Verifica per la maggioranza sulmonese stamattina, dopo il finire di settimana passato a battibeccarsi a suon di dichiarazioni e comunicati stampa. Era stato il gruppo Adesso Sulmona di Andrea Ramunno e Deborah D’Amico a chiedere fortemente la verifica, dopo che era stata alimentata la notizia priva di fondamento di una raccolta di firme di consiglieri comunali pronti a far cadere l’amministrazione Casini.
La maggioranza ne viene fuori unita, almeno sulla carta, come attesta il documento firmato da otto dei nove consiglieri di maggioranza – era assente Antonella D’Antino – in cui si ribadisce che il patto amministrativo che ha dato vita alla coalizione “Noi per Sulmona” è ancora vivo e vegeto e si sta occupando della “sommatoria di inefficienze e gravi problemi lasciati dalla vecchia politica”. I risultati però stentano ad arrivare e questo fa scricchiolare il patto alla base della coalizione. A questo si aggiunga che il civismo teorizzato dal deus ex machina Andrea Gerosolimo, che all’epoca era assessore regionale e aveva il vento in poppa, si è sbiadito parecchio ed ha perso forza ed entusiasmo – nonostante gli annunci trionfali che i civici continuano a fare. Le forze che compongono la coalizione della sindaca Casini oggi si domandano quanto tutto questo abbia politicamente un senso.
I Fratelli D’Italia – in coalizione con Alleanza per Sulmona -, visto l’andazzo hanno pensato bene di salvarsi prendendo al volo il primo treno che andava in direzione “minoranza”. Certi treni si sa che rischiano di passare una volta sola in una consiliatura ed è meglio non lasciarseli scappare, soprattutto se l’intenzione è quella di provare a mantenere agibilità politica in città.
Per tutti gli altri il rischio è il tritacarne elettorale. Il vedersi appiccicati inconsolabilmente addosso l’etichetta “amminsitrazione Casini”, che rischia di essere durante le elezioni più un peso che un vanto. Così qualche consigliere più ambizioso e magari smanioso di essere ancora della partita alle prossime elezioni, fatto scappare il treno che invece prese Tirabassi, si chiede come uscire da questa impasse senza rimetterci la faccia. Come si può abbandonare un’esperienza amministrativa che non riesce proprio ad ingranare la marcia senza essere accusati di tradimento o codardia?
Ma è estate e si sa che la Giostra, le feste nei borghi, il Muntagninjazz, le notti bianche, le sagre e le vacanze al mare chiamano la tranquillità, il bicchiere e l’ammollo. La pace armata può andare avanti ancora qualche settimana e l’incertezza può essere messa nel freezer, tanto di questi tempi si è tutti presi da altro.
A settembre però, provare a dissipare una situazione di crisi che è palese a tutti, sarà un’operazione difficile anche per il più bravo Houdini. Lì non sarà certo replicabile la verifica del sabato mattina di luglio con la testa altrove. A settembre con l’estate che andrà per finire e la vita che tornerà lentamente alla normalità, con le elezioni regionali alle porte e la possibilità che una crisi di maggioranza faccia tornare il comune al voto in primavera, non sarà proprio possibile mettere la polvere sotto al tappeto.
Da settembre o l’amministrazione Casini sarà in grado di raccogliere dei risultati veri ed elettoralmente spendibili o tutti i nodi verranno definitivamente al pettine e a quel punto non ci sarà alcun pezzo di carta sottoscritto dai consiglieri di maggioranza che possa tenere, a quel punto sarà il si salvi chi può.
Savino Monterisi
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