
“Auspichiamo che le donne del Centro Abruzzo preferiscano rivolgersi alle qualificate strutture di Pescara e del Chietino alle quali la nostra proposta referendaria sarà rivolta, essendo ormai maturi i tempi che vedono in questa area metropolitana il centro degli interessi regionali e la stessa allocazione del capoluogo di Regione”. Con queste parole il Co.Na.Ra.T.O.S. commenta la paventata temporanea chiusura del punto nascite e del blocco parto di Sulmona per consentire l’esecuzione dei lavori nell’ala Bolino.
Una chiusura che ha il sapore “dell’ennesima avvisaglia di ridimensionamento, se non di soppressione del reparto di ostetricia e del punto nascite che – aggiungono dal sindacato degli operatori sanitari – attualmente assicurano una effettiva capacità assistenziale alle gestanti, alle partorienti, alle puerpere, ai nascituri e ai neonati”. A rendere concreto il pericolo che le donne del Centro Abruzzo “vengano espropriate delle professionalità rinvenibili nell’area del comprensorio Peligno, Alto Sangro e dell’Alta Val Pescara” una logica di smantellamento che “da tempo aleggia in alcuni velenosi anfratti del potere politico di cui taluni si fanno megafono e talatri silenziosi ma non disinteressati sostenitori, anche a livello locale”. Parole dure quelle del Co.Na.Ra.T.O.S. che “lungi dal piangere sul latte ormai versato”, intende rivolgere un monito “a quanti dovrebbero far sentire la propria voce a sostegno e in difesa del nostro territorio”. E dei suoi cittadini alle prese con l’aumento dell’Irpef “deciso da un’amministrazione che annoverava tra i primi obiettivi quello della riduzione delle tasse”.
Non credo che dopo l’aumento dell’IRPEF vogliano chiudere, anche temporaneamente, il punto nascita. Si Vota e sono convinti di vincere al primo turno.
Per bocca di quale portavoce si é pronunciato il Co.Ro.Na.T.O.S. ? Anche per guardare in faccia chi si presta dal fare gli esecutori testamentari delle aree interne dell’Abruzzo e anche per poter suggerire alle loro grandi menti che da Ateleta o da Opi e Villetta Barrea non ci si va a Chieti e Pescara tanto comodamente. Ammesso che sappiano di cosa parliamo.
Le nostre rappresentanti regionali cosa ne pensano di questa situazione? Da elettore vorrei conoscere la loro posizione. Non riesco a trovare nessun comunicato stampa, ma forse la colpa è solo mia che non so cercare.
Il CONARATOS non è portavoce di nessuno, ma è un Comitato Nazionale indipendente ed è equidistante da partiti e movimenti politici, avendo a cuore le sorti delle popolazioni interne del Centro Abruzzo e la tutela degli operatori sanitari costretti ad operare in condizioni di difficoltà non di rado causate da manie accentratrici di certi ben noti centri di potere provinciale o regionale.
Quanto alla eccelsa mente cui è attribuibile la scoperta che da Ateleta, Opi e Villetta Barrea non si va a Chieti o a Pescara, vogliamo sottolineare che la meta sanitaria di quelle popolazioni non può certamente essere quella di Avezzano o, peggio, dell’Aquila, ma se mai l’Ospedale di Castel di Sangro, che certamente non gravita nell’orbita della Marsica o della conca Aquilana, ma se mai della vicina Isernia o dell’Ospedale di Sulmona cui è già funzionalmente collegato.
Questo sempre ammesso che la eccelsa mente, che ha espresso una vaneggiante critica dell’operato di CONARATOS, sappia di cosa parla.
Ben venga l’operato del CONARATOS per la sopravvivenza dell’Abruzzo montano e in particolare per l’Abruzzo meridionale,minacciato dalla politica miope di questa Regione pur rappresentando esso stesso il gioiello più bello di questa regione.Il malcelato intento di chiudere reparti ospedalieri di Sulmona e Castel di Sangro salta all’occhio come una minaccia di morte lenta,che arriva in un momento in cui anche Poste italiane vuole chiudere sportelli periferici.Dobbiamo reagire con forza a tutto questo sfacelo facendo con tutte le nostre forze per far sì che questo non succeda.Sono vicine le elezioni comunali.Guarderemo bene da che parte votare.