”

L’appuntamento è al fiume Vella, dove come da tradizione ci si registra e ci si spoglia dietro “alla frasca”. Poi su per il colle Ardinghi fino alla “Preta spaccata” che per chi non è di Pacentro, è quella con il tricolore disegnato su. E poi giù, a piedi scalzi, trecento metri lungo la discesa ripidissima e sassosa e altri seicento a salire fino alla chiesa della Madonna di Loreto. La Corsa degli zingari torna domenica prossima ad animare gli animi e le strade di Pacentro, con il nuovo direttivo presieduto da Giuseppe De Chellis che rinnova e rilancia la manifestazione come tra lei più suggestive d’Abruzzo.

“Un patrimonio da mettere in rete – sottolinea il sindaco Guido Angelilli – con la sagra dei separi di Cocullo e la Madonna che scappa in piazza di Sulmona, le tre manifestazioni religiose e non solo che rappresentano al meglio il carattere della tradizione regionale”.
A volerle trovare le origini della Corsa degli zingari non è così facile e sabato, in un convegno organizzato dall’associazione, si cercherà di ipotizzare la datazione addirittura al periodo Longobardo. Di certo quella folle corsa a piedi scalzi è ormai nel Dna dei pacentrani, che l’evento lo sentono come una sorta di rito di iniziazione.
Saranno in trenta a gettarsi da Preta spaccata (“priorità ai pacentrani, ma possibilità di partecipazione aperta a tutti”): gli “zingari”, che in circa cinque minuti copriranno il percorso, meno di un minuto per fare la discesa, senza regole e freni. Dai 14 ai 60 anni e oltre di età. Alla chiesa si arriva spesso doloranti, con i pedi sanguinanti, c’è chi sviene, chi piange di dolore, chi di gioia.
Al vincitore il drappo d’onore, il palio, oltre ad un premio in denaro (1.200 euro), anche se non sono i soldi quelli che contano: conta molto di più la festa a seguire, la processione per le vie del paese, quella religiosa e quella agonistica, la visita a casa dello “zingaro eroe” che si scioglie con un brindisi collettivo.
E’ un momento autentico, una festa senza madrine famose, ma che ha la sua forza nella potenza emotiva e nell’appartenenza. Anche se poi non mancano gli spettacoli e i sollazzi: quest’anno a chiusura (ore 21,30) ci saranno i Dik Dik (quelli dell’Isola di Whight) e poi stands e cibo lungo le strade.
Il primo appuntamento è alle ore 16:00 con la Corsa degli zingarelli, ragazzini dai 7 agli 11 anni che correranno, sempre scalzi, per le vie del paese, poi alle 18:00 la corsa vera, quella degli adulti che ragazzini sono restati, con la loro “incoscienza” a sfidarsi a piedi scalzi lungo il dirupo della montagna.

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