La Resistenza in Abruzzo, all’ITI di Pratola Peligna seminario in ricordo di Vittorio Mondazzi

Si intitola Guerra di Resistenza e di Liberazione: le origini e gli sviluppi del movimento resistenziale in Abruzzo e la Brigata Maiella il seminario di approfondimento in programma domani, 15 aprile dalle ore 11 presso l’aula magna Falcone e Borsellino dell’ITI di Pratola Peligna per “far conoscere alla nuove generazioni il valore della Libertà e il significato storico della giornata del 25 aprile, giorno in cui ebbe inizio la ritirata delle truppe tedesche e della Repubblica di Salò, a seguito dello sfondamento della Linea Gotica da parte degli alleati e dell’azione di Resistenza”.

Ideato dalla docente Agata Stampone l’evento è stato realizzato in collaborazione con l’Iasric Istituto abruzzese per la storia della Resistenza e dell’Italia contemporanea e con il coinvolgimento delle classi quinte ITI, ITE e ITG. Un appuntamento nel quale, dopo i saluti della sindaca di Pratola Peligna Antonella Di Nino e della collaboratrice della dirigente Chiara Marinucci, verranno ricordati protagonisti e vicende della Resistenza abruzzese attraverso gli interventi del presidente dell‘Iasric Carlo Fonzi, dello scrittore e ricercatore presso il dipartimento di scienze umane dell’università degli studi dell’Aquila Edoardo Puglielli e dello scrittore, ricercatore e collaboratore dell’Iasric Riccardo Lolli. Autore quest’ultimo, insieme a Puglielli, del volume Vittorio Mondazzi – partigiano abruzzese caduto per la libertà senza confini, opera dedicata al partigiano originario di Pratola Peligna che sacrificò la propria vita per la causa della libertà internazionale. Alla base del libro un lavoro di ricerca storica che ha portato il Comune di Milano, dove Mondazzi aveva vissuto e lavorato come decoratore prima di essere travolto dagli eventi bellici, ad inititolare al partigiano una pietra d’inciampo “in memoria del suo coraggio e del suo impegno”.

Un riconoscimento per restituire memoria e dignità a chi non esitò a sacrificare la propria vita in nome della solidarietà internazionale e la liberazione dei popoli dal giogo nazifascista. Vittorio Mondazzi come tanti soldato di leva spesso dimenticati, come gli uomini e le donne che, anche se divisi da credenze religiose e opinioni politiche, scelsero di combattere per una liberazione capace di parlare un linguaggio comune di democrazia e di pace a tutti i popoli oppressi.

11 Commenti su "La Resistenza in Abruzzo, all’ITI di Pratola Peligna seminario in ricordo di Vittorio Mondazzi"

  1. L'Avanguardista | 14 Aprile 2025 at 13:29 | Rispondi

    In fin dei conti il grosso blocco dei partigiani erano socialisti e komunisti che hanno tolto la libertà a mezzo mondo.
    Dipende dai punti di vista: io il 26 aprile 2021 sono stato epurato dall’iti di pratola.

    • In Italia invece, nel dopoguerra, quei partiti hanno contribuito a scrivere la Carta Costituzionale.
      E proprio la nostra Costituzione ha garantito al Paese 80 anni di Democrazia, Libertà e Pace.
      E una Giustizia quanto più possibile uguale per tutti: ricchi e poveri, umili e potenti.
      Anche se i potenti, evidentemente, gradirebbero l’impunità.
      È Storia.

      • L'Avanguardista | 14 Aprile 2025 at 14:21 | Rispondi

        Lei prof.ssa di storia ha omesso la guerra civile italiana che ha contrapposto i bianchi ai rossi (socialisti+comunisti) che hanno sempre appoggiato il blocco socialista dell’est e ne sono stati finanziati.

    • Mahatma Grandi | 14 Aprile 2025 at 23:28 | Rispondi

      I socialisti non hanno tolto la libertà a nessuno, tant’è che sono al governo di molti paesi democratici, come la Spagna. Gli unici che ci hanno tolto la libertà in Italia sono stati i fascisti, ed oggi stiamo vivendo un periodo di rigurgiti nazifascisti in Europa.

      • L'Avanguardista | 15 Aprile 2025 at 13:25 | Rispondi

        Quello di oggi è l’ambiguo socialismo dei borghesi, poco rurale-operaio e per niente socialista.
        La invito a studiarsi:
        -l’arcipelago GULAG dell’URSS;
        -la macelleria messicana;
        -la Cambogia e Pol Pot.
        Il socialismo di cui lei parla è solo un’altra menzogna ideata dalla borghesia.

