Poco più di un mese, con le ferie di agosto di mezzo, per organizzare una difesa credibile per il Comune di Sulmona che ieri ha ricevuto la notifica del decreto di citazione per la causa di lavoro intentata dall’ex usciere di palazzo San Francesco, Stefano Pezzella, licenziato a conclusione del procedimento disciplinare sui cosiddetti furbetti del cartellino.
Una difesa che il Comune, a quanto pare, affiderà ad uno studio legale esterno, perché quello dell’ente non se la sente di entrare in una questione che riguarda non solo direttamente Pezzella, ma potenzialmente ben trentadue dipendenti del Comune, quelli cioè raggiunti (con sanzioni minori) da provvedimenti disciplinari e che, se venisse accolta la pregiudiziale presentata dall’avvocato Alberto Paolini, potrebbero agevolmente presentare anche loro ricorso, nonché una richiesta di risarcimento danni come fatto dall’ex usciere.
E insomma il capitolo che potrebbe aprirsi sulla vicenda dell’astensionismo dopo l’udienza del 10 settembre, fissata dal giudice Alessandra De Marco, potrebbe avere esiti inaspettati, e non solo sulle vicende disciplinari in sé, ma anche sulle eventuali responsabilità dei ritardi con cui è partita l’azione disciplinare, che poi è alla base delle contestazioni avanzate dal ricorrente.
Una serie di misteri tra mancate comunicazioni, carte rimaste nei cassetti e altre mai ritirate, che potrebbe configurare conseguenze civili, penali e amministrative per chi doveva muoversi nei tempi e non lo ha fatto.
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