“Vivere militare est”. Una sententia che può voler dire tutto e niente fuori dal proprio contesto. Può essere plasmata, modellata e distorta in qualsiasi modo. Ribaltata come una frittata, come nel tentativo fatto da Gioventù Nazionale “Valle Peligna”. Perché quelle parole, “Uomini di milizia”, stampate sul flyer della discordia sulla Giostra Cavalleresca, a detta dei giovani meloniani, sarebbero un “chiaro riferimento ad una citazione di Seneca”. Un riferimento a combattere “non in modo violento, imbracciando un’arma, ma per le proprie idee e per ciò in cui si crede”.
Peccato che quel breve verso sia stato completamente frainteso. Vuoi per un’errata traduzione fatta. Vuoi perché quel paragrafo delle Epistulae morales ad Lucilium non sia stato per nulla letto. Perché in quella lettera Seneca riprende Lucilio il Giovane per le sue lamentele riguardo le disgrazie della vita. Le sfortune che un uomo deve sopportare e per le quali gli sarà riconosciuto l’onore. Dalla “casa che scricchiola” ai “debiti che attanagliano l’uomo”. Avvenimenti che “vengono decretati dalla sorte”, e da dover sopportare. A differenza dei mercanti, baciati dalla fortuna degli dei. Di chi si lascia andare all’ozio, garantendosi in modo disonorevole la sicurezza. Insomma, un invito ad abbracciare le avversità della sorte. Ad andare più vicino all’interpretazione della frase del filosofo di origini iberiche fu il governatore della Campania, Vincenzo De Luca, tirato in ballo dai giovani meloniani per un discorso del maggio 2021. Che infatti, dal palco, parlò esplicitamente di stop al parassitismo e ai bonus.
Premessa filologica necessaria, perché la citazione senecana è lontana dall’interpretazione data da GN “Valle Peligna”. Nessuno “sprono a battersi per ciò in cui si crede”. Nessuna “difesa delle idee”. Insomma, una rilettura abbastanza superficiale dell’opera del precettore di Nerone.
Più comprensibile la difesa della citazione di Tolkien, autore che la destra italiana ha fatto proprio. Amante di un tempo passato, di un’armonia perduta. Non un uomo di sinistra, certamente. Neanche un nazionalista che avrebbe strizzato l’occhio a Orban, in realtà. Un cattolico moderato, insomma. “Rigettiamo inoltre tutte le polemiche scaturite dalla frase di Tolkien – scrivono da GN “Valle Peligna” -, scrittore noto e amato in tutto il mondo per suoi capolavori come: “Lo Hobbit”, “ Il Signore degli anelli “… infatti, continuiamo a citarlo anche in questo comunicato, in quanto spiega a pieno la nostra concezione di uomini di milizia “Io non amo la lucente spada per la sua lama tagliente, né la freccia per la sua rapidità, né il guerriero per la gloria acquisita. Amo solo ciò che difendo.” Sciogliendone il significato per chi è duro di comprendonio: non amo la guerra, amo solo ciò che difendo. In questo caso difendiamo la nostra identità e le nostre tradizioni, sdoganando queste “brutte parole di destra” per farle divenire patrimonio di tutta la comunità”.
Sul resto i giovani meloniani parlano di “richieste fuori luogo” avanzate al direttivo della Giostra Cavalleresca di far prendere le distanze dal flyer. A detta di GN “Valle Peligna”, la richiesta, arrivata da più voci politiche di dissociarsi dal volantino sarebbe “incongruente con gli impegni del direttivo”. Lo stesso direttivo che, quindi, dovrebbe lasciar passare un’immagine di un cavaliere con un teschio ai piedi del proprio cavallo. Il tutto a meno nella settimana della “Giostra Europea della Pace”, promossa da Luisa Taglieri.
Idee un po’ confuse, insomma. E non per colpa, come conclude il comunicato di Gioventù Nazionale, “del colore politico al quale appartengono”.
Arrampicarsi sugli specchi! Questo è l’unico motto al quale mi affido dopo queste misere giustificazioni. Poche idee e confuse di giovani che non hanno conoscenze, ma solo nostalgiche sensazioni di un periodo maledetto!
Ah beh allora apposto
Il paradosso. Poter esprimere il proprio punto di vista è democrazia. Non poterlo esprimere è dittatura. I giovinetti nazionali hanno esercitato il loro diritto democratico, costituzionale e antifascista. In pratica per richiamare certi “valori” riconoscono implicitamente le libertà costituzionali dell’antifascismo. Per essere coerenti con la loro ideologia dovrebbero tacere.