  2. L’ egemonia di ogni paese verso un altro ha un costo.
    Non è stato e non è tuttora gratis.
    Per questo ora bisogna tifare per l’Unione Europea.
    Si possono leggere tanti articoli e libri sul ruolo e l’appoggio della mafia nelle vicende del dopoguerra e a quali partiti storicamente portava voti.
    E quanti danni all’ economia legale e quanti morti ha fatto la mafia nel nostro Paese?
    Altro che guerra civile.
    Ma non si può negare che la Carta Costituzionale sia stato e sia un faro di civiltà e giustizia.

  3. L'Avanguardista | 14 Aprile 2025 at 15:33 | Rispondi

    La Carta anche se bella è pur sempre una carta che deve fare i conti con la realtà di un popolo sprattutto quello di sinixtra da se mpre molto ambiguo.
    Le cito alcune famose frasi:
    Bandiera rossa rompiam le ossa.
    Il socialismo assumerà il potere instaurando la dittatura del proletariato.
    Il socialismo diventerà mondiale.
    Oltre ovviamente ad un famoso numero de L’Unita’ dove si osannava la grandezza di Stalin quale uomo che avrebbe liberato i popoli da tutti mali.
    In fin dei conti il fascismo nacque per fermare la rivoluzione socialista del biennio rosso in Italia fatta di violenze e occupazioni operaie.
    Come disse Gramsci il fascismo lo crearono le forze conservatrici, non fu’ una ideologia.
    Io il 26 aprile 2021, cara prof.ssa, sono stato Epurato.
    Ma sono comunque felice di aver portato il messaggio del Cristo.
    Pace e Bene.

  4. Per liberare i popoli da tutti mali forse occorrerebbe semplicemente cambiare la natura degli uomini, cioè eliminare l’eccesso di egoismo e avidità.
    Perché ora come allora, alla base dei conflitti continua ad esserci quello.
    Infatti, da sempre, dietro ai colori, economia, finanza e ricche oligarchie, hanno deciso e continuano a decidere per intere moltitudini e a muovere il potere nel prendere decisioni.
    E nel fascismo purtroppo non c’e’ stato niente di ambiguo.
    Tutto molto chiaro: sopraffazione, guerra, violenza e rovina.
    Questo è stato.
    E visto che è credente: dall’ albero si riconoscono i frutti e un albero che ha portato frutti di quel tipo é sicuramente un albero cattivo.
    Pace e Bene a lei.

  5. A questo proposito è interessante leggere il ritratto psicologico di Putin nella video inchiesta di Navalny.
    Il suo principale oppositore lasciato morire in carcere.
    Una vera ossessione per la ricchezza e per il potere.

  6. L'Avanguardista | 14 Aprile 2025 at 18:14 | Rispondi

    Prof.ssa ha perfettamente ragione della natura umana: egli è un animale e tende a segnare il proprio territorio e a dominarlo
    Ma vorrei ricordarle che chi ha fatto più guerre del fascismo sono stati proprio gli anglo-americani che insieme a francesi e spagnoli si sono spartiti il mondo intero a partire proprio dall’america da nord a sud, all’africa e a tutto il Commonwelth.
    L’invasore in Italia fù l’anglo-americano che formò, come fanno ormai da secoli, gruppi armati partigiani per appoggiare la loro invasione.
    Noi li abbiamo chiamati alleati per non farci macellare più di quello che hanno fatto insieme ai partigiani: io lo chiamo “Genocidio del Popolo Italiano”.
    Perchè non arriva con me a Pescara, le farò vedere l’inesistente centro storico macellato dai bombardamenti che fecero circa tremila morti nonostante la resa del ’43.
    I prof di storia vengono mandati in campo per raccontare la storia come la vogliono i vincitori, e noi ci siamo dovuti stare zitti zitti per tanti anni.
    La guerra è così: chi vince scrive la storia.
    Un saluto.

  7. Il punto non è chi abbia il record delle guerre.
    Piaccia o non piaccia, la Seconda Guerra Mondiale ha una Storia chiara e dei responsabili noti.
    Riguardo le atrocità del fascismo, quelle ce le hanno raccontate direttamente nonni e bisnonni.
    Almeno quelli che decisero di scegliere da che parte stare, in nome dell’umana dignità.
    Perche’ la libertà aveva per loro e continua ad avere un valore inalienabile.
    Quindi non riuscivano a tollerare una vita vissuta sotto il giogo dell’oppressione, della violenza e dell’ingiustizia.
    La cosa che mi meraviglia però dei nostalgici del Ventennio, è che lo sono sempre, solamente a chiacchiere.
    Perché, nonostante il mondo ormai sia pieno di autocrati e dittatori, purtroppo anche quelle che credevamo democrazie evolute, sembra si stiano trasformando, e avrebbero quindi a disposizione una miriade di posti da scegliere per vivere, decidono poi di rimanere sempre a soffrire nelle democrazie e in piena libertà.

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